Il muratore che ha cambiato volto alla città
La svolta con i Pomilio, poi l’espansione a Lanciano fino al crac.
FRANCAVILLA. Da muratore a re del mattone. Si può sintetizzare così la carriera di Emidio Luciani, l’imprenditore che negli anni del boom economico ha cambiato il volto di Francavilla, trasformandola da piccolo centro balneare distrutto dalla guerra, nella città di cemento di oggi. Emidio Luciani era figlio di un capomastro. Negli anni Cinquanta, insieme al fratello Sergio, cominciò a lavorare col padre realizzando piccoli interventi su commissione. La prima casa costruita, come piccola impresa familiare, fu una palazzina vicino al belvedere San Franco.
All’inizio degli anni Sessanta ci fu la svolta che da piccolo imprenditore lo portò a diventare uno dei più importanti costruttori abruzzesi: la famiglia Pomilio propose a Luciani la realizzazione di un intervento di lottizzazione sui terreni di proprietà della società Cellulosa Pomilio, situati sul litorale a nord del fiume Alento, dove la provincia aveva appena costruito la strada litoranea (l’attuale viale Alcione). Lui accettò, affidandone la progettazione all’architetto Summonte. La mossa fu vincente: la cura del piano urbanistico dei vari interventi insieme alle rifiniture delle singole abitazioni piacquero più delle semplici casette fotocopia progettate dai geometri che erano state realizzate fino ad allora. In seguito il crescendo: dalla metà degli Sessanta fino al 1975, sorsero il quartiere Asterope, Lido Taigete, Lido Merope, Lido Arione, distribuiti sul viale Alcione e lungo la statale Adriatica.
Fu lui a costruire il Park Hotel Alcione, i condomini a ridosso dell’Arenazze, e numerose palazzine lungo il tratto centrale di via Adriatica in prossimità del mercato coperto nell’area degli ex Tabacchi Piattelli e a fianco del liceo scientifico. Sul viale d’Annunzio, a fianco di piazza 4 novembre, realizzò i due grandi condomini affacciati sul mare, in uno dei quali aveva la sua abitazione. Sulla collina di Villanesi, Luciani costruì il Clivo degli oleandri e poi negli anni Ottanta partecipò alla realizzazione dei Peep di Villanesi e di Setteventi. In seguito cominciò a uscire da Francavilla e lavorò su Lanciano, costruendo Lanciano 2. Tentò anche il salto su Roma, ma le cose non andarono per il verso giusto e l’impero del mattone cominciò a sgretolarsi: il giudice dichiarò il fallimento. Nel crac di alcune società che facevano capo a Luciani vennero coinvolte famiglie di Francavilla che avevano acquistato la casa nei Peep di Villanesi e Setteventi.
All’inizio degli anni Sessanta ci fu la svolta che da piccolo imprenditore lo portò a diventare uno dei più importanti costruttori abruzzesi: la famiglia Pomilio propose a Luciani la realizzazione di un intervento di lottizzazione sui terreni di proprietà della società Cellulosa Pomilio, situati sul litorale a nord del fiume Alento, dove la provincia aveva appena costruito la strada litoranea (l’attuale viale Alcione). Lui accettò, affidandone la progettazione all’architetto Summonte. La mossa fu vincente: la cura del piano urbanistico dei vari interventi insieme alle rifiniture delle singole abitazioni piacquero più delle semplici casette fotocopia progettate dai geometri che erano state realizzate fino ad allora. In seguito il crescendo: dalla metà degli Sessanta fino al 1975, sorsero il quartiere Asterope, Lido Taigete, Lido Merope, Lido Arione, distribuiti sul viale Alcione e lungo la statale Adriatica.
Fu lui a costruire il Park Hotel Alcione, i condomini a ridosso dell’Arenazze, e numerose palazzine lungo il tratto centrale di via Adriatica in prossimità del mercato coperto nell’area degli ex Tabacchi Piattelli e a fianco del liceo scientifico. Sul viale d’Annunzio, a fianco di piazza 4 novembre, realizzò i due grandi condomini affacciati sul mare, in uno dei quali aveva la sua abitazione. Sulla collina di Villanesi, Luciani costruì il Clivo degli oleandri e poi negli anni Ottanta partecipò alla realizzazione dei Peep di Villanesi e di Setteventi. In seguito cominciò a uscire da Francavilla e lavorò su Lanciano, costruendo Lanciano 2. Tentò anche il salto su Roma, ma le cose non andarono per il verso giusto e l’impero del mattone cominciò a sgretolarsi: il giudice dichiarò il fallimento. Nel crac di alcune società che facevano capo a Luciani vennero coinvolte famiglie di Francavilla che avevano acquistato la casa nei Peep di Villanesi e Setteventi.