Ceccon è d’oro nel dorso Macchi rabbia d’argento 

Altra gioia dal nuoto, nella scherma verdetto contestato in finale 

PARIGI. Un oro e un argento per l’Italia nella terza giornata di gare delle Olimpiadi 2024. Thomas Ceccon oro nel nuoto e Filippo Macchi argento di rabbia nerlla scherma. L'unico azzurro del nuoto che detiene un record del mondo, gambe corte, busto lungo e spalle larghe come gli piace raccontare di sé, si prende l'oro verso il quale sapeva intimamente di nuotare. Thomas Ceccon vicentino, classe 2001, il bel tenebroso dell'Italia che nuota, favorito secondo tutti, a Parigi chiude il cerchio: titolo olimpico dei 100 dorso, la distanza che lo ha portato già sul tetto del mondo con il primato iridato, sempre guardando le stelle, perché quello è il destino dei dorsisti. E ora l'alloro dei cinque cerchi cercato, voluto, atteso, ma non per questo scontato. Il secondo per l'Italia team dopo quello di Nicolò Martinenghi nei 100 rana, ma anche la seconda medaglia personale del veneto dopo quella all'esordio, di bronzo, nella 4x100 stile. L'azzurro si prende l'oro olimpico pur virando ai 50 in terza posizione, ma con una progressione studiata al dettaglio con lucidità e sicurezza ha toccato in 52”: battuti il cinese Jiayu Xu e l'americano Ryan Murphy. «Ho vinto grazie ai dettagli studiati da tempo», spiega prima di cedere alla gioia: «Sono tanto felice, e anche emozionato». Per arrivare a questo traguardo Ceccon, sul podio olimpico a vent'anni, quando a Tokyo festeggiò un argento e un bronzo con le staffette, ha sempre detto di aver versato sudore e lacrime. Ripagati però anche da due titoli mondiali e quattro ori agli europei e quel 51”60 stabilito nel 2022 a Budapest che lo ha iscritto per sempre tra i detentori di record del mondo. «La mia passione sarà sempre più forte dei sacrifici», ha più volte ribadito il nuotatore più poliedrico dello squadrone azzurro (vanta anche un titolo mondiale nei 50 farfalla, e se il dorso è la sua specialità nuota al top anche nello stile libero. L'unico che agli europei di Roma ha vinto sei medaglie in tre stili diversi, quattro d'oro). Tagliati i baffi vintage, sono rimasti i capelli un po’ lunghi compressi dentro la cuffia, il Thomas nazionale è anche un atleta da copertina. Si allena a Verona, nella piscina dei campioni, ma ama Roma, è fan di Jannik Sinner, i suoi idoli sono Roger Federer e Michael Phelps il libro sul comodino è Open, la biografia di Andre Agassi. Giocava a tennis da bambino, ma poi qualcuno lo ha buttato in acqua e non si è più fermato. Emigrato nella vicina Verona ha dovuto staccarsi dalla famiglia; un po’ bad boy e molto fenomeno, su Ceccon anche gli esperti internazionali avevano puntato. Insomma un altro titolo, tre medaglie in tre giorni di gare per la vasca, in attesa delle altre grandi carte da giocare: prima fra tutte quella di Gregorio Paltrinieri, che ha conquistato la finale degli 800 stile con il terzo tempo, tra i migliori otto entra anche Luca De Tullio, con il settimo tempo. E il gruppo azzurro è più saldo che mai, dopo questi successi. «L'oro di Martinenghi bellissimo. Ha dato la carica a tutto il gruppo», ha detto Paltrinieri, atteso anche dalle prove controverse, causa inquinamento della Senna, del nuoto di fondo. «Per quanto mi riguarda sono contento, ho fatto una buona gara. Ho voglia di gareggiare, e tanto». Nell'altra gara attesa, i 100 rana, Benedetta Pilato non è riuscita a riscattare del tutto l'Olimpiade sfortunata di Tokyo, quella della squalifica. La tarantina ha chiuso ai piedi del podio, un quarto posto che lascia certo l'amaro in bocca. Fuori dalla zona medaglie per un centesimo. «Ma io sono contenta lo stesso», ha detto la Pilato.
Fioretto: argento&polemiche. Probabilmente alla vigilia Filippo Macchi per questo argento nel fioretto avrebbe firmato. Ma perdere così la finale contro il campione in carica Cheung Ka Long fa male. Anche perché il pisano era in vantaggio 14-12 e, una volta raggiunto, ha creduto per due volte di avere piazzato la stoccata decisiva. Il giudice, invece, ha sancito la ripetizione dell'assalto e anche nella terza occasione la decisione non ha trovato d'accordo Pippo e soprattutto il c.t. Stefano Cerioni («arbitri incompetenti»), imbelvito. A fine gara, deluso, Macchi ha comunque stretto la mano all'avversario ma poi ha preferito lasciare subito la pedana, senza fermarsi per la consueta intervista flash. La Federscherma presenterà un ricorso formale, col sostegno del Coni alla Federazione internazionale e al Cio. Al momento rimane la delusione. Anche perché la scherma, di solito una garanzia azzurra anche a livello olimpico, per ora ha portato soltanto un bronzo con Samele nella sciabola e questo argento beffardo. L'ennesima sconfitta all'ultima stoccata, visto che il bilancio italiano al momento recita 8 sconfitte su 8 quando si è arrivati all'assalto decisivo.
Angelo Cardonna