Juve, storico tris di coppa
Terzo successo di fila (12° in assoluto): Dani Alves e Bonucci schienano la Lazio
ROMA. Il primo passo verso il Triplete. La Juventus che domenica all'Olimpico aveva sprecato fa un match point scudetto per eccesso di morbidezza, non ci pensa su e come dice il suo demiurgo Allegri comincia a raccogliere vittorie: la prima è la Coppa Italia, strappata alla Lazio con un uno-due nei primi 25 minuti che restituisce l'immagine di una Signora spietata. Chiamata ora a prendersi il sesto scudetto consecutivo domenica col Crotone, per poi dedicarsi all'impresa più affascinante, la finale Champions. Intanto, un piccolo triplete Allegri l'ha già chiuso, vincendo la terza Coppa Italia in tre anni. Lo ha fatto spazzando via con il 2-0 finale la resistenza di una Lazio pimpante ma troppo leggera, che ha pagato inferiorità tecnica e divario fisico. Forse anche le scelte di Inzaghi: Parolo si è rivelato un rischio, Keita meno ma visto l'Anderson del secondo tempo forse qualcosa di diverso si poteva tentare. D'altra parte se Dani Alves sfodera colpi di classe, Higuain è una furia sottoporta e nei recuperi, e Dybala un ballerino sulle punte che tira dritto verso la porta, c'è poco da fare per tutti.
Il palcoscenico dell'Olimpico è da notti magiche. Gremite le curve come di rado si vede a Roma, e soprattutto vestite a festa: una gigantesca aquila campeggia in curva Nord, la Sud riservata agli juventini è un mare di tricolori per la gioia del presidente Mattarella, seduto in una tribuna autorità da overbooking; poco più in là, Raggi jr in maglia biancoceleste al fianco della mamma sindaca. L'inno è cantato da tutto lo stadio sulla voce di Lodovica Comello, e la sfida parte.
La partenza, a sorpresa, è della Lazio consapevole di dover andare in vantaggio per sperare di frenare il gigante bianconero. Ma grinta e cattiveria dei ragazzi di Allegri stasera sono altra cosa rispetto a domenica scorsa contro la Roma, e non è solo questione di titolari. Dopo un tiro di Chiellini bloccato da Strakosha, Keita ha la prima palla gol: Milinkovic Savic ruba palla a Dani Alves e dalla difesa lancia sulla fascia sinistra, il senegalese negli spazi va a mille e da dentro l'area di destro supera Neto, ma non il palo al suo fianco. La Juve sente il campanello di allarme e la partita vive 25' elettrizzanti, tutti di marca bianconera. Tre tocchi di prima e Higuain arriva al gran destro respinto dal portiere della Lazio (7'), poi al 12' la combinazione vincente Alex Sandro-Dani Alves: sul lancio del primo Lulic si perde il secondo, ed è 1-0. Al 20’ Parolo, in dubbio alla vigilia, deve uscire per Radu. La Juve non si intenerisce. Ancora Dybala, ancora in contropiede, e al 24' Milinkovic ci mette una pezza. Ma un minuto dopo arriva il 2-0, firmato Bonucci: sullo schema d'angolo la difesa Lazio è sorpresa. La squadra di Inzaghi prova a rialzare la testa, ma neanche di fronte ai ritmi più lenti della Juve in cerca di contropiedi trova la chiave giusta. Nella ripresa la Lazio rientra in campo cercando il gol per riaprire i giochi, la Juve gestisce. E quando innesca il trio Dybala -Higuain-Mandzukic (6') rischia di far male. Inzaghi capisce e manda dentro Felipe Anderson dopo otto minuti; il brasiliano prova a risvegliare la partita, sul destro velenoso Neto è attento. Dalla parte opposta Dani Alves è straripante: dal suo tunnel su Lulic nasce un assist per Higuain murato. Il pallone della speranza Lazio passa invece per i piedi di Luis Alberto (bel destro bloccato da Neto) e soprattutto di Keita, il cui destro al volo in area è alto. Finisce con Higuain che si mangia il terzo gol, sarebbe stato troppo per la Lazio. E la curva bianconera festeggia cantando 'ce ne andiamo a Cardiff.
Francesco Grant
Il palcoscenico dell'Olimpico è da notti magiche. Gremite le curve come di rado si vede a Roma, e soprattutto vestite a festa: una gigantesca aquila campeggia in curva Nord, la Sud riservata agli juventini è un mare di tricolori per la gioia del presidente Mattarella, seduto in una tribuna autorità da overbooking; poco più in là, Raggi jr in maglia biancoceleste al fianco della mamma sindaca. L'inno è cantato da tutto lo stadio sulla voce di Lodovica Comello, e la sfida parte.
La partenza, a sorpresa, è della Lazio consapevole di dover andare in vantaggio per sperare di frenare il gigante bianconero. Ma grinta e cattiveria dei ragazzi di Allegri stasera sono altra cosa rispetto a domenica scorsa contro la Roma, e non è solo questione di titolari. Dopo un tiro di Chiellini bloccato da Strakosha, Keita ha la prima palla gol: Milinkovic Savic ruba palla a Dani Alves e dalla difesa lancia sulla fascia sinistra, il senegalese negli spazi va a mille e da dentro l'area di destro supera Neto, ma non il palo al suo fianco. La Juve sente il campanello di allarme e la partita vive 25' elettrizzanti, tutti di marca bianconera. Tre tocchi di prima e Higuain arriva al gran destro respinto dal portiere della Lazio (7'), poi al 12' la combinazione vincente Alex Sandro-Dani Alves: sul lancio del primo Lulic si perde il secondo, ed è 1-0. Al 20’ Parolo, in dubbio alla vigilia, deve uscire per Radu. La Juve non si intenerisce. Ancora Dybala, ancora in contropiede, e al 24' Milinkovic ci mette una pezza. Ma un minuto dopo arriva il 2-0, firmato Bonucci: sullo schema d'angolo la difesa Lazio è sorpresa. La squadra di Inzaghi prova a rialzare la testa, ma neanche di fronte ai ritmi più lenti della Juve in cerca di contropiedi trova la chiave giusta. Nella ripresa la Lazio rientra in campo cercando il gol per riaprire i giochi, la Juve gestisce. E quando innesca il trio Dybala -Higuain-Mandzukic (6') rischia di far male. Inzaghi capisce e manda dentro Felipe Anderson dopo otto minuti; il brasiliano prova a risvegliare la partita, sul destro velenoso Neto è attento. Dalla parte opposta Dani Alves è straripante: dal suo tunnel su Lulic nasce un assist per Higuain murato. Il pallone della speranza Lazio passa invece per i piedi di Luis Alberto (bel destro bloccato da Neto) e soprattutto di Keita, il cui destro al volo in area è alto. Finisce con Higuain che si mangia il terzo gol, sarebbe stato troppo per la Lazio. E la curva bianconera festeggia cantando 'ce ne andiamo a Cardiff.
Francesco Grant