Il Coni ordina: Aran Pineto in A1
Il patron D’Orazio: «Una seconda salvezza, riconosciute le nostre ragioni»
Diavolo d’un Benigno D’Orazio: l’Aran Cucine Pineto è tornata in A1! L’Alta Corte di Giustizia sportiva del Coni ha accolto il ricorso e l’ha riammessa nel massimo campionato di pallavolo maschile. Annullati tutti gli atti firmati da Lega e Fipav tesi a escludere l’Aran Pineto. Che, quindi, sarà in campo il 27 settembre per la prima di campionato. Il secondo di fila in A1.
L’ultimo grado della giustizia sportiva ha ribaltato le decisioni adottate dal mondo della pallavolo. Che ieri si è presentata, a Roma, negli uffici del Coni, davanti ai giudici, insieme ai rappresentanti di Forlì, ammesso in A1 dalla Lega al posto di Pineto. Ebbene, dopo la discussione di un paio di ore, in serata ecco la sentenza: accolto il ricorso di Pineto. «Giustizia è fatta», ha commentato il patron Benigno D’Orazio, «un collegio giudicante qualificato (presieduto dal professor Riccardo Chieppa, presidente emerito della corte costituzionale, nonché presidente onorario del consiglio di stato, ndr) ha riconosciuto le nostre istanze. E la decisione lenisce solo in parte le amarezze accumulate in queste settimane. Per non parlare dei danni: non ci hanno fatto fare il mercato e solo a poche settimane dal via del campionato potremo iniziare la preparazione. Per noi si tratta di una seconda salvezza, la prima ottenuta sul campo dai ragazzi e questa nelle aule del Coni».
La reazione del presidente della Lega Volley, Diego Mosna, è stata decisa: «Sentenza strabiliante», ha detto il dirigente trentino ieri sera dagli States, «va nella direzione sbagliata, sia sotto il profilo sportivo che umano. E’ una decisione politica, non riesco a giustificarla altrimenti». Il presidente dell’Alta Corte dei Giustizia sportiva, il professor Riccardo Chieppa, però, qualche settimana fa, un segnale l’aveva lanciato, chiedendo alle parti di trovare un accordo. Un segnale colto dall’Aran Pineto che l’ha interpretato come un’apertura di credito nei propri confronti. Tant’è che ha cominciato a contattare dei giocatori per non farsi trovare impreparata. Non dalla Lega e della Fipav che hanno risposto no. La sentenza di ieri annulla tutti gli atti precedenti, quelli adottati dalla commissione ammissioni campionati Lega del 13 luglio, del giudice di Lega del 20 luglio e dalla corte federale d’Appello della Fipav del 27 luglio. Di conseguenza, Pineto in A1 e Forlì in A2. E l’Aran prende il posto dei romagnoli nel calendario.
La Lega ha convocato una riunione straordinaria del direttivo per questa settimana, proprio per analizzare il caso Pineto. Difficilmente imboccherà la strada che porta al Tar; nel frattempo, il campionato sarebbe già partito. Potrebbe allargare il campionato da 14 a 15 squadre inserendo Forlì. Il condizionale è d’obbligo perché le retrocessioni salirebbero da una a due, provocando il diniego di diversi club. Ovviamente l’oggetto del contendere è il caso Milano. L’Aran, forte di una sentenza del tribunale di Teramo, è convinta di non dover nulla ai tesserati del club dal quale ha ottenuto i diritti per la A1; la Lega, invece, la considera inadempiente. Da qui l’esclusione del luglio scorso, bocciata ieri dal Coni.
L’ultimo grado della giustizia sportiva ha ribaltato le decisioni adottate dal mondo della pallavolo. Che ieri si è presentata, a Roma, negli uffici del Coni, davanti ai giudici, insieme ai rappresentanti di Forlì, ammesso in A1 dalla Lega al posto di Pineto. Ebbene, dopo la discussione di un paio di ore, in serata ecco la sentenza: accolto il ricorso di Pineto. «Giustizia è fatta», ha commentato il patron Benigno D’Orazio, «un collegio giudicante qualificato (presieduto dal professor Riccardo Chieppa, presidente emerito della corte costituzionale, nonché presidente onorario del consiglio di stato, ndr) ha riconosciuto le nostre istanze. E la decisione lenisce solo in parte le amarezze accumulate in queste settimane. Per non parlare dei danni: non ci hanno fatto fare il mercato e solo a poche settimane dal via del campionato potremo iniziare la preparazione. Per noi si tratta di una seconda salvezza, la prima ottenuta sul campo dai ragazzi e questa nelle aule del Coni».
La reazione del presidente della Lega Volley, Diego Mosna, è stata decisa: «Sentenza strabiliante», ha detto il dirigente trentino ieri sera dagli States, «va nella direzione sbagliata, sia sotto il profilo sportivo che umano. E’ una decisione politica, non riesco a giustificarla altrimenti». Il presidente dell’Alta Corte dei Giustizia sportiva, il professor Riccardo Chieppa, però, qualche settimana fa, un segnale l’aveva lanciato, chiedendo alle parti di trovare un accordo. Un segnale colto dall’Aran Pineto che l’ha interpretato come un’apertura di credito nei propri confronti. Tant’è che ha cominciato a contattare dei giocatori per non farsi trovare impreparata. Non dalla Lega e della Fipav che hanno risposto no. La sentenza di ieri annulla tutti gli atti precedenti, quelli adottati dalla commissione ammissioni campionati Lega del 13 luglio, del giudice di Lega del 20 luglio e dalla corte federale d’Appello della Fipav del 27 luglio. Di conseguenza, Pineto in A1 e Forlì in A2. E l’Aran prende il posto dei romagnoli nel calendario.
La Lega ha convocato una riunione straordinaria del direttivo per questa settimana, proprio per analizzare il caso Pineto. Difficilmente imboccherà la strada che porta al Tar; nel frattempo, il campionato sarebbe già partito. Potrebbe allargare il campionato da 14 a 15 squadre inserendo Forlì. Il condizionale è d’obbligo perché le retrocessioni salirebbero da una a due, provocando il diniego di diversi club. Ovviamente l’oggetto del contendere è il caso Milano. L’Aran, forte di una sentenza del tribunale di Teramo, è convinta di non dover nulla ai tesserati del club dal quale ha ottenuto i diritti per la A1; la Lega, invece, la considera inadempiente. Da qui l’esclusione del luglio scorso, bocciata ieri dal Coni.