I tecnici ballano sulle punte
Pescara a trazione anteriore, Lanciano compatto.
Sarà un derby all’insegna degli attaccanti. Ce ne sono in abbondanza, sia nel Pescara che nella Virtus Lanciano. E domani saranno loro a fare la differenza nella sfida numero 18 tra i biancazzurri e i rossoneri. Già, ma quanti ne scenderanno in campo? Come giocherà il nuovo Pescara targato Eusebio Di Francesco? Ancora: la Virtus Lanciano giocherà all’Adriatico-Cornacchia con il 4-3-3 con cui ha fermato (2-2) il Verona al Bentegodi oppure tornerà al classico 4-4-2? Dopo il cambio dell’allenatore, il Pescara ha bisogno di tornare alla vittoria per coltivare le proprie ambizioni di promozione; la Virtus Lanciano, invece, vuole conservare l’imbattibilità esterna per perseguire le speranze di play off. Tutti all’attacco, ma come? Di Francesco ha in mente una formazione a trazione anteriore. Potrebbe decidere di schierare tutti gli attaccanti, o quasi. Immagina un impatto deciso sulla nuova avventura in panchina. Vuole subito conquistare l’ambiente. E lo farà schierando il Pescara con un 4-2-3-1 di spallettiana memoria.
Artistico, Sansovini, Zizzari e, forse, Ganci. Tutti insieme in campo dall’inizio. Ha provato una soluzione del genere giovedì, in allenamento. Un 4-2-3-1 con diversi giocatori votati all’attacco protetti da due mediani, i rientranti Tommaso Coletti e Giacomo Zappacosta, davanti a una linea di difesa a quattro. Una squadra dalla quale rimarrà fuori il centrocampista Francesco Dettori, in procinto di essere ceduto. Scelte dettate anche dalle indisponibilità, in primis quelle di Gessa e di Bonanni.
Eusebio Di Francesco in questi giorni ha lavorato molto sui movimenti dei giocatori d’attacco. Sogna un debutto alla grande davanti al pubblico di casa. Ma sa che avrà di fronte una Virtus Lanciano compatta. E allora una delle punte, probabilmente Massimo Ganci, potrebbe finire in panchina a beneficio di Carboni, più centrocampista. Novità anche nel pacchetto arretrato con il rientro di Damiano Zanon, sulla corsia di destra, al posto del più esperto Medda, mentre il capitano Olivi dovrebbe riprendere il suo posto al centro.
L’ex centrocampista della Roma ci tiene a partire con il piede giusto e a fare bella figura davanti alla sua ex Virtus Lanciano. Un anno fa si è lasciato senza fare polemica, al momento dell’esonero. Tutt’altro congedo da quello di Cuccureddu, tanto per rendere l’idea.
La piazza frentana, infatti, non l’ha mai accettato. E dopo cinque sconfitte di fila la famiglia Maio si è piegata alle logiche del calcio, licenziando l’allenatore alla prima esperienza in panchina. Un divorzio non certo indolore. Qualche ruggine è rimasta, anche nei rapporti personali. Non certo con i Maio. Ma con personaggi che sono stati vicino a Di Francesco. Che ci tiene a battere il suo successore in panchina. D’altronde, ha lasciato la Virtus in zona play out e, alla fine, la squadra rossonero ha fatto comunque gli spareggi-salvezza. Sono rimasti in pochi della sua gestione.
Sì, perché nel frattempo è cambiata la Virtus Lanciano. Dino Pagliari la sta continuando a plasmare a sua immagine e somiglianza. E anche il tecnico rossonero ha un dubbio: confermare la squadra che ha fermato la capolista oppure tornare al 4-4-2, inserendo Sansone e togliendo Roberto Colussi? Se Gianluca Sansone non si fosse fatto male, sabato scorso durante la rifinitura, avrebbe giocato al Bentegodi. E’ un titolare. E ora sta bene. Quindi, che cosa fare? Eccolo, quindi, il dubbio della vigilia: insistere con l’assetto che ha fruttato la bella prova del Bentegodi oppure tornare al modulo tradizionale? Occupazione degli spazi e ripartenze, così Pagliari ha intenzione di fare risultato all’Adriatico-Cornacchia. Magari senza dare punti di riferimento lì davanti e, quindi, preferendo Sansone a Colussi che pure ha fatto bene domenica scorsa. Sarebbe un 4-4-2 con Sinigaglia e Umberto Improta in attacco.
