Leone: questo Pescara è più forte di tutto
Giocatori, tecnici e dirigenti insieme a cena. «Vogliamo fare felici i nostri tifosi»
PESCARA. Per il Pescara è il giorno del consiglio di amministrazione, stavolta ordinario. Davanti al notaio Erminia Amicarelli stasera, intorno alle 19, i soci del Pescara calcio si ritrovano con un solo punto all’ordine del giorno. Gli avvocati, Rina Izzo e Francesco Graziano in rappresentanza del presidente Max Pincione, il vice Claudio Di Giacomo e Massimiliano Naddeo, con del collegio sindacale, sono chiamati a ratificare la delibera del precedente Cda, e dare esecutività all’aumento di capitale.
Un impegno di prassi che non cambia di una virgola la complessa e sofferta situazione societaria, ferma, pericolosamente ferma, all’interminabile attesa che il massimo dirigente del club biancazzurro metta i soldi nelle asfittiche casse del sodalizio pescarese.
Un allarmante fase di stallo che, per fortuna, non ha contagiato quanti cercano una valida alternativa all’uomo d’affari italoamericano, proprietario protempore del Pescara. In altri ambienti della città, infatti, si tenta di salvare il salvabile offrendo le sorti della gloriosa società cittadina in mani più sicure.
Insomma tutto è come sempre: incollato ai blocchi di partenza.
Le buone notizie, per fortuna, vengono dal fronte squadra. Ieri sera i giocatori anche per favorire l’integrazione dei nuovi si sono ritrovati nel tempio del tifo pescarese, lo stabilimento “Croce del Sud il cui titolare è, tra l’altro, cugino del capitano Luca Leone. Alla serata sono stati invitati anche lo staff tecnico e i dirigenti proprio con l’obiettivo dichiarato di dare coesione all’organico messo a disposizione del tecnico Franco Lerda.
La formazione pescarese attraversa un buon momento di forma. Il successo conseguito domenica scorsa a spese della malmessa Sambenedettese ha riportato ottimismo nell’ambiente. Un ottimo punto di partenza che non deve creare però facili entusiasmi. «Lo sappiamo benissimo», conviene Luca Leone, «nessuno tra di noi si è montato la testa. Finora abbiamo solo vinto una gara, niente di più. Da qui si può solo cominciare per costruire una stagione che dia ai tifosi qualche soddisfazione».
Un inizio, comunque, felice specie perché vissuto in un momento di grande apprensione per il futuro societario. Un fatto che sembra non aver minimamente condizionato il rendimento della squadra. «Per quanto ci riguarda», prosegue Leone, «noi possiamo solo andare in campo e vincere le partite, altro non ci è consentito. Allo stesso modo è giusto anche dire che la società non ci ha fatto mancare proprio nulla, finora. Il vicepresidente Claudio Di Giacomo ci è sempre vicino, si fa vedere di frequente e, quando è impossibilitato, ci chiama al telefono.
E’ un punto di riferimento sicuro e per questo ci dà tranquillità».
E la questione del premio vittoria promesso domenica scorsa? «Non è un problema», incalza il centrocampista pescarese, «la cosa è nata per scherzo. I dirigenti ci hanno detto che in caso di successo con la Samb ci avrebbero dato il premio. Se arriva, bene, altrimenti si va avanti lo stesso con l’obiettivo preciso di portare il Pescara in posizioni più onorevoli».
L’impegno di domenica. «Non è facile», conclude Leone, «ora sulla panchina dei campani è arrivata una vecchia colpe come Capuano, perciò a Castellammare di Stabia sarà un’altra musica. Noi, però, non ci lasciamo intimidire. Questo gruppo ha grandi risorse tecniche e morali e se la giocherà sempre con tutti».
Un impegno di prassi che non cambia di una virgola la complessa e sofferta situazione societaria, ferma, pericolosamente ferma, all’interminabile attesa che il massimo dirigente del club biancazzurro metta i soldi nelle asfittiche casse del sodalizio pescarese.
Un allarmante fase di stallo che, per fortuna, non ha contagiato quanti cercano una valida alternativa all’uomo d’affari italoamericano, proprietario protempore del Pescara. In altri ambienti della città, infatti, si tenta di salvare il salvabile offrendo le sorti della gloriosa società cittadina in mani più sicure.
Insomma tutto è come sempre: incollato ai blocchi di partenza.
Le buone notizie, per fortuna, vengono dal fronte squadra. Ieri sera i giocatori anche per favorire l’integrazione dei nuovi si sono ritrovati nel tempio del tifo pescarese, lo stabilimento “Croce del Sud il cui titolare è, tra l’altro, cugino del capitano Luca Leone. Alla serata sono stati invitati anche lo staff tecnico e i dirigenti proprio con l’obiettivo dichiarato di dare coesione all’organico messo a disposizione del tecnico Franco Lerda.
La formazione pescarese attraversa un buon momento di forma. Il successo conseguito domenica scorsa a spese della malmessa Sambenedettese ha riportato ottimismo nell’ambiente. Un ottimo punto di partenza che non deve creare però facili entusiasmi. «Lo sappiamo benissimo», conviene Luca Leone, «nessuno tra di noi si è montato la testa. Finora abbiamo solo vinto una gara, niente di più. Da qui si può solo cominciare per costruire una stagione che dia ai tifosi qualche soddisfazione».
Un inizio, comunque, felice specie perché vissuto in un momento di grande apprensione per il futuro societario. Un fatto che sembra non aver minimamente condizionato il rendimento della squadra. «Per quanto ci riguarda», prosegue Leone, «noi possiamo solo andare in campo e vincere le partite, altro non ci è consentito. Allo stesso modo è giusto anche dire che la società non ci ha fatto mancare proprio nulla, finora. Il vicepresidente Claudio Di Giacomo ci è sempre vicino, si fa vedere di frequente e, quando è impossibilitato, ci chiama al telefono.
E’ un punto di riferimento sicuro e per questo ci dà tranquillità».
E la questione del premio vittoria promesso domenica scorsa? «Non è un problema», incalza il centrocampista pescarese, «la cosa è nata per scherzo. I dirigenti ci hanno detto che in caso di successo con la Samb ci avrebbero dato il premio. Se arriva, bene, altrimenti si va avanti lo stesso con l’obiettivo preciso di portare il Pescara in posizioni più onorevoli».
L’impegno di domenica. «Non è facile», conclude Leone, «ora sulla panchina dei campani è arrivata una vecchia colpe come Capuano, perciò a Castellammare di Stabia sarà un’altra musica. Noi, però, non ci lasciamo intimidire. Questo gruppo ha grandi risorse tecniche e morali e se la giocherà sempre con tutti».