PLAYOUT / LA PROSPETTIVA
La discesa in C costa almeno 4,5 milioni
Tanta la differenza in tema di diritti tv e contributi di Lega tra chi resta in B e chi retrocede (con il paracadute)
PESCARA. Il Perugia e il Pescara sono terrorizzati al solo pensiero di finire in serie C. Eppure il destino è segnato. Per una delle due squadre sarà un Ferragosto drammatico, calcisticamente parlando. Per le prospettive calcistiche e per il bilancio della società, già gravato dagli effetti del coronavirus. I play out, infatti, metteranno in ballo almeno 4,5 milioni tra diritti tv e contributi della Lega: tanta è la differenza tra la serie B e la C almeno nella prima stagione post retrocessione quando c’è comunque un paracadute (di poco superiore al milione) ad accompagnare la discesa nell’inferno del calcio professionistico per chi va a redigere un bilancio. Una prospettiva drammatica, per l’appunto. Inaspettata per quelle che - nelle previsioni di un anno fa - dovevano essere protagoniste di ben altri spareggi nelle intenzioni. A Perugia l’obiettivo minimo erano i play off. Minimo, perché la premiata ditta Santopadre&Goretti mirava alla promozione diretta. Un orizzonte avvalorato da una partenza di campionato promettente. Ma a novembre il giocattolo si è cominciato a rompere. «Non andare in serie A sarebbe un fallimento», disse pubblicamente il direttore tecnico Roberto Goretti. Di lì a pochi giorni la replica di Massimo Oddo: «Voglio andare in serie A, ma non sarebbe un fallimento non centrare l’obiettivo». Da lì è iniziata la lite a distanza che ha portato all’esonero del tecnico pescarese a gennaio quando la squadra era ancora in lotta per la A. Poi, la discesa in classifica con Cosmi, il ritorno dello stesso Oddo e... i play out. Un tempo litigavano sulla serie A, ora si trovano a dover scongiurare la C con una tensione che si taglia a fette.
A Pescara - sempre nel novembre scorso - celebre la frase del presidente Daniele Sebastiani dopo un 3-0 al Pisa: «Quando sento parlare di salvezza mi viene l'orticaria». C’era ancora Luciano Zauri in panchina e si discuteva del valore dei biancazzurri una settimana dopo il 4-0 rifilato al Benevento e subito dopo la sconfitta in trasferta a Castellammare di Stabia. Dopo due cambi in panchina e una graduale discesa in graduatoria ecco che i play out restano l’ultima àncora di salvezza.
Da Perugia a Pescara, liti e affermazioni che a distanza di mesi provocano sorrisi e ironia, ma che testimoniano quanto sia stato deludente il cammino delle due squadre in una stagione anomala vissuta con ben altre ambizioni. E finita con uno spareggio dagli effetti dirompenti. Persino imbarazzante per il pescarese Massimo Oddo che siederà sulla panchina del Perugia. Ancor più per chi, poi, dovrà far quadrare il bilancio societario in un momento negativo per l’economia.
@roccocoletti1. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
A Pescara - sempre nel novembre scorso - celebre la frase del presidente Daniele Sebastiani dopo un 3-0 al Pisa: «Quando sento parlare di salvezza mi viene l'orticaria». C’era ancora Luciano Zauri in panchina e si discuteva del valore dei biancazzurri una settimana dopo il 4-0 rifilato al Benevento e subito dopo la sconfitta in trasferta a Castellammare di Stabia. Dopo due cambi in panchina e una graduale discesa in graduatoria ecco che i play out restano l’ultima àncora di salvezza.
Da Perugia a Pescara, liti e affermazioni che a distanza di mesi provocano sorrisi e ironia, ma che testimoniano quanto sia stato deludente il cammino delle due squadre in una stagione anomala vissuta con ben altre ambizioni. E finita con uno spareggio dagli effetti dirompenti. Persino imbarazzante per il pescarese Massimo Oddo che siederà sulla panchina del Perugia. Ancor più per chi, poi, dovrà far quadrare il bilancio societario in un momento negativo per l’economia.
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