La Tercas Teramo si apre all’Abruzzo
Incontro a Pescara con i ragazzi delle scuole, entusiasmo per i giocatori biancorossi.
PESCARA. Ragazzine entusiaste, urletti di ammirazione, richiesta di autografi, foto di gruppo. Come le star del calcio, ma sono i giocatori di basket della Banca Tercas Teramo, ieri a Pescara per la presentazione dello “Yearbook” e del calendario della società.
Un appuntamento ormai tradizionale per il Teramo basket, ma questa volta la società ha voluto fare un salto di qualità: ha scelto Pescara - con un incontro all’auditorium Petruzzi, alla presenza di decine e decine di studenti di diversi istituti superiori - per non restare sempre nei confini della città di Teramo, per dimostrare che la squadra è una realtà per tutto l’Abruzzo. E l’entusiasmo suscitato da Poeta, Amoroso, Hoover, Jones e Stanescu - solo una rappresentanza dei dodici giocatori che la sera precedente hanno ottenuto la prima, storica vittoria in una competizione europea, battendo nettamente una squadra di rango cone il Galatasaray di Istanbul - dimostra che la scelta è stata azzeccata, che il Teramo basket è seguito e apprezzato anche al di fuori della città di origine, che può rappresentare, al di là degli inevitabili campanilismi, l’eccellenza sportiva di tutta la regione.
Certo, gli ultimi brillanti risultati dopo un avvio di stagione difficile - la vittoria in campionato a Biella domenica scorsa e il successo di martedì sera in Eurocup, precedute da una “sconfitta di prestigio” come quella di Berlino nell’esordio europeo - hanno accresciuto l’interesse verso l’appuntamento di ieri, tanto che il presidente Carlo Antonetti ci ha scherzato su: «Si’, abbiamo programato le cose per tornare a vincere a ridosso di questo evento». Poi, parlando seriamente, ha aggiunto: «Noi vogliamo rappresentare un territorio attraverso lo sport, che è cultura perché lo sport rappresenta la vita, rappresenta le sfide della vita». «Il risultato è importante, ma non è tutto», ha detto ancora Antonetti, rissumendo in due parole la filosofia della società biancorossa, «alla base di tutto c’è il modo in cui si raggiunge. E per fortuna stiano ottenendo risultati straordinari con un budget che, vi assicuro, non è come quello delle grandi squadre di serie A».
Gestire una società sportiva, ha poi detto il presidente rispondendo alla domanda di uno degli insegnanti che accompagnavano i ragazzi, comporta un paradosso: «Lo sport è un gioco, ma organizzare lo sport non è affatto un gioco. Dietro ci vuole un’azienda, un’azienda che però non vende camicie o automobili, ma vende emozioni».
Un appuntamento ormai tradizionale per il Teramo basket, ma questa volta la società ha voluto fare un salto di qualità: ha scelto Pescara - con un incontro all’auditorium Petruzzi, alla presenza di decine e decine di studenti di diversi istituti superiori - per non restare sempre nei confini della città di Teramo, per dimostrare che la squadra è una realtà per tutto l’Abruzzo. E l’entusiasmo suscitato da Poeta, Amoroso, Hoover, Jones e Stanescu - solo una rappresentanza dei dodici giocatori che la sera precedente hanno ottenuto la prima, storica vittoria in una competizione europea, battendo nettamente una squadra di rango cone il Galatasaray di Istanbul - dimostra che la scelta è stata azzeccata, che il Teramo basket è seguito e apprezzato anche al di fuori della città di origine, che può rappresentare, al di là degli inevitabili campanilismi, l’eccellenza sportiva di tutta la regione.
Certo, gli ultimi brillanti risultati dopo un avvio di stagione difficile - la vittoria in campionato a Biella domenica scorsa e il successo di martedì sera in Eurocup, precedute da una “sconfitta di prestigio” come quella di Berlino nell’esordio europeo - hanno accresciuto l’interesse verso l’appuntamento di ieri, tanto che il presidente Carlo Antonetti ci ha scherzato su: «Si’, abbiamo programato le cose per tornare a vincere a ridosso di questo evento». Poi, parlando seriamente, ha aggiunto: «Noi vogliamo rappresentare un territorio attraverso lo sport, che è cultura perché lo sport rappresenta la vita, rappresenta le sfide della vita». «Il risultato è importante, ma non è tutto», ha detto ancora Antonetti, rissumendo in due parole la filosofia della società biancorossa, «alla base di tutto c’è il modo in cui si raggiunge. E per fortuna stiano ottenendo risultati straordinari con un budget che, vi assicuro, non è come quello delle grandi squadre di serie A».
Gestire una società sportiva, ha poi detto il presidente rispondendo alla domanda di uno degli insegnanti che accompagnavano i ragazzi, comporta un paradosso: «Lo sport è un gioco, ma organizzare lo sport non è affatto un gioco. Dietro ci vuole un’azienda, un’azienda che però non vende camicie o automobili, ma vende emozioni».