ATLETICA
Mazzaufo: "A Tokyo scritta la storia, Sabbatini e Tamberi il nostro orgoglio"
Il tecnico giuliese, responsabile nazionale Fidal dei settori salti, lanci e prove multiple, dopo le Olimpiadi: "Avventura strabiliante"
Di ritorno dalle Olimpiadi di Tokyo, il professor Claudio Mazzaufo, responsabile nazionale Fidal dei settori salti, lanci e prove multiple per l’atletica leggera (ma è anche un preparatore di enorme esperienza nella pallacanestro in cui ha vinto una mezza dozzina di campionati), si gode finalmente nella sua Teramo (anche se è orgogliosamente giuliese) qualche giorno di meritato riposo in famiglia. Enormi sono state le soddisfazioni vissute durante queste Olimpiadi che hanno decretato il successo dell’atletica italiana. "Un’avventura strabiliante arrivata contro ogni aspettativa ma che rende merito al grande lavoro svolto", racconta Mazzaufo. "Penso al periodo del lockdown, quando siamo stati la prima federazione a lavorare forte tramite webinar, con più di 3 milioni di visualizzazioni. Un lavoro che ci ha ripagato con gli interessi, un lavoro fatto mentre molte federazioni si erano invece fermate: siamo riusciti a stare vicino ad atleti e tecnici supportandoli in ogni modo, e questo penso abbia fatto la differenza, i risultati del resto parlano chiaro".
Vittorie tutte meritate e non arrivate per caso, magari per demeriti altrui: "Abbiamo vinto perché finalmente siamo stati superiori agli altri: 37.50 per la staffetta, 2.37 al salto in alto, 9.80 sui cento metri e poi quelle vittorie gestite in sicurezza dai due marciatori fanno capire che siamo stati davvero più bravi di tutti. La prova sta nel fatto che tutto il movimento italiano ha in realtà fatto un grosso passo in avanti: sono arrivati pure 10 record italiani, 2 europei ed un’infinità di record personali, col 66% dei nostri atleti a superare il primo turno. Insomma, dietro a 5 medaglie d’oro c’è un intero movimento di cui essere orgogliosi".
Mazzaufo, però, non dimentica il suo vecchio amore, quello per la pallacanestro: «Mi piace ricordare che a Tokyo è arrivato pure il miglior piazzamento della nostra nazionale dopo 17 anni, unica squadra azzurra a salvarsi con quel bellissimo quinto posto. Giocatori come Polonara, gli abruzzesi Fontecchio e Ricci, insomma col basket e l’atletica sugli scudi per me sono state Olimpiadi bellissime". Eppure, prima che irrompesse l’atletica, il medagliere era pieno di riconoscimenti meno preziosi: "Quando siamo arrivati il 22 luglio in Giappone per le rifiniture, guardando il medagliere con quei pochi ori ci siamo detti che dovevamo dare il nostro contributo: si pensava magari ad un oro e qualche bel piazzamento. Invece la miccia è esplosa con la giornata epocale di Tamberi, che è un abruzzese d’adozione essendo cresciuto nell’Atletica Vomano, e Jacobs, che ha dato un forte impulso anche ai marciatori: un filotto di medaglie che ha lanciato pure la staffetta, oramai eravamo entrati in una trance di miglioramento continuo. È finita con un medagliere da record, addirittura nell’atletica secondi solo agli Usa. Anche la nostra teramana Gaia Sabbatini è stata strepitosa, stabilendo il secondo risultato italiano di tutti i tempi sui 1500 dopo Gabriella Dorio dal 1984".
Ancora oggi quasi non ci si crede: "Una cosa del genere forse risuccederà tra 100 anni, ma ci abbiamo lavorato e questi sono i risultati. Quello che abbiamo fatto è paragonabile alla spedizione garibaldina dei Mille: noi siamo stati un po’ come loro, è stata un’altra spedizione che ha fatto la storia sportiva d’Italia". Ora di questa impresa si dovrebbe approfittare. "Tutta l’Italia deve prendere esempio: come lo sport italiano è riuscito ad affermarsi nel mondo in questo momento di difficoltà dando un esempio positivo a tutti i livelli ed un moto d’orgoglio alla nazione, così ognuno di noi deve prendere esempio e capire che possiamo fare lo stesso anche negli altri campi della nostra vita, portando in ognuna di esse la stessa ventata di positività. Ed i risultati state sicuri, non mancheranno".
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