Lanciano fallito, c’è l’ipotesiMaio per il futuro
Debiti per 1,8 milioni e situazione disastrosa. La squadra concluderà il torneo
LANCIANO. La Ss Lanciano è stata dichiarata fallita dal tribunale. Il rinvio non è stato accordato, fine della corsa. Le sensazioni negative di lunedì hanno trovato conferma nella sentenza del collegio (presidente Carabba, giudici De Nisco e Canosa) riunito venerdì scorso: società fallita!
E’ stato autorizzato l’esercizio provvisorio e, quindi, la squadra finirà il campionato di C1. Il curatore è il dottor Giovanni Carlo Trinetti, commercialista di Pescara (e del Pescara), che riferirà al giudice delegato, la dottoressa Paola De Nisco. Le motivazioni non sono ancora ufficiali, ma sono facilmente intuibili e riferibili alla dissennata gestione di Paolo Di Stanislao che ha rilevato il club dalle mani di Riccardo Angelucci nell’agosto del 2006.
La Ss Lanciano è stata dichiarata fallita con circa 1,8 milioni di debiti. Quasi tutti accumulati durante la gestione Di Stanislao. Una cifra (contestata nei mesi scorsi) nemmeno tanto elevata per un club di serie C1. E, quindi, sono molteplici le cause del provvedimento firmato dal presidente del tribunale, Giuseppe Carabba: a partire dalla mancanza di liquidità, passando per il mancato ripianamento delle perdite certificate dal bilancio chiuso nel giugno del 2007 e concludendo con una serie di decreti ingiuntivi che sono piovuti in sede.
La relazione di Andrea Colantonio ha descritto una situazione disastrosa. Ha evidenziato anche delle irregolarità. Ad esempio, in sede, non ha trovato i libri sociali dove vengono trascritti i verbali delle assemblee. Insomma, una relazione letale. Che ha convinto i giudici a decretare il fallimento della Ss Lanciano. Anche perché proprio a dicembre, in extremis, era stata chiusa un’altra procedura di fallimento a carico della stessa società.
Più che le istanze dei creditori ha pesato una situazione complessiva definita disastrosa. Che rischia di avere anche dei risvolti penali. E che è stata acuita dal braccio di ferro in sede civile tra Bernardi Patrizi e Angelucci. Gli adempimenti. Il tribunale ha ordinato ad Andrea Colantonio, legale rappresentante della società fallita, di depositare, in cancelleria, entro tre giorni i bilanci e le scritture contabili e fiscali obbligatorie, nonché l’elenco dei creditori.
Il curatore Trinetti dovrà apporre i sigilli su tutti i beni mobili della società e redigere l’inventario. Il 9 luglio, inoltre, è in programma l’adunanza per l’esame dello stato passivo davanti al giudice delegato, De Nisco. Lo scenario. L’impresa è quella di riuscire a mantenere il calcio professionistico in città. E’ difficilissima, anche perché la Figc ha assunto la tendenza a scoraggiare i casi che si sono verificati in passato anche a San Benedetto del Tronto, a Foggia e a Taranto.
Per subentrare in corsa alla vecchia Ss Lanciano dovrà essere costituita una nuova società di capitali. Che cercherà subito di ottenere l’affiliazione alla Figc. E poi andrà a trattare con il curatore l’acquisto del complesso aziendale. In pratica, l’eventuale nuova società si accollerebbe tutti i debiti con i tesserati e con la Figc. Ma i tempi tecnici saranno ristretti per cercare di ottenere l’iscrizione al prossimo campionato di serie C, C1 o C2 che sia. Dipenderà da come finirà questa stagione.
L’imprenditore che potrebbe avviare il progetto è Franco Maio, noto in città per l’attività nel settore dei rifiuti. Già, in passato ha trattato l’ingresso nel mondo del calcio, a Lanciano. Ma senza mai trovare un accordo con Riccardo Angelucci, l’ex presidente. Secondo voci ricorrenti in città, sarebbe pronto a partire “sponsorizzato” dal sindaco Filippo Paolini che in questi mesi ha mantenuto una posizione molto defilata sull’argomento calcio, almeno ufficialmente.
