L’Aquila cambia, ma sa solo pareggiare
San Marino in vantaggio al Fattori su punizione: il gol del difensore Maccarrone a 11’ dalla fine vale solo un punto
L’AQUILA. «Meglio pochi che nessuno», dice, tradotto, lo striscione appeso dai tre-tifosi-tre sanmarinesi in trasferta «all’estero» con bandierine al seguito, ché per poco non vedono la grande impresa dei loro beniamini. Meglio un punto che zero, avrebbe detto Boskov. Ma pure Catalano. Ecco, nel momento attuale del calcio aquilano bisogna affidarsi agli aforismi per evitare di sprofondare nel pessimismo nero che sembra aver contagiato ormai tutto l’ambiente che ruota attorno a una squadra che continua a deludere. Allora, pure quel golletto pescato da un difensore a 11 minuti dalla fine – rete che sancisce il quinto pareggio stagionale ed evita la seconda sconfitta – può essere qualcosa cui attaccarsi. Anche qui, meglio questa che altre.
L’Aquila che non riesce a centrare la prima vittoria stagionale quando si è ormai consumato quasi un terzo del girone di andata cambia modulo, cambia uomini ma il risultato resta sempre lo stesso. Stavolta gli eroi diventano quelli del San Marino, che trovano il gol sull’unico tiro in porta e sfiorano il successo con una gara che definire accorta è un eufemismo. Il tecnico rossoblù rinuncia numericamente a un difensore per varare uno schieramento diverso con un centrocampo a cinque dove Corapi appare l’unico a mantenersi su livelli accettabili di rendimento. In attacco manca Perna, lasciato in panchina insieme a Sandomenico.
Le «bocche di fuoco» rossoblù sono Ceccarelli e Pacilli che viaggiano assai lontano dalla porta avversaria prendendola...alla larga. Sicché, nel primo tempo è L’Aquila a fare la partita, senza ritmi forsennati, per carità, ma comunque pericolosa al 2’ con un tiro alto di Ceccarelli, al 12’ con una punizione di Corapi smanacciata alla bell’e meglio dal portiere avversario Vivan e al 31’ con uno scambio Pacilli-Del Pinto con tocco di Pedrelli sul quale Ceccarelli a un passo dalla porta viene fermato per fuorigioco. Il San Marino si vede per un colpo di testa fuori misura di Russo al 38’.
Nella ripresa il tema non cambia, ma a mano a mano che passano i minuti cresce l’ansia tra i rossoblù. Ancora Ceccarelli con un tiro alto all’8’, mentre quelli del San Marino segnano alla prima botta. Una punizione del capitano Poletti pare un colpo da biliardo: palo e gol. Lo spettro della disfatta s’impadronisce della squadra. Pagliari richiama un difensore e si gioca la carta-Perna. Si cambia ancora ma le gambe paiono muoversi da sole, staccate dalla testa. Tuttavia i rossoblù abbozzano una reazione e l’ingresso successivo di Sandomenico e Di Mercurio porta la squadra a occupare costantemente la metà campo avversaria. Maccarrone trova lo spiraglio giusto dopo un tiro rimpallato di Del Pinto. Il gol del possibile ribaltone lo manca Mancini a 5’ dalla fine. Quando al 41’ si accascia in area l’arbitro non gli crede e gli dà il giallo. Giallo come il mistero che aleggia sull’Aquila, dentro e fuori dal campo.
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