PALLA AL CENTRO
Forse nemmeno Conte conosce la forza dell'Inter
Anche il Milan è umano. Anche la capolista alla lunga risente delle assenze, tra gli altri, di Ibrahimovic e Kjaer. La classifica si accorcia perché vincono le inseguitrici e, di conseguenza, si fanno sotto. Non cambiano le gerarchie, ma il vantaggio della prima della classe si riduce. Non vince il Milan, ma mostra carattere. È tosto. Questa volta non c’è Ibra a trascinarlo alla rimonta, come contro il Verona. Ma i rossoneri recuperano due reti anche al Parma, questo significa che ci sono valori importanti nel gruppo al di là di chi va in campo. Senza contare i quattro legni che hanno salvato il Parma prima della doppietta di Theo Hernandez. Non c’è tempo di rifiatare, perché il calendario prevede un turno infrasettimanale. Alcuni rapporti di forza, forse, potranno essere modificati: di solito non tutti riescono a metabolizzare tre gare in sette giorni. Lecito attendersi qualche altra sorpresa.
Era l’Inter particolarmente attesa all’opera dopo l’eliminazione in Champions. Esame superato a Cagliari, soffrendo. La svolta con le sostituzioni nella ripresa. Conte, sotto di un gol, passa alla difesa a quattro e ribalta tutto. Non è la prima volta che l’ultima mezzora e i cambi mettono le ali alla squadra di Conte. La sensazione è che nemmeno lui si renda conto del potenziale a disposizione. Spesso, infatti, accade che l’Inter metta in campo, durante la partita, giocatori dal potenziale superiore a quello degli avversari. Un valore aggiunto in corso d’opera da monetizzare, a maggior ragione ora che non ci sono più gli impegni europei. Conte è fissato con la difesa a tre, ma il cosiddetto piano B ce l’ha già in casa, basta sfruttarlo a costo di mettere da parte le sue certezze per dare sfogo al potenziale dell’organico. Molto più forte di quanto lui faccia credere. L’anno scorso di questi tempi chiedeva rinforzi, ora dice che vorrebbe una rosa «più snella e funzionale», auspicando delle cessioni a gennaio. Se Conte trova la quadra - e un po’ di serenità - il fallimento europeo può rivelarsi un propellente nella corsa scudetto.
@roccocoletti1
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Era l’Inter particolarmente attesa all’opera dopo l’eliminazione in Champions. Esame superato a Cagliari, soffrendo. La svolta con le sostituzioni nella ripresa. Conte, sotto di un gol, passa alla difesa a quattro e ribalta tutto. Non è la prima volta che l’ultima mezzora e i cambi mettono le ali alla squadra di Conte. La sensazione è che nemmeno lui si renda conto del potenziale a disposizione. Spesso, infatti, accade che l’Inter metta in campo, durante la partita, giocatori dal potenziale superiore a quello degli avversari. Un valore aggiunto in corso d’opera da monetizzare, a maggior ragione ora che non ci sono più gli impegni europei. Conte è fissato con la difesa a tre, ma il cosiddetto piano B ce l’ha già in casa, basta sfruttarlo a costo di mettere da parte le sue certezze per dare sfogo al potenziale dell’organico. Molto più forte di quanto lui faccia credere. L’anno scorso di questi tempi chiedeva rinforzi, ora dice che vorrebbe una rosa «più snella e funzionale», auspicando delle cessioni a gennaio. Se Conte trova la quadra - e un po’ di serenità - il fallimento europeo può rivelarsi un propellente nella corsa scudetto.
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