D’Amato, trave da favola  Il tiro al piattello è d’oro 

La ginnastica (bronzo per Esposito) e lo skeet portano altre medaglie

PARIGI. Al decimo giorno, salgono a nove gli ori del Team Italia, come non succedeva a questo punto dei Giochi da Sydney 2000, e il pallottoliere conta 25 podi più uno conteso. La giornata che incorona la coppia dello skeet Bacosi-Rossetti e la ginnastica azzurra con lo storico oro di Alice D'Amato, aggiunge anche il bronzo di Manila Esposito. La rincorsa dell'Italia al record di Tokyo (40 medaglie complessive, di cui 10 ori, 10 argenti e 20 bronzi) prosegue. Ora il medagliere dice 9 ori, 10 argenti e 6 bronzi (più uno conteso della Battocletti).
Sorpresa D’Amato. Le Olimpiadi sono quel paese delle meraviglie in cui la ginnastica riempie la Bercy Arena per Simone Biles e si ritrova poi a celebrare Alice D'Amato. Una sorpresa - la caduta dalla trave della ginnasta americana, Regina indiscussa - e un'impresa - quella dell'azzurra con un esercizio da battimani - ed ecco un oro storico. Nel giorno in cui la statunitense sbaglia l'esercizio alla trave, ci pensa la ventunenne di Genova a riscrivere la storia dello sport italiano, vincendo un oro olimpico che mai prima la ginnastica azzurra femminile aveva portato a casa. Basta questo per definire la grandezza dell'impresa di Alice, eppure l'Italia non sembra accontentarsi perché al metallo più prezioso, arrivato con un punteggio di 14.366, si aggiunge il bronzo di Manila Esposito, l'atleta donna più giovane della spedizione con i suoi 17 anni. In mezzo, con l'argento, la cinese Zhou, ma i riflettori sono tutti per le azzurre. L'inno di Mameli risuona forte e giù dal palco finisce anche la brasiliana Rebeca Andrade, oltre che la Biles, dalla quale arriva, almeno per un pomeriggio, il passaggio della corona. «Sono super eccitata e orgogliosa per loro», dice l'americana complimentandosi con Alice e Manila, prima di andare a prendersi l'argento nel corpo libero con un inchino sul podio alla vincitrice Andrade. Anche quello alle due azzurre, benchè virtuale, non era stato da meno. «Hanno fatto un esercizio fantastico e saranno d'esempio per le ginnaste italiane». Parole non di un'atleta qualsiasi, ma della star incontrastata della ginnastica, idolo in America e nel resto del mondo. E dopo le lacrime anche la neo campionessa olimpica mette da parte la timidezza. «Sì, quello che è successo è una cosa storica», ha detto la ginnasta delle Fiamme Oro che ha dedicato il successo al papà scomparso. «Quando ho visto il punteggio sul tabellone non potevo crederci». Anche perché la ginnasta ligure (la gemella Asia è a casa per infortunio) era entrata in finale col settimo punteggio. «Era grandioso già solo partecipare alla finale di trave. Ho cercato di cogliere l'occasione e ci sono riuscita. Ora voglio godermi quello che ho vinto». Il super oro si aggiunge al già storico argento a squadre conquistato con le Fate.
Tiro piattello. Squadra mista skeet d’oro. Diana Bacosi e Gabriele Rossetti, già campioni olimpici a Rio nell'individuale, hanno vinto questa gara mista che per la prima volta faceva parte del programma dei Giochi. Così viene ripristinata la tradizione, venuta meno a Tokyo, che fa dell'Italia la maggior potenza mondiale del tiro a volo, in perenne lotta per il primato con gli Usa, e una delle principali fornitrici di successi olimpici per l'Italia. Ed è un'Italia che anche quando non vince con i propri atleti, lo fa con i suoi tecnici che allenano le nazionali di mezzo mondo, come nel caso della cilena Crovetto che qui ha vinto nella prova femminile e ha come tecnico il romano Christian Eleuteri. Diana Bacosi da Città delle Pieve, lasciando da parte per un attimo la sua proverbiale modestia, dice «tre medaglie (a Tokyo fu argento ndr) in tre partecipazioni alle Olimpiadi sono tanta roba, ma io lo so di essere forte. Mi sento come Kimberly Rhode, una leggenda del mio sport». Un paragone, quello con la 45enne statunitense vicepresidente della federazione internazionale e capace di andare a medaglia in 6 diverse edizioni dei Giochi, che non stona. Per classe, e per la freddezza nei momenti che contano. Diana lo ha dimostrato anche ieri, perché è stata lei a dare la certezza dell'oro all'Italia frantumando, in una posizione di tiro non facile, gli ultimi due 'doppietti’ (quattro piattelli) che hanno certificato la sconfitta dei due americani. Poi l'annuncio: «Non mi fermo qui, continuo fino a Los Angeles». Intanto sia Diana che Gabriele, dopo essersi messi al collo la medaglia d'oro, hanno espresso il desiderio di un altro premio: entrambi tifosi milanisti, vogliono andare a Milanello e conoscere Zlatan Ibrahimovic, per loro un idolo anche se adesso fa il dirigente. Verranno accontentati. Poco lontano li osserva il loro ct Andrea Benelli, che l'oro dei Giochi da tiratore lo vinse nel 2004 ad Atene mimando la mitraglia di Batistuta e poi ha continuato a mietere successi come tecnico. Ora sarebbe tentato di andarsene per lasciare in bellezza. Ma avrà tempo per pensarci, perché per il tiro a volo italiano è il momento della festa.
Giorgio La Bruzzo