L’allenatore Capobianco: «Fisicamente non siamo al meglio, per vincere ci vorrà molta forza di volontà»

Final Eight, è il giorno decisivo

Spareggio Teramo-Montegranaro: solo una può andare in Coppa Italia

TERAMO. E’ il primo snodo del campionato: oggi si definisce la griglia delle otto squadre che accederanno alla Final Eight di Coppa Italia. L’incertezza è massima e alle cinque formazioni che possono finire fra la sesta e la decima posizione non basterà vincere.

Per qualificarsi avranno bisogno anche della combinazione favorevole degli altri risultati. Da questo punto di vista, la Banca Tercas Teramo parte in vantaggio rispetto alle concorrenti - Treviso, Biella, Avellino e Montegranaro; Cantù è di fatto già qualificata - dovendo temere solo l’arrivo a pari punti con Treviso senza altre squadre appaiate a 16 punti: tutte le altre combinazioni la vedrebbero comunque fra le prime otto.

Questo però è quel che si dice fare i conti senza l’oste, che oggi si chiama Sutor Montegranaro. Prima di tutto bisogna battere i “ciabattini” in quello che è un vero e proprio spareggio, e il Teramo arriva a questo appuntamento cruciale con un carico di problemi fisici: Poeta ha ricominciato solo venerdì ad allenarsi, stesso discorso per Amoroso che ha ripreso a toccare la palla l’altro ieri; Lulli ha rimediato ieri una botta in allenamento e bisognerà vedere se riuscirà a recuperare per questo pomeriggio.

«Certamente non siamo al meglio delle condizioni fisiche», conferma coach Andrea Capobianco, «vorrà dire che dove siamo carenti fisicamente dovremo compensare con la forza di volontà, con la testa, con l’attenzione». Quella che un po’ è mancata nella partita persa domenica scorsa a Treviso, al termine della quale Capobianco ha rimproverato ai suoi di aver concesso qualcosa come 14 rimbalzi offensivi agli avversari e di conseguenza una serie di tiri di seconda e terza opportunità che poi si sono rivelati determinanti sul risultato.
«Dovremo far grande attenzione a questo tipo di fondamentale, tagliafuori e rimbalzo», osserva il coach della Banca Tercas, «perchè Montegranaro ha giocatori specialisti in questo. E poi concedere un rimbalzo non significa solo dare all’avversario la possibilità dei due punti, ma è molto di più, perchè quando una squadra prende un rimbalzo si esalta e poi diventa difficile giocarci contro».

Finora la Sutor ha avuto in trasferta un ruolino di marcia pessimo: sei sconfitte su sette partite (unica vittoria a Napoli), ma questa constatazione non rende Capobianco meno guardingo: «E’ vero che in trasferta non sono andati bene, ma conosco giocatori come Maestranzi (il play del Montegranaro che era con Capobianco a Jesi ndr), ne conosco la mentalità vincente. Uno come Maestranzi le partite importanti le vince. E’ inutile farsi illusioni: sarà una partita dura. Loro sono una buonissima squadra, in cui ogni singolo giocatore è capace di mettere il proprio talento a servizio degli altri. Teramo e Montegranaro in questo si assomigliano, oltre che nello spirito combattivo che hanno entrambe».
Uno spirito che speriamo venga fuori anche questa sera, ma che comunque il Teramo ha già dimostrato di possedere, per esempio non arrendendosi ai tanti infortuni a inizio stagione e per ultimo all’epidemia influenzale che ha decimato la squadra. «Per tutto quello che si è verificato quest’anno, tra infortuni e malattie», dice in proposito Capobianco, «dobbiamo provare assolutamente a concretizzare quel sogno che in certi momenti sembrava ormai andato: con la testardaggine siamo arrivati a giocarci la Final Eight all’ultima aprtita. Noi abbiano giocato nove volte senza avere tutta la squadra al completo. Penso a quando siamo andati in Turchia e abbiamo dovuto giocare senza un giocatore fondamentale come Amoroso: be’, altre squadre avrebbero mollato mentalmente, noi invece abbiamo lottato fino all’ultimo».

Questa sera si faranno i primi conti: un canestro in più o in meno può cambiare tutto per quanto riguarda i risultati, ma non può cambiare il giudizio su quanto la squadra è riuscita a fare finora. «Dopo tutte le vicissitudini che abbiamo avuto», osserva il coach, «mi avrebbe fatto piacere avere due o quattro punti in più. So che abbiamo fatto degli errori, ma so anche quanto hanno fatto i ragazzi, so quanto ci è vicina la società, e so quanto il pubblico ci sta dando una mano. Bisogna partire sempre da un concetto: nella vita nulla ci è dovuto, le cose vanno sudate e noi di sudore ne stiamo gettando molto. Se abbiamo perso qualche partita è perché sbagliare è umano, e poi ci sono avversari forti, ma noi abbiamo cercato sempre di fare le cose nel modo migliore».