Il Pescara punta sull’Adriatico per risorgere
Caldora svela i progetti: il nuovo stadio polo attrattivo con ristoranti e negozi.
PESCARA. Un happening dai contenuti importanti, innovativi e avveniristici, quello che si è svolto ieri nella nuovissima area vip dello stadio Adriatico. Gestione degli stadi basandosi sul modello inglese, come verrà utilizzato il nuovo Adriatico dal Pescara calcio e la tanto discussa «tessera del tifoso», che verrà introdotta a breve nel campionato italiano, sono stati i temi caldi del meeting. Presenti dirigenti, esperti del settore, giornalisti: c’erano le rappresentanze delle principali figure del calcio italiano.
Progetto.
Deborah Caldora, presidente del Pescara, insieme al fratello Andrea e al direttore generale Claudio Garzelli, ha illustrato il progetto di gestione dello stadio Adriatico, che la società ha proposto al Comune di Pescara. «Vogliamo trasformare lo stadio in un polo attrattivo a 360 gradi», ha detto la Caldora. Infatti, il club biancazzurro vorrebbe la gestione completa dello stadio, sfruttando l’indotto del prodotto calcio con il merchandising, quindi con l’apertura di negozi all’interno dell’impianto, creando anche dei ristoranti, palestre e punti di svago. Il costo dell’operazione potrebbe costare al sodalizio biancazzurro circa 300mila euro anno.
Ma alla fine si riuscirà a portare a termine tale operazione? Certo, sarebbe il modo migliore per alleggerire i bilanci del club, visto che in Lega Pro i ritorni economici sono quasi inesistenti, rispetto alle squadre di A e B che possono contare sui compensi dei diritti televisivi.
Oltre al giornalista Rai, Paolo Pacitti, a Nicola Esposito della Federcalcio, ha incuriosito parecchio la presenza di Mario Macalli, presidente della Lega Pro (ex serie C), che ha risposto con determinazione alle domande della platea.
«Penso che la gestione degli stadi sia una cosa importante per ogni club», ha osservato il numero uno della Lega Pro.
«Le società con tale operazione possono trovare le risorse economiche adatte per alleggerire i propri bilanci, che spesso in queste categorie sono in sofferenza».
Tessera del tifoso. Nel dibattito, inoltre, Massimo De Simoni, consulente della Lega Calcio, ha illustrato l’innovativa, ma finora poco apprezzata, «tessera del tifoso».
Una specie di carta di credito ricaricabile, rilasciata ai tifosi dopo i controlli della questura (non bisogna aver commesso reati da stadio negli ultimi 5 anni), che consente al tifoso di acquistare un biglietto per la partita e di poterlo acquistare anche per un’altra persona e garantisce anche il fatto di poter andare in trasferta con la propria squadra, anche quando vi sono motivi di restrizione per l’ordine pubblico.
«La tessera del tifoso è una buona idea», ha ribadito Macalli. «Perché serve per incentivare e favorire l’afflusso negli stadi e i tifosi potranno accedere anche in trasferta negli stadi dove c’è la restrizione per la tifoseria ospite da parte della Prefettura».
E tornando a parlare degli stadi, si fa anche un riferimento al modello inglese.
«In Inghilterra i club fatturano di più rispetto all’Italia proprio per la gestione degli stadi. Il loro punto di forza è anche il marketing e tutto l’indotto che orbita attorno alla squadra. Gli inglesi sul piano commerciale sono più appetibili rispetto a noi, perché hanno un calcio diverso», ha continuato Macalli. «Noi non siamo appetibili, perché abbiamo un calcio troppo disordinato. Quello inglese, invece, è più disciplinato, non ci sono striscioni, cori denigratori e i tafferugli. Insomma, è un calcio più ordinato e raffinato».
Forse dipende anche da un problema culturale? «Certo, ma in Inghilterra chi commette degli errori paga le conseguenze e, purtroppo, in Italia questo non succede», e conclude parlando della suddivisione dei gironi della ex serie C nella prossima stagione. «A me piacerebbe tornare alla vecchia suddivisione con dei gironi divisi in squadre dell’est e dell’ovest, evitando così di far disputare meno partite, derby soprattutto, a porte chiuse».
Mercato. Lunedì verrà ufficializzato l’ingaggio del direttore generale Fabrizio Lucchesi e dalla prossima settimana il calciomercato inizierà a pieno ritmo.
La squadra verrà quasi completamente smembrata e sulla «lista della spesa» ci sono tanti nomi. Gli ultimi, in ordine di tempo, sono quelli che portano al trequartista dell’Avellino Nicola Ciotola e al possente ariete Sergio Ercolano del Perugia. Per quest’ultimo pare che si sia stato un interessamento diretto di Antonello Cuccureddu, ma questa soluzione sembra essere poco gradita alla società.
