Danilo: «Sono pronto Mi gioco le mie carte»
PESCARA. Della composizione della squadra azzurra è soddisfatto anche Danilo Di Luca. Secondo il campione di Spoltore, gli atleti scelti dal commissario tecnico Franco Ballerini sono adatti al percorso iridato di Stoccarda.
La corsa è in programma domenica 30 settembre e Di Luca spera di chiudere la stagione con una zampata, naturalmente quella iridata. La condizione fisica è migliorata e Danilo sembra aver riacquisito la concentrazione giusta per tornare alla vittoria, dopo i piazzamenti ottenuti in Francia e in Polonia.
Il corridore della Liquigas - che nella prossima stagione cambierà squadra - è motivatissimo. Di Luca, è soddisfatto delle convocazioni fatte da Ballerini? «E’ una squadra giusta, ci sono corridori adatti a quel circuito. Certamente ci sono meno uomini per aiutare i capitani, ma non è un problema, anzi, va bene così».
Avrebbe preferito avere in squadra il suo uomo di fiducia, Spezialetti? «Un elemento di esperienza come Spezialetti sarebbe stato di aiuto per qualsiasi capitano. Ma non era nei programmi. Almeno per quest’anno». Lei ha disputato varie prove mondiali. Quale strategia deve adottare Ballerini per bissare il titolo del 2007? «Formare il gruppo. Bisogna lavorare tutti verso un solo obiettivo: la maglia iridata.
Certamente in questi giorni il commissario tecnico deve creare la condizione mentale per studiare una strategia comune». Chi è l’uomo da battere in questo mondiale? «Il corridore di sempre: Oscar Freire. Ha una buona condizione fisica e l’ha dimostrato. La Spagna è la nazionale da tenere d’occhio, non ci sono dubbi. Farei attenzione anche a Zabel e Schumacher, sono atleti di cui non bisogna assolutamente fidarsi perché hanno sempre la zampata pronta per colpire e poi consideriamo che corrono sulle strade di casa, c’è più motivazione a fare bene».
Parliamo del percorso: è più duro rispetto a quello di Salisburgo? «Non è adatto ai velocisti e quindi Ballerini ha fatto bene a non portare Bennati o Petacchi. E’ più duro rispetto a quello dello scorso anno, c’è un dislivello di oltre cinquemila metri e la salita finale è una rampa di lancio. Dobbiamo rendere la corsa dura per evitare di portare i corridori veloci in volata, come Freire». Quali sono le aspettative di Danilo Di Luca in questo mondiale? «Parto come uno dei capitani.
Non ho l’assillo della vittoria, ma certamente mi gioco le mie carte. E’ sempre un mondiale. E se quest’anno non dovesse arrivare la vittoria, punto tutto alla prova iridata di Varese, nel 2008. Lì partirò per vincere». (gi.pe.)
La corsa è in programma domenica 30 settembre e Di Luca spera di chiudere la stagione con una zampata, naturalmente quella iridata. La condizione fisica è migliorata e Danilo sembra aver riacquisito la concentrazione giusta per tornare alla vittoria, dopo i piazzamenti ottenuti in Francia e in Polonia.
Il corridore della Liquigas - che nella prossima stagione cambierà squadra - è motivatissimo. Di Luca, è soddisfatto delle convocazioni fatte da Ballerini? «E’ una squadra giusta, ci sono corridori adatti a quel circuito. Certamente ci sono meno uomini per aiutare i capitani, ma non è un problema, anzi, va bene così».
Avrebbe preferito avere in squadra il suo uomo di fiducia, Spezialetti? «Un elemento di esperienza come Spezialetti sarebbe stato di aiuto per qualsiasi capitano. Ma non era nei programmi. Almeno per quest’anno». Lei ha disputato varie prove mondiali. Quale strategia deve adottare Ballerini per bissare il titolo del 2007? «Formare il gruppo. Bisogna lavorare tutti verso un solo obiettivo: la maglia iridata.
Certamente in questi giorni il commissario tecnico deve creare la condizione mentale per studiare una strategia comune». Chi è l’uomo da battere in questo mondiale? «Il corridore di sempre: Oscar Freire. Ha una buona condizione fisica e l’ha dimostrato. La Spagna è la nazionale da tenere d’occhio, non ci sono dubbi. Farei attenzione anche a Zabel e Schumacher, sono atleti di cui non bisogna assolutamente fidarsi perché hanno sempre la zampata pronta per colpire e poi consideriamo che corrono sulle strade di casa, c’è più motivazione a fare bene».
Parliamo del percorso: è più duro rispetto a quello di Salisburgo? «Non è adatto ai velocisti e quindi Ballerini ha fatto bene a non portare Bennati o Petacchi. E’ più duro rispetto a quello dello scorso anno, c’è un dislivello di oltre cinquemila metri e la salita finale è una rampa di lancio. Dobbiamo rendere la corsa dura per evitare di portare i corridori veloci in volata, come Freire». Quali sono le aspettative di Danilo Di Luca in questo mondiale? «Parto come uno dei capitani.
Non ho l’assillo della vittoria, ma certamente mi gioco le mie carte. E’ sempre un mondiale. E se quest’anno non dovesse arrivare la vittoria, punto tutto alla prova iridata di Varese, nel 2008. Lì partirò per vincere». (gi.pe.)