CALCIO
Da Vasto alla serie A, Cavuoti strega il Cagliari
Il 18enne talento aragonese in panchina contro lo Spezia. E ora sogna il debutto tra i grandi
VASTO. «Papà, sono stato convocato in prima squadra. Stasera vado in panchina contro lo Spezia». È il messaggio che Nicolò Cavuoti ha mandato al padre Massimiliano poche ore prima del fischio d’inizio di Cagliari-Spezia. Quando l’allenatore rossoblù Leonardo Semplici ha comunicato la lista dei convocati, affianco ai big Joao Pedro, Pavoletti e Godin c’era anche il nome di Cavuoti, 18 anni compiuti ad aprile, vastese doc, che fino a due anni fa giocava in serie D nella squadra della sua città.
Dai dilettanti alla prima convocazione in A: il sogno di Cavuoti si è realizzato lunedì sera, nel posticipo della prima giornata, quando il baby centrocampista vastese è andato in panchina in una gara ufficiale di A. Semplici non l’ha buttato nella mischia, anche perché la partita per il Cagliari si era messa male (Spezia avanti 2-0, poi il pari con doppietta di Joao Pedro), ma il debutto è solo rimandato. L’allenatore rossoblù crede fortemente in Cavuoti e lo ha dimostrato non solo a parole («È un ragazzo di prospettiva, non gli voglio mettere pressioni ma ha qualità») ma anche con i fatti, portandolo via dalla Primavera e facendogli fare tutto il ritiro estivo precampionato con la prima squadra. «È stata una sorpresa per tutti, anche per noi, vederlo in panchina contro lo Spezia», dice il papà Massimiliano, ex arbitro di serie C ed ex assistente in A e B. «Quando ci ha avvertiti, era felicissimo».
La carriera. Cavuoti è cresciuto nella Virtus Vasto dove ha giocato per undici anni, fino agli Allievi. La fortuna di Nicolò è stata quella di incontrare Marco Amelia, l’ex campione del mondo che nella stagione 2019-2020 ha allenato la Vastese in serie D. «Amelia fece uno stage all’Aragona per vedere i ragazzi del 2002 e del 2003 della Virtus Vasto», racconta il papà Massimiliano, «e in quell’occasione notò subito le qualità di Nicolò». «Questo viene con noi in prima squadra», disse Amelia che lo fece esordire a 16 anni nel derby di campionato contro il Chieti (non una gara qualsiasi). Per Cavuoti 20 presenze e tre gol in biancorosso.
La chiamata del Cagliari. I numeri e le qualità del baby talento della Vastese non sono passate inosservate. Cavuoti non fa in tempo a terminare la sua prima stagione in serie D che arrivano subito le prime offerte da società professionistiche. «Su di lui c’erano Parma, Roma e Cagliari», ricorda il presidente della Vastese Franco Bolami, «noi abbiamo lasciato decidere alla famiglia la migliore destinazione». Accordo chiuso col Cagliari, che lo aggrega prima all’under 17 e, poi, alla Primavera dove lo scorso anno Cavuoti si è messo in mostra giocando 24 partite e segnando un gol. Ed è arrivata anche la convocazione in nazionale under 19. «Si vedeva subito che aveva grandi qualità», dice Bolami. La trattativa con il Cagliari è stata chiusa dal ds Nicola D’Ottavio. «È un giocatore che ha una tecnica notevole per poter fare categorie importanti», spiega l’uomo mercato della Vastese. «Dove potrà arrivare, lo sa soltanto il Cagliari. Lui da noi ha fatto il trequartista, l’esterno perché sa rientrare col sinistro e la seconda punta. Ora nella Primavera del Cagliari sta giocando da regista». L’accordo tra Vastese e Cagliari prevede una serie di bonus per i biancorossi al raggiungimento di alcuni step (circa 50mila euro nelle casse biancorosse quando Cavuoti esordirà in A).
La famiglia. Papà Massimiliano è il suo primo tifoso. «Lo siamo tutti in famiglia, dalla mamma Mikaela alla sorella Martina fino al fratello Mattia. Da padre, ma soprattutto da ex arbitro che conosce il calcio, a Nicolò dico sempre di avere pazienza, di saper aspettare e di non affrettare i tempi. Deve ascoltare gli altri e crescere senza pressioni. Se uno ha talento, alla lunga dimostrerà il suo valore. Lui è un ragazzo d’oro, ha sempre avuto la passione per il calcio. Da piccolo giocava a piedi scalzi in spiaggia. Gli auguro di realizzare i suoi sogni». Il primo, la convocazione in A, è stato già realizzato. L’altro, quello più grande, il debutto nella massima serie, è lì a portata di mano. È solo questione di tempo.
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