Il pescarese Fonzi in fuga, ma lo sprint è di Ewan
Ieri arrivo aD Alberobello: il velocista australiano beffa al fotofinish Gaviria L’abruzzese si fa quasi 200 km con un russo e poi viene riassorbito dal gruppo
ALBEROBELLO (BARI). Dalla Calabria alla Puglia, passando per la Basilicata, in attesa del Blockhaus: va in scena una tappa televisiva. Lo schermo la fa da padrone già prima, ma anche durante e dopo la 7ª frazione del 100° Giro d'Italia.
La giornata si apre con il sorriso ammiccante di Patrick Dempsey, che fa bella mostra di sè a Castrovillari, indossando una maglia rosa d'antan e schierandosi al chilometro zero con la vera maglia rosa Bob Jungels. Dopo il via c'è spazio per il pescarese Giuseppe Fonzi, 26 anni al primo Giro, probabilmente in fuga a caccia di vittoria più per disperazione che per convinzione, dopo le minacce del “suo” ds Luca Scinto («Se domani i miei non entrano in una fuga, li prendo a calci», il duro monito); e viene chiusa da Caleb Ewan, australiano con gli occhi a mandorla, perché figlio di una coreana. Lo sprint fra i trulli è suo, sia pure grazie al fotofinish, che lo premia su Fernando Gaviria, a un passo da un formidabile tris, dopo i successi di Cagliari (con maglia rosa) e Messina. Terzo posto per l'irlandese Bennet. E gli italiani? Sono lontani i tempi in cui (era il 1927) Alfredo Binda vinceva 12 tappe su 15. Ancora una volta sono fuori dai giochi, a mani vuote, a digiuno di vittorie dopo sette-tappe-sette.
È vero che c'è un Nibali a caccia della maglia rosa di Milano, ma va detto che, dalla Sardegna alla Puglia, passando per la Sicilia, la Calabria e la Basilicata, continuano a non esserci corridori in grado di indossare i panni del profeta in patria. Alla voce vittorie italiane campeggia ancora uno zero che sa tanto di frustrazione e ha il sapore dell'impotenza. Nessuna maglia rosa, che Jungels ha indossato per il quarto giorno (migliorando di una tappa il suo precedente record), nessun successo di tappa. Insomma, niente di niente. Di positivo c'è che i corridori, negli ultimi chilometri articolati e impegnativi fra le vie di Alberobello, sono stati bravi a restare in piedi, pur procedendo ad alta velocità, fino allo sprint finale. Hanno deluso gli italiani e ha deluso il “gorilla” Andrè Greipel che, negli ultimi metri, si è letteralmente piantato, dopo essersi battuto il petto come a voler dire «oggi lo sprint è mio». Legittima la gioia di Ewan che, dopo il traguardo, si è goduto la prima vittoria al Giro, così come il pubblico - soprattutto quello femminile - ha divorato con gli occhi il bel Patrick. Dempsey, infatti, dopo essersi fatto vedere a Castrovillari, è riapparso ad Alberobello, nei pressi del traguardo, ribadendo il proprio «amore per il ciclismo» e un'atavica ammirazione per i «corridori, che danno tutto in ogni pedalata». «Mi piacerebbe ripetere questa meravigliosa esperienza in una gara fantastica come il Giro d'Italia», ha detto l'ex Dottor Stranamore. La scena è stata a lungo sua, ma anche di Giuseppe Fonzi della Wilier Triestina-Selle Italia, in fuga assieme al russo Dmitry Kozontchuk (Gazprom-Rusvelo) dal primo al 199° dei 217 chilometri della tappa di ieri. I due, prima di rialzarsi e farsi risucchiare dal gruppo, si sono stretti la mano, hanno sorriso in favore di fotocamere e si sono messi da parte. Sognare è stato bello, almeno per poco meno di un giorno.