Al club biancazzurro, piacciono molto i giovanissimi attaccanti Primavera, entrambi classe 90, Ciro Immobile e Ettore Mendicino, rispettivamente di Juve e Lazio.
Progetto.
Deborah Caldora, presidente del Pescara, insieme al fratello Andrea e al direttore generale Claudio Garzelli, ha illustrato il progetto di gestione dello stadio Adriatico, che la società ha proposto al Comune di Pescara. «Vogliamo trasformare lo stadio in un polo attrattivo a 360 gradi», ha detto la Caldora. Infatti, il club biancazzurro vorrebbe la gestione completa dello stadio, sfruttando l’indotto del prodotto calcio con il merchandising, quindi con l’apertura di negozi all’interno dell’impianto, creando anche dei ristoranti, palestre e punti di svago. Il costo dell’operazione potrebbe costare al sodalizio biancazzurro circa 300mila euro anno.
Ma alla fine si riuscirà a portare a termine tale operazione? Certo, sarebbe il modo migliore per alleggerire i bilanci del club, visto che in Lega Pro i ritorni economici sono quasi inesistenti, rispetto alle squadre di A e B che possono contare sui compensi dei diritti televisivi.
Oltre al giornalista Rai, Paolo Pacitti, a Nicola Esposito della Federcalcio, ha incuriosito parecchio la presenza di Mario Macalli, presidente della Lega Pro (ex serie C), che ha risposto con determinazione alle domande della platea.
«Penso che la gestione degli stadi sia una cosa importante per ogni club», ha osservato il numero uno della Lega Pro.
«Le società con tale operazione possono trovare le risorse economiche adatte per alleggerire i propri bilanci, che spesso in queste categorie sono in sofferenza».
Tessera del tifoso. Nel dibattito, inoltre, Massimo De Simoni, consulente della Lega Calcio, ha illustrato l’innovativa, ma finora poco apprezzata, «tessera del tifoso».
Una specie di carta di credito ricaricabile, rilasciata ai tifosi dopo i controlli della questura (non bisogna aver commesso reati da stadio negli ultimi 5 anni), che consente al tifoso di acquistare un biglietto per la partita e di poterlo acquistare anche per un’altra persona e garantisce anche il fatto di poter andare in trasferta con la propria squadra, anche quando vi sono motivi di restrizione per l’ordine pubblico.
«La tessera del tifoso è una buona idea», ha ribadito Macalli. «Perché serve per incentivare e favorire l’afflusso negli stadi e i tifosi potranno accedere anche in trasferta negli stadi dove c’è la restrizione per la tifoseria ospite da parte della Prefettura».
E tornando a parlare degli stadi, si fa anche un riferimento al modello inglese.
«In Inghilterra i club fatturano di più rispetto all’Italia proprio per la gestione degli stadi. Il loro punto di forza è anche il marketing e tutto l’indotto che orbita attorno alla squadra. Gli inglesi sul piano commerciale sono più appetibili rispetto a noi, perché hanno un calcio diverso», ha continuato Macalli. «Noi non siamo appetibili, perché abbiamo un calcio troppo disordinato. Quello inglese, invece, è più disciplinato, non ci sono striscioni, cori denigratori e i tafferugli. Insomma, è un calcio più ordinato e raffinato».
Forse dipende anche da un problema culturale? «Certo, ma in Inghilterra chi commette degli errori paga le conseguenze e, purtroppo, in Italia questo non succede», e conclude parlando della suddivisione dei gironi della ex serie C nella prossima stagione. «A me piacerebbe tornare alla vecchia suddivisione con dei gironi divisi in squadre dell’est e dell’ovest, evitando così di far disputare meno partite, derby soprattutto, a porte chiuse».
Mercato. Lunedì verrà ufficializzato l’ingaggio del direttore generale Fabrizio Lucchesi e dalla prossima settimana il calciomercato inizierà a pieno ritmo.
La squadra verrà quasi completamente smembrata e sulla «lista della spesa» ci sono tanti nomi. Gli ultimi, in ordine di tempo, sono quelli che portano al trequartista dell’Avellino Nicola Ciotola e al possente ariete Sergio Ercolano del Perugia. Per quest’ultimo pare che si sia stato un interessamento diretto di Antonello Cuccureddu, ma questa soluzione sembra essere poco gradita alla società.
Al club biancazzurro, piacciono molto i giovanissimi attaccanti Primavera, entrambi classe 90, Ciro Immobile e Ettore Mendicino, rispettivamente di Juve e Lazio.