Dall’altra parte Eusebio Di Francesco ha intenzione sì di attaccare, ma sa benissimo che la difesa frentana è vulnerabile negli spazi. Meno se è schierata. Quindi, non può mandare il Pescara allo sbaraglio. Il derby sarà una partita a scacchi tra i due allenatori: Di Francesco 40enne e all’inizio della carriera; Dino Pagliari, 52enne, e con una buona esperienza alle spalle. Generazioni a confronto.
Artistico, Sansovini, Zizzari e, forse, Ganci. Tutti insieme in campo dall’inizio. Ha provato una soluzione del genere giovedì, in allenamento. Un 4-2-3-1 con diversi giocatori votati all’attacco protetti da due mediani, i rientranti Tommaso Coletti e Giacomo Zappacosta, davanti a una linea di difesa a quattro. Una squadra dalla quale rimarrà fuori il centrocampista Francesco Dettori, in procinto di essere ceduto. Scelte dettate anche dalle indisponibilità, in primis quelle di Gessa e di Bonanni.
Eusebio Di Francesco in questi giorni ha lavorato molto sui movimenti dei giocatori d’attacco. Sogna un debutto alla grande davanti al pubblico di casa. Ma sa che avrà di fronte una Virtus Lanciano compatta. E allora una delle punte, probabilmente Massimo Ganci, potrebbe finire in panchina a beneficio di Carboni, più centrocampista. Novità anche nel pacchetto arretrato con il rientro di Damiano Zanon, sulla corsia di destra, al posto del più esperto Medda, mentre il capitano Olivi dovrebbe riprendere il suo posto al centro.
L’ex centrocampista della Roma ci tiene a partire con il piede giusto e a fare bella figura davanti alla sua ex Virtus Lanciano. Un anno fa si è lasciato senza fare polemica, al momento dell’esonero. Tutt’altro congedo da quello di Cuccureddu, tanto per rendere l’idea.
La piazza frentana, infatti, non l’ha mai accettato. E dopo cinque sconfitte di fila la famiglia Maio si è piegata alle logiche del calcio, licenziando l’allenatore alla prima esperienza in panchina. Un divorzio non certo indolore. Qualche ruggine è rimasta, anche nei rapporti personali. Non certo con i Maio. Ma con personaggi che sono stati vicino a Di Francesco. Che ci tiene a battere il suo successore in panchina. D’altronde, ha lasciato la Virtus in zona play out e, alla fine, la squadra rossonero ha fatto comunque gli spareggi-salvezza. Sono rimasti in pochi della sua gestione.
Sì, perché nel frattempo è cambiata la Virtus Lanciano. Dino Pagliari la sta continuando a plasmare a sua immagine e somiglianza. E anche il tecnico rossonero ha un dubbio: confermare la squadra che ha fermato la capolista oppure tornare al 4-4-2, inserendo Sansone e togliendo Roberto Colussi? Se Gianluca Sansone non si fosse fatto male, sabato scorso durante la rifinitura, avrebbe giocato al Bentegodi. E’ un titolare. E ora sta bene. Quindi, che cosa fare? Eccolo, quindi, il dubbio della vigilia: insistere con l’assetto che ha fruttato la bella prova del Bentegodi oppure tornare al modulo tradizionale? Occupazione degli spazi e ripartenze, così Pagliari ha intenzione di fare risultato all’Adriatico-Cornacchia. Magari senza dare punti di riferimento lì davanti e, quindi, preferendo Sansone a Colussi che pure ha fatto bene domenica scorsa. Sarebbe un 4-4-2 con Sinigaglia e Umberto Improta in attacco.
Dall’altra parte Eusebio Di Francesco ha intenzione sì di attaccare, ma sa benissimo che la difesa frentana è vulnerabile negli spazi. Meno se è schierata. Quindi, non può mandare il Pescara allo sbaraglio. Il derby sarà una partita a scacchi tra i due allenatori: Di Francesco 40enne e all’inizio della carriera; Dino Pagliari, 52enne, e con una buona esperienza alle spalle. Generazioni a confronto.