Lega Pro, exploit del Teramo: espugnato il campo di Pisa
Biancorossi in cattedra all’Arena Garibaldi e dopo tre mesi tornano a vincere in trasferta
PISA. L’Arena sembrava una montagna insormontabile da scalare. Invece forse proprio da Pisa potrebbe iniziare un nuovo campionato per il Teramo, come da tempo va chiedendo Vincenzo Vivarini. In casa di quella che, fino a ieri, era la più credibile delle anti-Spal, il Teramo trova un’incredibile vittoria. Grande carattere, determinazione da vendere da parte della compagine biancorossa che rimonta l’iniziale svantaggio griffato Crescenzi e torna alla vittoria in trasferta che mancava dal 28 ottobre scorso (2-1 a Santarcangelo) .
Proprio l’andamento lontano dal Bonolis (ultimo risultato utile l’1-1 di Carrara, 1-1, il primo novembre scorso) rappresenta (va) il punto interrogativo più grande di una squadra che sta convivendo dall’inizio del campionato con un handicap grandissimo. Serviva una prestazione come quella di ieri per sbloccarsi? Lo dirà il campionato, fatto sta che quello dell’Arena Garibaldi è un colpaccio nel verso senso della parola.
L’1-2 corsaro, contro un Pisa che aveva raccolto 22 punti in casa su 27 disponibili, la dice tutta sull’impresa del Teramo. Bene i nuovi, Cruciani su tutti, benissimo Di Paolantonio in questa nuova veste di terzino sinistro.
E dire che non era iniziata affatto bene per gli ospiti, a causa di una colossale dormita sul primo angolo del match. Corner di Ricci, si attiva malissimo la marcatura a zona del Teramo e Crescenzi stacca indisturbato. Sembra il remake di un film già visto, ci si aspetta il colpo di grazia del Pisa che però commette il madornale errore di non chiudere la partita e di giocare con una ingiustificata sufficienza.
La stessa che al 35’ porta al pareggio, comunque meritato, del Teramo, che sfrutta un rinvio sbagliato di Bindi, poi fa tutto bene Petrella che appoggia a Di Paolantonio: tentativo di piazzare il pallone, ma il tocco involontario di un difensore nerazzurro mette fuori casa il portiere di Gattuso. Pareggio che gela l’Arena e gela soprattutto il Pisa, che fino a quel momento non aveva rischiato (merito di una difesa granitica), ma aveva sbagliato qualche ripartenza di troppo.
Il Teramo ringrazia e nella ripresa raccoglie gli interessi. La mossa di Gattuso, al quarto d’ora della seconda frazione, non sortisce gli effetti sperati: il 3-4-1-2, con Varela alle spalle del nuovo tandem Cani-Montella, non crea pericoli a Tonti, con i biancorossi che ricacciano ogni attacco del Pisa. Anzi, la migliore occasione è proprio del Teramo, con Forte che dal cuore dell’area calcia addosso a Bindi, in disperata uscita (16’). Il numero uno dei toscani, però, nulla può al 23’. Gli angoli danno e tolgono, e lo sa bene il Teramo che, su schema da calcio d’angolo, confeziona il gioiello da tre punti. Di Paolantonio pesca Cruciani al limite dell’area, coordinazione fantastica dell’ex Benevento e palla che schizza sotto la traversa, con Bindi tradito dalla deviazione di un compagno.
Il Pisa è preso in controtempo, Gattuso ugualmente, perché ci mette del tempo per giocarsi l’ultimo cambio. Vivarini, invece, da tecnico esperto, non snatura i suoi, mantiene il 3-5-2 (accentrando solo Di Paolantonio e inserendo un terzino di ruolo come Cecchini).
Il risultato è che il forcing del Pisa è sterile ed infruttuoso. Cani al 33’ anticipa portiere e difensori, ma non inquadra lo specchio, mentre l’estro di Varela (che scaglia un violento sinistro al 36’) da solo non serve a nulla. Così come è fuori misura la punizione di Ricci al 38’.
Così il Teramo tira un sospiro di sollievo: vince a Pisa dopo 40 anni e si prende tre punti che potrebbero dare uno slancio diverso al girone di ritorno, anche se la rimonta è lunga, faticosa e, ad oggi, improbabile. Ma mai dire mai.
Simone Restifo