Di Stanislao tiene sulla graticola il Lanciano
Il presidente protagonista di un ribaltone dietro l’altro: da Camplone a Montani
LANCIANO. Tutto e il contrario di tutto. E’ quel che accade da un po’ di tempo a questa parte in casa rossonera. Il lodevole tentativo di ammettere gli errori del passato non ha impedito, a quanto pare, al presidente del Lanciano Paolo Di Stanislao di ricadere in tentazione. Magari alla fine avrà ragione lui, ma la situazione di estrema incertezza che sta caratterizzando i primi passi della nuova stagione agonistica è tutta farina del suo sacco. Rispetto ad un anno fa, si è passati infatti da un eccesso all’altro. Prima c’era un pericoloso sovraffollamento di ruoli all’interno della società, mentre adesso, dopo le dimissioni (irrevocabili) del team manager Marco Paone, ed in attesa della firma del tecnico Carlo Susini, del suo eventuale vice e del ds Vittorio Cozzella, l’unica figura certa è proprio quella del presidente che ha dichiarato di voler gestire questa prima fase “alla Lotito”, ovvero assumendo su di sè tutte le cariche dirigenziali.
Una scelta rischiosa soprattutto per uno come lui che, essendosi avvicinato a questo mondo da meno di un anno, dovrà affrontare con gli occhi ben aperti questa prima, ma importantissima, fase del mercato che lo ha visto impegnato a Milano in svariate trattative, nessuna delle quali è stata però perfezionata. Altrettanto discutibile è parsa poi la sua condotta in merito alla scelta dell’allenatore che, a meno di ulteriori ribaltoni, sarà il romano Carlo Susini, col quale è stata raggiunta un’intesa che deve essere ratificata sugli appositi moduli federali. Al suo arrivo sembra legato anche quello dell’imprenditore Gianni, ex Ternana, in società. Peccato che lo stesso si era detto per Fabio Montani, convinto ad accettare il ruolo di vice-Susini, già ricoperto in passato accanto all’amico Camplone. Ruolo, invece, improvvisamente congelato da Di Stanislao, che parla di alcuni aspetti da chiarire.
Nulla da dire, se non fosse che a causa della sua offerta, il buon Montani ha dovuto rinunciare alla panchina del Casoli... Ed anche per lo stesso Andrea Camplone non è che le cose siano andate in maniera tanto diversa: attestati pubblici di stima, ripetuti annunci di incontri imminenti, ma risultati concreti zero, e l’ormai scontato ingaggio di Susini (che naturalmente non ha alcuna colpa in tal senso) ne è la più evidente riprova.
Una scelta rischiosa soprattutto per uno come lui che, essendosi avvicinato a questo mondo da meno di un anno, dovrà affrontare con gli occhi ben aperti questa prima, ma importantissima, fase del mercato che lo ha visto impegnato a Milano in svariate trattative, nessuna delle quali è stata però perfezionata. Altrettanto discutibile è parsa poi la sua condotta in merito alla scelta dell’allenatore che, a meno di ulteriori ribaltoni, sarà il romano Carlo Susini, col quale è stata raggiunta un’intesa che deve essere ratificata sugli appositi moduli federali. Al suo arrivo sembra legato anche quello dell’imprenditore Gianni, ex Ternana, in società. Peccato che lo stesso si era detto per Fabio Montani, convinto ad accettare il ruolo di vice-Susini, già ricoperto in passato accanto all’amico Camplone. Ruolo, invece, improvvisamente congelato da Di Stanislao, che parla di alcuni aspetti da chiarire.
Nulla da dire, se non fosse che a causa della sua offerta, il buon Montani ha dovuto rinunciare alla panchina del Casoli... Ed anche per lo stesso Andrea Camplone non è che le cose siano andate in maniera tanto diversa: attestati pubblici di stima, ripetuti annunci di incontri imminenti, ma risultati concreti zero, e l’ormai scontato ingaggio di Susini (che naturalmente non ha alcuna colpa in tal senso) ne è la più evidente riprova.