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Fara-Penne, tre deferiti oltre al club vestino

Il 19 dicembre davanti alla corte d’Appello territoriale dell’Aquila il processo sportivo per illecito

PESCARA. Sette mesi e mezzo dopo, lunedì 19 dicembre, si cercherà di fare maggiore chiarezza sulla partita Fara San Martino-Penne del primo maggio scorso, terminata 2-1 per i faresi, nella penultima giornata del girone B di Promozione. Se ne riparlerà davanti alla corte d’appello territoriale dell’Aquila, visto che la Procura federale ha deferito tre giocatori del Penne per illecito sportivo oltre alla stessa società vestina per responsabilità oggettiva. Il video della rete del 2-1 (pubblicato sulla pagina Facebook del sito www.abruzzowebtv.it), segnata in zona Cesarini dal farese Di Vito, ha fatto il giro del mondo, arrivando fino a un paio di miilioni di visualizzazioni sulla rete per quel disimpegno sbagliato del numero 3 del Penne Di Simone che ha permesso agli avversari di andare verso la porta per segnare la rete che poi ha consentito al Fara San Martino di festeggiare la salvezza. Una sconfitta indolore per i biancorossi – visto che il Passo Cordone, rivale nella corsa al salto di categoria, era stato battuto dal River Casale 65 – che la settimana successiva, superando 3-0 il Silvi in casa, hanno brindato al ritorno in Eccellenza. Quel video è diventato virale sul web dando adito a battute, sfottò e illazioni. A seguito di ulteriori segnalazioni, la Procura federale ha aperto un fascicolo. Sono state avviate delle indagini e sono stati ascoltati sia i tesserati dell’una che dell’altra squadra. Qualche settimana fa, sono arrivati i deferimenti: tre tesserati del Penne, oltre alla società per responsabilità oggettiva. Nessuno del Fara San Martino che peraltro in estate ha cessato l’attività. Va rimarcato come tutta questa vicenda sia stata avvolta da una cortina di silenzio quantomeno anomala. I tre deferiti del Penne sono calciatori che quel primo maggio erano in campo, di cui uno oggi non veste più la casacca biancorossa. L’accusa è di violazione dell’articolo 7 comma 1 e dell’articolo 1 bis comma 3 del codice di giustizia sportiva. Dovranno rispondere di illecito sportivo e di violazione dell’obbligo di presentarsi davanti agli organi istituzionali della Figc. Ovviamente, questa è la tesi dell’accusa, tutta da dimostrare. Non è dato conoscere quali siano gli atti che sorreggono l’ipotesi della Procura federale. Di certo, c’è il video. Ma un errore in fase di disimpegno, quantunque goffo, non può bastare a sorreggere l’atto di deferimento. C’è dell’altro, ovviamente. Si parla di messaggi telefonici equivoci, ma non ci sono conferme in tal senso. «Noi siamo fiduciosi», ha detto il presidente del Penne Luca Pilone che in estate ha preso il posto di Fabrizio Vecchiotti. «Di certo, in questa vicenda siamo parte lesa. E comunque a tutt’oggi non sappiamo ancora che cosa è realmente accaduto».

I giocatori deferiti rischiano una squalifica (fino a cinque anni), il Penne una penalizzazione in classifica da scontare in questo campionato di Eccellenza nel quale occupa l’ultimo posto con 7 punti. La società biancorossa rischia per il principio della responsabilità oggettiva, ovvero risponde per quello che fanno i propri tesserati.

L’altro caso di presunto illecito. Ovviamente, l’atto di deferimento non va confuso con una condanna. A maggior ragione dopo quello che è accaduto qualche settimana fa per il caso Tollese-Pianella (Prima categoria della passata stagione): alla corte d’appello territoriale dell’Aquila si è passati dall’illecito sportivo al proscioglimento, passando per una richiesta dell’accusa inferiore a quanto previsto per dalle norme federali. La giustizia sportiva ha bocciato in toto le tesi della Procura federale. Che – è la notizia degli ultimi giorni – ha fatto appello.

@roccocoletti1

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