Addirittura il varo della nuova società potrebbe vedere in prima linea Valentina Maio, una delle figlie di Franco e moglie di Manuel Turchi, l’ex giocatore del Lanciano ora in forza al Pescara. Ma, finora, conferme non ce ne sono state. E c’è il concreto rischio che nella prossima stagione al Biondi siano di scena i dilettanti.
E’ stato autorizzato l’esercizio provvisorio e, quindi, la squadra finirà il campionato di C1. Il curatore è il dottor Giovanni Carlo Trinetti, commercialista di Pescara (e del Pescara), che riferirà al giudice delegato, la dottoressa Paola De Nisco. Le motivazioni non sono ancora ufficiali, ma sono facilmente intuibili e riferibili alla dissennata gestione di Paolo Di Stanislao che ha rilevato il club dalle mani di Riccardo Angelucci nell’agosto del 2006.
La Ss Lanciano è stata dichiarata fallita con circa 1,8 milioni di debiti. Quasi tutti accumulati durante la gestione Di Stanislao. Una cifra (contestata nei mesi scorsi) nemmeno tanto elevata per un club di serie C1. E, quindi, sono molteplici le cause del provvedimento firmato dal presidente del tribunale, Giuseppe Carabba: a partire dalla mancanza di liquidità, passando per il mancato ripianamento delle perdite certificate dal bilancio chiuso nel giugno del 2007 e concludendo con una serie di decreti ingiuntivi che sono piovuti in sede.
La relazione di Andrea Colantonio ha descritto una situazione disastrosa. Ha evidenziato anche delle irregolarità. Ad esempio, in sede, non ha trovato i libri sociali dove vengono trascritti i verbali delle assemblee. Insomma, una relazione letale. Che ha convinto i giudici a decretare il fallimento della Ss Lanciano. Anche perché proprio a dicembre, in extremis, era stata chiusa un’altra procedura di fallimento a carico della stessa società.
Più che le istanze dei creditori ha pesato una situazione complessiva definita disastrosa. Che rischia di avere anche dei risvolti penali. E che è stata acuita dal braccio di ferro in sede civile tra Bernardi Patrizi e Angelucci. Gli adempimenti. Il tribunale ha ordinato ad Andrea Colantonio, legale rappresentante della società fallita, di depositare, in cancelleria, entro tre giorni i bilanci e le scritture contabili e fiscali obbligatorie, nonché l’elenco dei creditori.
Il curatore Trinetti dovrà apporre i sigilli su tutti i beni mobili della società e redigere l’inventario. Il 9 luglio, inoltre, è in programma l’adunanza per l’esame dello stato passivo davanti al giudice delegato, De Nisco. Lo scenario. L’impresa è quella di riuscire a mantenere il calcio professionistico in città. E’ difficilissima, anche perché la Figc ha assunto la tendenza a scoraggiare i casi che si sono verificati in passato anche a San Benedetto del Tronto, a Foggia e a Taranto.
Per subentrare in corsa alla vecchia Ss Lanciano dovrà essere costituita una nuova società di capitali. Che cercherà subito di ottenere l’affiliazione alla Figc. E poi andrà a trattare con il curatore l’acquisto del complesso aziendale. In pratica, l’eventuale nuova società si accollerebbe tutti i debiti con i tesserati e con la Figc. Ma i tempi tecnici saranno ristretti per cercare di ottenere l’iscrizione al prossimo campionato di serie C, C1 o C2 che sia. Dipenderà da come finirà questa stagione.
L’imprenditore che potrebbe avviare il progetto è Franco Maio, noto in città per l’attività nel settore dei rifiuti. Già, in passato ha trattato l’ingresso nel mondo del calcio, a Lanciano. Ma senza mai trovare un accordo con Riccardo Angelucci, l’ex presidente. Secondo voci ricorrenti in città, sarebbe pronto a partire “sponsorizzato” dal sindaco Filippo Paolini che in questi mesi ha mantenuto una posizione molto defilata sull’argomento calcio, almeno ufficialmente.
Addirittura il varo della nuova società potrebbe vedere in prima linea Valentina Maio, una delle figlie di Franco e moglie di Manuel Turchi, l’ex giocatore del Lanciano ora in forza al Pescara. Ma, finora, conferme non ce ne sono state. E c’è il concreto rischio che nella prossima stagione al Biondi siano di scena i dilettanti.