Calcio sporco, altri nove avvisi di garanzia: indagini su Pistoiese-L'Aquila
Secondo la procura di Catanzaro Di Nicola prima provò a "truccare" la partita a favore dei rossoblù. Poi dopo un'offerta di 25mila euro, e un rilancio a 50mila, si avrebbe avvantaggiato i toscani. La partita è finita 3-1 per la Pistoiese
L'AQUILA. Nuovi decreti di perquisizione con contestuali avvisi di garanzia, disposti dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, a carico di nove persone, tra cui calciatori e dirigenti di società sportive, ritenute responsabili di aver partecipato all’alterazione dei risultati delle partite di calcio Martina-Paganese, Vigor Lamezia-Casertana, Salernitana-Barletta e Pistoiese-L’Aquila, tutte del campionato 2014/2015 di Lega Pro (gironi B e C). Alcuni degli odierni indagati erano già stati colpiti da avvisi di garanzia nell’ambito dell’operazione «Dirty Soccer», eseguita nello scorso mese di maggio, mentre ai nuovi soggetti sottoposti a indagine è stata contestata la frode in competizioni sportive aggravata dall’essere oggetto di concorsi pronostici e scommesse. L’alterazione del risultato delle menzionate partite, infatti, aveva come fine l’illecito guadagno conseguente alle scommesse sul risultato delle stesse.
Gli avvisi di garanzia e le perquisizioni domiciliari sono stati emessi dalla Procura distrettuale Antimafia di Catanzaro a carico di: Giuseppe Perpignano, presidente del Barletta all’epoca dei fatti; Felice Bellini, dirigente sportivo; Claudio Arpaia, ex presidente della Vigor Lamezia; Cosimo D’Eboli, direttore generale della Paganese all’epoca dei fatti; Adriano Favia, ex vicepresidente del Martina; Eugenio Ascari, procuratore di calciatori; Davide Matteini, calciatore San Paolo Padova all’epoca dei fatti; Alessandro Romeo, calciatore della Pistoiese all’epoca dei fatti; Giuseppe Cianciolo, direttore sportivo del Poggibonsi all’epoca dei fatti.
Le partite di calcio di Lega Pro dei Gironi B e C nel mirino sono Vigor Lamezia-Casertana e Salernitana-Barletta del 25 aprile scorso, Pistoiese-L’Aquila del 12 aprile e Martina-Paganese del 20 dicembre 2014, partite che, spiega la Procura, «hanno dato luogo a specifiche contestazioni nei confronti dei menzionati indagati, ritenuti responsabili del reato di frode nelle competizioni di calcio oggetto di concorso pronostici e/o scommesse».
Nello specifico, in Vigor Lamezia-Casertana è emerso che Bellini, consulente di marketing della prima squadra all’epoca dei fatti, forte di accordi stretti con la dirigenza della squadra calabrese, si sarebbe prodigato a trovare un investitore disposto a finanziare una combine sulla partita in questione. In particolare Bellini avrebbe chiesto a un soggetto maltese in corso di identificazione 40mila euro per finanziare l’alterazione della partita della Vigor Lamezia, in favore della Casertana. Risulta che, in ordine alla compagine calabrese, Bellini abbia ricevuto il «via libera», relativamente alla combine, da parte del presidente Arpaia e forte di tale rassicurazione abbia effettuato diverse scommesse sportive sul risultato combinato.
Quanto a Salernitana-Barletta, dalle indagini è emerso che un gruppo di soggetti già indagati nelle precedenti tranche dell’operazione, senza il concorso di soggetti legati alla Salernitana, hanno proposto al massimo dirigente del Barletta di perdere la partita dietro pagamento di un lauto compenso.
Su Pistoiese-L’Aquila si è accertato che Di Nicola, direttore sportivo de L’Aquila, già indagato per altre combine, ha sfruttato la sua fitta rete di conoscenze per alterare il risultato della partita in favore della sua squadra. Il ds aquilano avrebbe proposto al calciatore della Pistoiese, Romeo, attraverso l’intermediazione di Ascari e Matteini, procuratori e agenti Fifa, già indagati, di combinare la partita appunto in favore de L’Aquila dietro promessa di un ingaggio, per la prossima stagione, nella compagine abruzzese, allo stesso Romeo. Paradossalmente Di Nicola, mentre stava organizzando la combine per come sopra esposta, ha ricevuto la proposta da Cianciolo (direttore sportivo del Poggibonsi), di alterare la partita facendo in modo che, invece, fosse la Pistoiese a uscire vittoriosa, con l’offerta a Di Nicola di 25.000 euro che il ds aquilano rilanciava a 50.000.
Le indagini di Martina-Paganese segnalano che D’Eboli, direttore generale della Paganese, attraverso Di Nicola e con l’intermediazione di Favia, avrebbe fatto pervenire al presidente della compagine tarantina (che non ha avrebbe accettato perchè troppo bassa) la proposta di ottenere un pareggio o comunque un risultato favorevole alla squadra campana, in lotta per la salvezza. A carico dei nuovi indagati, per i quali è stato disposto anche il relativo decreto di perquisizione, è stato effettuato sequestro di materiale informatico utile al prosieguo delle indagini.