Bollani e Sepe, appello per L'Aquila: "Qui occorrono spazi per musica, teatro, cinema" / Video
Anche il concerto jazz in programma nel cartellone della Barattelli è stato "sfrattato" per mancanza di un teatro dopo il divieto di svolgere gli spettacoli nell'auditorium della Finanza
AVEZZANO. "All'Aquila ci devono stare i posti dove ascoltare la musica, dove andare al teatro e al cinema. Trenta, quaranta cinema, perché agli aquilani è sempre piaciuto andare al cinema". Con la sua consueta ironia il compositore e sassofonista partenopeo Daniele Sepe rompe il ghiaccio e fa un video appello alle istituzioni aquilane affinché la città - "culturalmente terremotata" dal 2009 - abbia finalmente gli spazi che merita per permettere alle associaizoni culturali di avere gli spazi adeguati per ospitare spettacoli e concerti. Sepe accompagna nel suo "Napoli trip" il pianista jazz Stefano Bollani, che ieri - insieme anche ad altri due grandi musicisti, Nico Gori al clarinetto e Bernardo Guerra alla batteria - si è esibito al Teatro dei Marsi di Avezzano.
Lo spettacolo-concerto dedicato a Napoli è stato "sfrattato" dall'Aquila, dove non c'è un locale in grado di ospitare centinaia di persone. Prima di Bollani, a essere esiliati fuori città sono stati la cantante Noah (a Pescara) e l'attore Rocco Papaleo (a Teramo). Non c'è pace, dunque, per il cartellone della 72^ stagione della Società aquilana dei Concerti “B. Barattelli” che, per i suoi eventi più importanti è stata costretta, fino a ora, a trovare altri luoghi di svolgimento fuori dal capoluogo abruzzese. Alla base di questo peregrinare c'è prima di tutto la carenza di spazi in città (problema esistente anche prima del terremoto, ma comunque in parte sopperito dall'auditorium del Castello a cui la Barattelli faceva riferimento); e poi l'indisponibilità improvvisa dell'auditorium “Generale S. Florio” della Guardia di Finanza, unica sala in città con una capienza di posti idonea per i grandi eventi. "L’ente musicale non può fermare la sua attività", spiegano i sui dirigenti, "non vuole privare il pubblico di tali eventi e, peraltro, deve onorare i contratti con gli artisti che, spesso con grande disponibilità e amicizia, scelgono il prestigioso cartellone aquilano al posto di altre 'piazze'”.