I frentani giocano quasi tutta la partita in superiorità numerica grazie all’espulsione al 2’ di Lebran

Il Lanciano riconquista il Biondi

Una rete di Improta interrompe la serie nera e la corsa del Rimini

LANCIANO. Missione compiuta. La Virtus Lanciano infrange il tabù casalingo del Biondi, dove non vinceva da due mesi e, sospinta dal ritrovato affetto dei suoi tifosi, si aggiudica il delicato impegno contro un Rimini in piena corsa per un posto nei play off. Impegno segnato dall’espulsione-lampo comminata, dopo soli 2’ di gioco, ai danni di Lebran.
Sacrosanta, del resto, la decisione del direttore di gara, costretto, a norma di regolamento, a punire con il “rosso” diretto il difensore centrale romagnolo, reo di aver platealmente placcato Sansone ormai involatosi verso la porta avversaria.

In dieci praticamente dall’inizio, la formazione di Melotti, inizialmente schierata con un 4-1-4-1 dal proprio tecnico, ha dovuto modificare i propri piani tattici, sacrificando l’esterno destro Nolè (già in forse dalla vigilia per problemi fisici) in favore di un altro difensore di ruolo.
Una rinuncia forzata che finiva con il dare ancor più spazio alle scorribande offensive dello stesso Sansone, schierato anche ieri appena dietro la punta centrale Colussi, e dunque libero di spaziare lungo l’intero fronte d’attacco rossonero.

Un indubbio vantaggio, insomma, che i rossoneri capitalizzavano al meglio intorno alla mezz’ora, in occasione cioè del gol-partita di Improta, l’altra novità di giornata, essendo stato preferito, sulla fascia sinistra del centrocampo, al collega di reparto Zeytulaev (subentrato nella ripresa), che pure, dai test effettuati nel corso della settimana, sembrava destinato ad una maglia da titolare.

Una fiducia ben riposta, visto che è stato proprio l’ex giuliese a sbloccare l’incontro, sfruttando al meglio un delizioso assist di Colombaretti, dirottato da Pagliari sull’out sinistro, per far posto, sull’altro fronte, a Vastola.
Una volta passata in vantaggio però, la Virtus, pur rischiando pochissimo, si è fatta prendere dai fantasmi del passato, e nel timore di subire l’ennesima rimonta-beffa, ha rinunciato, pur con l’uomo in più, a schiacciare l’avversario nella propria area, affidandosi soprattutto al gioco di rimessa. Ed anche se, alla resa dei conti, i pericoli maggiori li ha corsi comunque il Rimini (vedansi i legni colpiti, nella ripresa, da Sansone e Improta), la squadra frentana deve fare un monumento al già citato Vastola, protagonista, sull’1-0, di uno strepitoso salvataggio in acrobazia, ad Aridità ormai battuto.

Tre punti d’oro, quindi, quelli centrati dalla Virtus, che ha compiuto un importante passo avanti verso la quota salvezza, anche se i contemporanei successi delle inseguitrici più immediate Andria e Foggia (staccate di una sola lunghezza) costringeranno Di Cecco e soci a stringere i denti ancora per una, se non due, settimane.

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