Fuga dall’Italia, Rapino va a giocare a Malta
Il 26enne difensore di Francavilla protagonista in serie A: «Da noi troppe regole, qui sono rinato»
PESCARA. L'ennesima fuga dal calcio italiano questa volta coinvolge in prima persona un calciatore abruzzese doc. Si tratta di Alessandro Rapino, classe 1987, ex giocatore di Pro Vasto e Celano e ben 12 anni trascorsi nel florido settore giovanile della Pescara Calcio. Nativo di Ortona ma residente a Francavilla al Mare, a soli 26 anni e con alle spalle 100 presenze in Lega Pro (Pro Vasto, Scafatese, Cavese e Celano) si era ritrovato senza una squadra, fino a qualche settimana fa. Come un fulmine a ciel sereno, per l'arcigno centrale abruzzese, è arrivata l'opportunità di poter giocare nella Premier League Maltese, precisamente nello Sliema Wanderers. La storia è molto curiosa, proprio perché l'ex biancazzurro ha fatto tutto da solo, senza l'aiuto di nessun procuratore: «Dopo le ultime brutte esperienze che ho avuto con alcuni finti procuratori, ho deciso di trovarmi una squadra da solo. Qualche settimana fa parlando con due miei ex compagni di squadra del Celano, Bianchetti e Bianciardi, mi hanno proposto di partire e venire a provare allo Sliema, la squadra più titolata del campionato maltese. Senza esitare ho fatto le valige e sono partito».
Dopo aver giocato in un torneo molto sentito sull'isola maltese con la squadra, sia l'allenatore (anch'esso italiano) che tutto lo staff dirigenziale hanno deciso di dare un opportunità al 26enne difensore abruzzese. Proprio domenica scorsa Alessandro Rapino ha esordito per la prima volta con la maglia dello Sliema Wanderers, giocando per novanta minuti nella gara vinta per 3-1 sul campo del Qormi. La colonia degli italiani nel campionato maltese si allarga sempre di più: «In questo campionato, sono molti i ragazzi che arrivano dall'Italia per il mio stesso motivo. Purtroppo nel nostro paese con la nuova regola dell'età media in Lega pro molti ragazzi che meriterebbero di giocare o smettono oppure si ritrovano a giocare in categorie inferiori. Questo è un male soprattutto per chi fa mille sacrifici e poi per colpa di una calcolatrice si ritrova da solo e senza squadra».
Riccardo Di Persio
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