Brutti: «Al Pineto manca il carattere»
Brutti: «Al Pineto manca il carattere»
PINETO. A volte le facce dicono più di tante parole. Nel caso dell’Aran Pineto ne bastano poche per descrivere lo stato d’animo. Sette sconfitte di fila. Appena un punto, quattro set vinti. La faccia di Alessandro Brutti, dopo lo 0-3 nel recupero della gara della prima giornata contro il Tonno Callipo Vibo Valentia, era scura. Emblematica.
«Doveva essere la gara della svolta», ha detto, «e non lo è stata. Giocavamo contro un a squadra che in teoria doveva essere in difficoltà e, invece, non siamo riusciti nemmeno a impensierirla». E poi l’ammissione: «Al di là dei discorsi tecnici, siamo mancati sotto il profilo caratteriale».
Il tecnico marchigiano ha provato anche ad alzare la voce, durante un time out, nel primo set, ma non c’è stato verso di scuotere la squadra. Encefalogramma piatto. Il rischio non è solo quello di retrocedere (era stato messo in preventivo). La prospettiva è quella di andare incontro a una figuraccia. Ovvero di avere un piede in A2 già alla fine del girone di andata.
Se in sette gare l’Aran ha raccolto appena un punto dove troverà quelli necessari per non affondare dovendo giocare, nell’ordine, a Treviso, a Monza, con i campioni d’Italia di Piacenza, a Cuneo, a Trento, con il Loreto e, infine, a Modena? Le vicissitudini di Pineto sono arcinote, quindi non è il caso di andare a caccia di colpevoli, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti ed è deprimente per la migliore realtà della pallavolo abruzzese.
La società ha trascorso l’estate a difendere nelle aule dei tribunali il diritto di fare l’A1 maturato sul campo. Non ha certo potuto pensare al mercato. Quando si è svolta la contrattazione dei giocatori era stata esclusa dalla A1. Responsabilità tantomeno attribuibili al coach Alessandro Brutti, un esordiente che ci sta mettendo la faccia e tanto lavoro. E i giocatori arrivati sono quelli rimasti liberi dopo il mercato.
Il carattere e la grinta, invece, fanno difetto a un gruppo arrendevole. Questo sì un handicap, questa sì una colpa se se si pensa che è stato capace di gettare alle ortiche una vittoria anche in vantaggio di 2-0, come è accaduto con il Verona, poco più di una settimana fa. Tre gare di fila in casa, nemmeno un successo. E ora bisogna affrontare le squadre migliori del campionato. Con quale spirito se contro Vibo l’Aran si è rivelata poca cosa?
«Doveva essere la gara della svolta», ha detto, «e non lo è stata. Giocavamo contro un a squadra che in teoria doveva essere in difficoltà e, invece, non siamo riusciti nemmeno a impensierirla». E poi l’ammissione: «Al di là dei discorsi tecnici, siamo mancati sotto il profilo caratteriale».
Il tecnico marchigiano ha provato anche ad alzare la voce, durante un time out, nel primo set, ma non c’è stato verso di scuotere la squadra. Encefalogramma piatto. Il rischio non è solo quello di retrocedere (era stato messo in preventivo). La prospettiva è quella di andare incontro a una figuraccia. Ovvero di avere un piede in A2 già alla fine del girone di andata.
Se in sette gare l’Aran ha raccolto appena un punto dove troverà quelli necessari per non affondare dovendo giocare, nell’ordine, a Treviso, a Monza, con i campioni d’Italia di Piacenza, a Cuneo, a Trento, con il Loreto e, infine, a Modena? Le vicissitudini di Pineto sono arcinote, quindi non è il caso di andare a caccia di colpevoli, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti ed è deprimente per la migliore realtà della pallavolo abruzzese.
La società ha trascorso l’estate a difendere nelle aule dei tribunali il diritto di fare l’A1 maturato sul campo. Non ha certo potuto pensare al mercato. Quando si è svolta la contrattazione dei giocatori era stata esclusa dalla A1. Responsabilità tantomeno attribuibili al coach Alessandro Brutti, un esordiente che ci sta mettendo la faccia e tanto lavoro. E i giocatori arrivati sono quelli rimasti liberi dopo il mercato.
Il carattere e la grinta, invece, fanno difetto a un gruppo arrendevole. Questo sì un handicap, questa sì una colpa se se si pensa che è stato capace di gettare alle ortiche una vittoria anche in vantaggio di 2-0, come è accaduto con il Verona, poco più di una settimana fa. Tre gare di fila in casa, nemmeno un successo. E ora bisogna affrontare le squadre migliori del campionato. Con quale spirito se contro Vibo l’Aran si è rivelata poca cosa?