«Il Pescara è da serie B Baldini aprirà un ciclo» 

L’ex ds si è dimesso a luglio: «Gruppo forte, Silvio è come Zeman»

PESCARA. Niente riposo o anno sabbatico. «Sto guardando le partite. Serie A? No, la C». Il telefono di Daniele Delli Carri squilla in continuazione. «Il futuro? Vedremo, qualcosa salterà fuori». L’ex direttore sportivo del Pescara è un disoccupato di lusso, con tanto tempo libero. «Tempo libero poco perché sono sempre a vedere le partite sui campi o davanti alla tv», risponde il 53enne ds, che lo scorso 15 luglio dopo aver preso Baldini per la panchina e costruito il 90% della squadra, ha deciso di gettare la spugna rassegnando le dimissioni. Delli Carri torna a parlare e si racconta al Centro dopo mesi di silenzi e di mezze verità sui motivi della sua separazione dal Delfino.
Se l’aspettava il Pescara primo dopo 9 partite?
«Me lo auguravo, perché conosco il valore della squadra e dell’allenatore».
Ha lasciato in dote una buona rosa?
«Sicuramente avrei potuto fare di meglio, ma devo dire che ho lasciato un’ottima squadra. Tutti, tranne Crialese, Pierozzi, Tonin e Lonardi, li ho presi io».
A distanza di oltre 3 mesi dal suo addio, ci spiega perché si è dimesso?
«Avevo esaurito il mio tempo e non avevo più il fuoco dentro».
Forse non era più in sintonia con il presidente Sebastiani?
«No, nel modo più assoluto. Io e Sebastiani continuiamo a sentirci e vederci».
La possibile cessione societaria ad investitori stranieri ha influito sulla sua decisione?
«Sì, Può aver influito in minima parte».
Se potesse tornare indietro di 100 giorni, rassegnerebbe lo stesso le dimissioni?
«Sì, guardo sempre avanti e mai indietro. In questi due anni ho dato tutto».
In estate ha puntato tutto su Silvio Baldini allenatore del Pescara. Scommessa vinta?
«Certo, a prescindere da come andrà a finire il campionato. Definisco Baldini un tecnico geniale. Silvio è una persona adatta a Pescara e sono contento che Sebastiani abbia avallato la mia scelta».
Il Pescara può andare in B?
«Secondo me può farcela. Il Delfino è molto solido a livello di gruppo, i giocatori lottano su ogni pallone e poi ci sono elementi con molta qualità. Se si sblocca anche Vergani, allora questa squadra può davvero volare. La forza, però, è il gruppo che si è creato».
Cosa non bisogna sbagliare da qui alla fine del campionato?
«Non far venir meno il gruppo e continuare con questa fame di vittoria».
Se l’aspettava una difesa così solida?
«Sono contento di vedere finalmente il vero Pellacani. È un giocatore fortissimo e al mister in estate ho detto che bisognava solo sperare nella tenuta fisica dopo tanti infortuni. Pellacani e Brosco secondo me formano la coppia di centrali più forte della C»
A gennaio chi prenderebbe?
«Spero nell’esplosione di Edoardo Vergani. Se poi la squadra dovesse fare uno scatto in avanti, prenderei anche un’altra punta».
Al suo posto è arrivato come ds Pasquale Foggia. Sorpreso? Vi siete sentiti?
«No. Ci siamo visti dopo le mie dimissioni per il passaggio di consegne e gli ho detto solo di stare vicino all’allenatore. Non mi sono permesso di dire altro. Sebastiani aveva bisogno di una persona che conosceva già bene e Foggia secondo me è la scelta giusta. È un ds giovane, ma molto ambizioso».
Nelle sue cinque stagioni da ds del Pescara quante plusvalenze ha fatto?
«Abbastanza. Dei giocatori che ho preso e rivenduto mi vengono in mente Bjarnason, Quintero, Mesik, Cuppone, Milani, Rafia, ma anche altri che dimentico».
Nella sua carriera a Pescara qualche acquisto “bidone” non c’è stato?
«Sono due le operazioni che ho sbagliato. Mi riferisco al difensore Nicolas Bianchi Arce e all’attaccante Milton Caraglio, presi nel gennaio 2013, con la squadra in serie A»
Anche per l’attaccante Ante Vukusic, pagato nel 2012 quasi 4 milioni all’Hajduk Spalato, non andò benissimo…
«Su Vukusic non sono d’accordo. L’abbiamo preso che era capitano dell’Hajduk a 21 anni e stava segnando tanti gol. Ha sofferto tanto l’ambientamento».
Ci sono punti di contatto tra il Pescara di Zeman promosso in A nel 2012 e il Pescara di oggi?
«Nel 2011 c’era una qualità tecnica incredibile, però vedo la stessa magia. Baldini, come Zeman, ha una marcia in più».
Quale squadra deve temere il Delfino per la promozione in B?
«Sono tre: Ternana, Entella e Torres».
Secondo lei, come è successo in passato con Zeman e Galeone, Baldini può aprire un ciclo in questa città?
«Sì, è l’uomo giusto».
È vero che il giorno dopo le sue dimissioni l’allenatore si è arrabbiato tantissimo con lei?
«Sì, la mancanza di spiegazioni nei suoi confronti l’ha fatto infuriare».
La contestazione dei tifosi nei suoi confronti ha influito sulle dimissioni?
«No, è stato uno stimolo a fare sempre meglio».
Il patron Daniele Sebastiani sta vendendo la società?
«È una cosa che mi ha sempre detto da due anni a questa parte, auspicandosi di trovare gente seria in grado di prendere in mano la società. Lui è convinto che il Pescara sia molto appetibile, come è convinto che il suo ciclo sia arrivato alla fine. La cessione può essere una soluzione a prescindere dal risultato sportivo».
Il suo futuro?
«Cerco uno stimolo a prescindere dalla categoria» (si parla di suo approdo alla Triestina, ndr)
Un giocatore che presto ne sentiremo parlare?
«David Stuckler, attaccante della Giana Erminio».
E poi, via, il suo telefono continua a squillare. «Tornerò a Pescara? Mai dire mai».
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