PALLA AL CENTRO
Il calcio in mano al Var diventa una corrida
Ecco servita un’altra settimana di polemiche. D’altronde, dopo un Napoli-Juve che cos’altro pretendere? C’è materiale per la moviola e per i leoni da tastiera sui social che semineranno odio a seconda delle fazioni, ignari del regolamento. Materiale ce n’è a volontà, tanti episodi contestati. Ovviamente di mezzo c’è la direzione arbitrale. Sarebbe dovuto essere uno spot per il calcio italiano, invece, si è trasformato, a tratti, in una corrida come in nessun altro posto in Europa. E non c’è Var che tenga, perché in Italia a ogni errore scatta la caccia al complotto. Non c’è cultura sportiva, quella sì è la grande lacuna. Che non si può colmare dall’oggi al domani. La domanda è una sola: è questo il calcio che aveva in mente chi ha introdotto il Var? Ogni azione da passare all’esame della moviola? Un leggero tocco come quello del portiere del Sassuolo Consigli su Piatek in corsa punito, sabato, con l’espulsione o la vivisezione delle immagini di quello che sembra un fallo solare di Meret in uscita a valanga su Ronaldo? La sensazione è che l’aiuto della tecnologia stia sfuggendo di mano. L’equivoco di fondo resta uno: il Var aiuta a eliminare gli errori più grossolani, ma è pur sempre gestito da un uomo. Che giudica con parametri personali e quindi ognuno diverso dall’altro. Il Var non è e non può essere la giustizia applicata al calcio. Addirittura, ieri, in Spal-Sampdoria c’è chi ha invocato un eccesso di Var e i tifosi della Spal hanno lasciato il proprio settore per protestare dopo alcuni episodi contestati. Al Var ogni tocco sembra fallo senza tenere conto che, ad esempio, il calcio presuppone il contatto fisico. Oppure se l’inquadratura non è quella giusta anche un fallo può sfuggire all’occhio della squadra arbitrale. Per non parlare delle diverse interpretazioni sul tocco di mano. E così, dopo il tormentone del fallo di mano inesistente di D’Ambrosio punito con il rigore, ora è la volta del presunto contatto Meret-Ronaldo. È rosso o no? Si tratta di un episodio centrale nel big-match del San Paolo, attorno al quale ruota la sfida tra la prima e la seconda della classe separate, prima del fischio d’inizio, da 13 punti. E poi il rigore fischiato contro Alex Sandro e il calcione di Koulibaly a Dybala. Tutti contro tutti, si salvi chi può. È il calcio italiano, si litiga su tutto.
@roccocoletti1.
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