QUELLI DEL PALALIDO DI MILANO
Chieti rivive il trionfo del 1971
Serata tra ricordi e aneddoti con la squadra della promozione in serie B di basket
CHIETI. Una partita che, per molti, rappresenta l’inizio di tutta la storia. Era l’11 maggio del 1971 e, sul prestigioso parquet del Palalido di Milano, la Birra Moretti Chieti e la Snia Rieti si contendevano in uno spareggio la promozione in serie B al termine di una stagione avvincente con i teatini protagonisti di una grande rimonta culminata nell’aggancio alla vetta della classifica in un indimenticabile confronto diretto sul campo della Villa comunale.
Una squadra, composta in massima parte da atleti locali che avrebbero poi continuato la scalata a campionati sempre più importanti, guidata dal tecnico slavo Todor Lazic il quale, non potendo essere tesserato, seguiva le partite dietro la panchina. Rieti più esperto, espressione di una piazza cestistica importante, forse maggiori le motivazioni dei biancorossi teatini. Prologo della gara turbato da incidenti sugli spalti, poi un confronto tiratissimo e, alla fine, il risultato (67-61) premia Chieti dando via libera alla gioia dei sostenitori in tribuna e di quelli che seguivano la partita attraverso telefonate, ad intervalli più o meno regolari, lungo i portici del Caffè Vittoria. La squadra che giocava all’aperto la domenica mattina, era dunque in serie B, allora seconda categoria nazionale. Occorre un impianto coperto, occorre attrezzarsi. E ci si attrezzò, assecondando una autentica febbre del basket. Una giornata memorabile, insomma. A distanza di 48 anni, i protagonisti di quella partita si sono ritrovati nei locali del Circolo degli Amici attorno alla persona dell’ingegner Ulrico De Cesare, al tempo punto di riferimento della società, per una cena all’insegna di un appassionato amarcord. Assieme a loro, altri giocatori che, nelle stagioni successive, con il marchio Rodrigo sulle maglie, hanno vissuto e fatto vivere a migliaia di appassionati, prima nella palestra di Piana Vincolato e poi al palazzetto di Colle dell’Ara, momenti indimenticabili mentre, nelle categorie giovanili, si arrivava puntualmente, ogni stagione, alle finali nazionali. Il ringraziamento ad «un dirigente che ha incarnato l’anima di una società straordinaria contribuendo a realizzare il sogno di una città» espresso in una targa consegnata all’ingegner De Cesare, nelle parole del figlio Angelo tanta emozione nel rivivere momenti di grande coinvolgimento sportivo: «Un velo di tristezza ricordando la figura di diversi dirigenti e di atleti che ci hanno lasciato prematuramente, come Sandro Leombroni e Nando Odorisio, è stato bello soffermarsi su tanti episodi di quello strepitoso periodo. Dalle due promozioni in serie A2 allo spareggio a Roma con il Livorno fino alla vittoria sul campo della Reyer Venezia, contro una squadra fortissima, con il tandem Collins-Hollis a dare spettacolo». Sempre partendo dalla famosa partita del Palalido. «Appena arrivati in B, ci confrontammo con Cagliari e Siena, appena retrocesse dalla massima serie, e si capi subito che quel gruppo di giocatori aveva notevoli margini di miglioramento». Fu così, nel solco tracciato dallo stesso Lazic sul quale lavorarono poi tecnici come Pippo Faina, Carlo Rinaldi, Claudio Vandoni e Nino Marzoli. Nello spareggio con il Rieti, segnato da una grande prova di Filippo D’Ottavio, erano sul parquet Renato Mancinelli, padre di Stefano, che diventerà bandiera della Fortitudo Bologna e capitano della Nazionale, e un giovanissimo Dante Anconetani, agli inizi di una importante carriera. Sulle ali dell’entusiasmo, una intera città, già affascinata dalla suggestione del torneo internazionale di fine giugno, si era intanto innamorata della palla a spicchi esprimendo un movimento di base che ha nel tempo portato alla crescita di diversi giocatori di spessore, come lo stesso Mancinelli, Claudio Capone e Giampaolo Ricci, consolidando una passione destinata ad allungarsi nel tempo. «Ho seguito il recente cammino della Teate del presidente Gabriele Marchesani che ha messo assieme una bella realtà», conclude Angelo De Cesare. «C’era la possibilità di arrivare subito ad alti livelli. E’ andata male. Ma Chieti, ne sono certo, tornerà presto tra le protagoniste del basket nazionale».
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