Il Pescara si scopre grande e abbatte la capolista
Secondo successo di fila: Melchiorri, Maniero e Pasquato infilano il Frosinone
PESCARA. Il Pescara che non t’aspetti, roba da stropicciarsi gli occhi. Tre gol all’ex capolista Frosinone e seconda vittoria consecutiva che porta i biancazzurri a metà classifica e, probabilmente, dà un calcio definitivo alla crisi che fino a una settimana fa aveva messo a repentaglio la panchina di Marco Baroni. Un gran Pescara, a tal punto che il migliore in campo del Frosinone è stato il portiere Pigliacelli, uno dei tanti ex. I 12 punti di differenza in graduatoria non si sono mai visti. Un successo che acquisisce ancor più prestigio se si pensa che i biancazzurri erano rimaneggiati e con un centrocampo raffazzonato, mentre i ciociari si sono presentati all’Adriatico-Cornacchia con il miglior attacco (22 gol) e la miglior difesa (9 reti al passivo)della serie B, oltre al primo posto in classifica (lasciato al Carpi di Castori). Un pomeriggio da incorniciare per il Pescara, iniziato con la curva nord vuota per 15’ a causa dello sciopero del tifo degli ultrà. Che poi sono entrati e si sono goduti una partita piacevole.
Baroni, sulla scia dell’1-3 di Brescia, ha scelto il 4-4-2 e una tattica prudente al cospetto di un Frosinone sì manovriero, ma poco incisivo. Niente a che vedere, ad esempio, con il Frosinone che aveva dato spettacolo a Lanciano in avvio di campionato. Troppo lezioso. Nel secondo tempo sovrastato fisicamente da un Pescara che per 45’ ha posto le basi del successo per poi raccogliere i frutti del dominio nella ripresa.
Difesa bloccata, protetta da un centrocampo da battaglia sul quale il Frosinone è andato a sbattere. I biancazzurri hanno rinunciato a costruire gioco: protezione della porta e poi palla lunga per gli attaccanti Melchiorri e Maniero. Una squadra compatta, corta e battagliera.
Rispetto alla gara persa due settimane fa in casa con lo Spezia, spiccano spirito di sacrificio, voglia di aiutarsi e un cinismo che non guasta. E’ cambiato il sistema di gioco, dal 4-3-3 al 4-4-2. E le assenze forzate hanno ridotto i margini di scelta di Baroni, costretto ad avanzare Zuparic a centrocampo, e a rilanciare Pesoli in difesa. Non a caso sono stati tra i migliori. E poi Salamon al centro della difesa ha fornito buone indicazioni. Detto ciò, a risolvere la partita sono stati ancora una volta i gemelli del gol, vale a dire Federico Melchiorri, al settimo centro in campionato, e Riccardo Maniero, che dal dischetto è salito a quota otto. Se si pensa a qualche mese fa quando Baroni aveva detto che i due non potevano giocare insieme, beh qualcosa è cambiato. E in meglio, visto che hanno dimostrato di nuovo di intendersi lì davanti, certificando l’affiatamento ancora con i gol.
Nel primo tempo possesso palla dei ciociari, arrivati con mille tifosi al seguito, ma le occasioni migliori le ha avute il Pescara prima con Maniero davanti a Pigliacelli , al 18’, e poi con la traversa colpita da Salamon, al 37’. In avvio di ripresa, la scintilla: cross di Zampano dalla sinistra, testa di Pesoli e Pigliacelli fa il miracolo deviando la palla in angolo. E’ il preludio al gol di Melchiorri, servito da Zuparic, che, al 5’, si libera con una bella finta di Blanchard e poi gonfia la rete con un diagonale. Il raddoppio al 19’ di Maniero su rigore fischiato per un fallo (non evidente) dell’ex Zanon sullo stesso Maniero. Frosinone sulle ginocchia. Il Pescara ha una marcia in più sul piano atletico. E nel finale c’è gloria anche per Cristian Pasquato che segna con un destro dal limite.
Applausi convinti per i biancazzurri. Il gioco può attendere, nel frattempo crescono fiducia, spirito di gruppo e carattere. Dopo un mese e mezzo (4 ottobre scorso, 4-0 alla Virtus Entella), sono tornati ad espugnare l’Adriatico-Cornacchia con una prova convincente che li ha riavvicinati ai tifosi. Sabato si attendono ulteriori conferme a Modena.
@roccocoletti1
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