Derby tra incompiute, zero gol
Il Giulianova meglio all’inizio, la Valle del Giovenco nella ripresa.
GIULIANOVA. Alla fine il punticino sembra accontentare tutti. E forse è inevitabile, dopo una brutta partita nella quale entrambe le squadre sono rimaste incompiute: il Giulianova ha fatto bene solo nel primo tempo, la Valle del Giovenco solo nel secondo. Per «far bene», poi, bisogna chiarire che intendiamo le buone intenzioni, la capacità di occupare razionalmente il campo e di proporsi all’offensiva; non certo l’effettiva produzione di gioco e occasioni da gol. Il gioco è stato brillante solo a momenti, le palle-gol sono state le grandi assenti della domenica. Il Giulianova non ne ha creata neanche una limpida, la Valle si è fermata a due. Il malinconico esito del derby abruzzese di giornata non deve comunque annegare tutto in un grigiore indistinto e far dimenticare le profonde differenze delle forze in campo. Il Giulianova baby si è presentato senza il capitano e leader difensivo Garaffoni e senza l’intero attacco titolare (Carbonaro e Campagnacci out, Melchiorri in panchina dopo l’influenza).
La formazione di partenza dei giallorossi era di 76 anni più giovane di quella avversaria e quasi completamente priva di esperienza a livello di C1; tra i marsicani spiccavano tre giocatori (Birindelli, Choutos e Cesar) che hanno frequentato i massimi livelli del calcio. Certo, a compensare parzialmente il gap c’erano le condizioni pessime del terreno di gioco, alle quali il Giulianova - se non altro per abitudine - si adatta meglio, e la continuità nella guida tecnica, visto che Bitetto è alla terza stagione in giallorosso mentre Dario Bonetti è appena arrivato. Però, che un organico così importante per la categoria riesca a mettere in difficoltà solo nella mezz’ora finale una rabberciata banda di ragazzini è un fatto che fa pensare. E spinge a concludere che il pareggio può andare benissimo al Giulianova, ma potrebbe significare due punti persi per i biancoverdi sulla strada della risalita verso le zone alte.
Ai punti il Giulianova vincerebbe nettamente il primo tempo. I giallorossi sono più brillanti, aggrediscono i compassati avversari e tentano ripetutamente di sfondare sugli esterni, ma il loro peso offensivo è - viste le assenze già citate - decisamente scarso. La Valle, peraltro, un po’ per scelta un po’ per necessità se ne sta ben piantata all’indietro e non concede spazi. Curiosamente l’unica palla-gol vera è marsicana, ma Franciel la spreca sugli sviluppi di un angolo. Nella ripresa Bonetti si ripresenta con Laboragine al posto di Choutos e modifica il 4-4-2 iniziale in un 4-2-3-1, con Berra a fare il trequartista dietro a Franciel. Le cose per i biancoverdi migliorano, complice un evidente calo atletico del Giulianova, ma non così tanto.
L’aggiustamento definitivo Bonetti lo compie al 19’ con l’ingresso di Cruciani al posto di Pomponi. Cesar scala a terzino e finalmente comincia a fare qualcosa di degno del suo nome, la linea dei trequartisti diventa (da destra) Berra-Cruciani-Laboragine e il Giulianova si ritrova avvolto in una ragnatela. A tratti sembra di vedere il secondo tempo di Inter-Barcellona, con una sorta di “torello” degli ospiti ai padroni di casa chiusi in massa davanti all’area. La netta supremazia finale della Valle produce qualche tiro così così e qualche cross pericoloso, ma soprattutto una netta palla-gol che Laboragine stecca non da par suo. Finisce 0-0 anche perché il Giulianova, in fase difensiva, conferma le proprie ottime qualità. Dalla metà campo in su, il suo secondo tempo è zero totale.
Nel finale partono dei «buu» dallo sgradevole sentore razzista della curva ospite verso il nero Vinetot. Peccato, è l’unica nota stonata della domenica sul piano del fair play. La partita si chiude - udite, udite - senza neanche un ammonito, e non certo perché l’arbitro sia un fenomeno. Aureliano fischia poco (alla fine, fuorigioco esclusi, appena 23 falli: 15 pro Giulianova) e fa bene, ma lo aiutano moltissimo i giocatori. Da questo punto di vista, la partita che tutti vorrebbero vedere. Giusto da questo punto di vista.
La formazione di partenza dei giallorossi era di 76 anni più giovane di quella avversaria e quasi completamente priva di esperienza a livello di C1; tra i marsicani spiccavano tre giocatori (Birindelli, Choutos e Cesar) che hanno frequentato i massimi livelli del calcio. Certo, a compensare parzialmente il gap c’erano le condizioni pessime del terreno di gioco, alle quali il Giulianova - se non altro per abitudine - si adatta meglio, e la continuità nella guida tecnica, visto che Bitetto è alla terza stagione in giallorosso mentre Dario Bonetti è appena arrivato. Però, che un organico così importante per la categoria riesca a mettere in difficoltà solo nella mezz’ora finale una rabberciata banda di ragazzini è un fatto che fa pensare. E spinge a concludere che il pareggio può andare benissimo al Giulianova, ma potrebbe significare due punti persi per i biancoverdi sulla strada della risalita verso le zone alte.
Ai punti il Giulianova vincerebbe nettamente il primo tempo. I giallorossi sono più brillanti, aggrediscono i compassati avversari e tentano ripetutamente di sfondare sugli esterni, ma il loro peso offensivo è - viste le assenze già citate - decisamente scarso. La Valle, peraltro, un po’ per scelta un po’ per necessità se ne sta ben piantata all’indietro e non concede spazi. Curiosamente l’unica palla-gol vera è marsicana, ma Franciel la spreca sugli sviluppi di un angolo. Nella ripresa Bonetti si ripresenta con Laboragine al posto di Choutos e modifica il 4-4-2 iniziale in un 4-2-3-1, con Berra a fare il trequartista dietro a Franciel. Le cose per i biancoverdi migliorano, complice un evidente calo atletico del Giulianova, ma non così tanto.
L’aggiustamento definitivo Bonetti lo compie al 19’ con l’ingresso di Cruciani al posto di Pomponi. Cesar scala a terzino e finalmente comincia a fare qualcosa di degno del suo nome, la linea dei trequartisti diventa (da destra) Berra-Cruciani-Laboragine e il Giulianova si ritrova avvolto in una ragnatela. A tratti sembra di vedere il secondo tempo di Inter-Barcellona, con una sorta di “torello” degli ospiti ai padroni di casa chiusi in massa davanti all’area. La netta supremazia finale della Valle produce qualche tiro così così e qualche cross pericoloso, ma soprattutto una netta palla-gol che Laboragine stecca non da par suo. Finisce 0-0 anche perché il Giulianova, in fase difensiva, conferma le proprie ottime qualità. Dalla metà campo in su, il suo secondo tempo è zero totale.
Nel finale partono dei «buu» dallo sgradevole sentore razzista della curva ospite verso il nero Vinetot. Peccato, è l’unica nota stonata della domenica sul piano del fair play. La partita si chiude - udite, udite - senza neanche un ammonito, e non certo perché l’arbitro sia un fenomeno. Aureliano fischia poco (alla fine, fuorigioco esclusi, appena 23 falli: 15 pro Giulianova) e fa bene, ma lo aiutano moltissimo i giocatori. Da questo punto di vista, la partita che tutti vorrebbero vedere. Giusto da questo punto di vista.