il talento
Nobili: «Emozione unica, un giorno di festa per tutti gli abruzzesi»
PESCARA. Forse perché la prima volta non si scorda mai, o forse perché con il passare degli anni le bandiere nel mondo del calcio si stanno via via estinguendo. Comunque sia, la promozione del 1977...
PESCARA. Forse perché la prima volta non si scorda mai, o forse perché con il passare degli anni le bandiere nel mondo del calcio si stanno via via estinguendo. Comunque sia, la promozione del 1977 resta una pietra miliare del calcio pescarese e se, a distanza di 40 anni, i nomi di Vincenzo Zucchini, Giorgio Repetto e Bruno Nobili scatenano ancora l’immaginazione dei tifosi qualcosa dovrà pur significare. Bruno Nobili arriva Pescara nel 1974 dal Cagliari e sulla panchina biancazzurra c’è Tom Rosati. In riva all'Adriatico ritrova l’amico Vincenzo Zucchini con il quale aveva vinto un campionato di serie C nell’Avellino di Tony Giammarinaro.
Eppure, a pochi giorni dalla chiusura del calciomercato, la presenza in rosa del talento è incerta. La cessione di Nobili pare imminete e i tifosi mugugnano. «È la verità», racconta Nobili, «dovevo andare al Genova, ma poi rimasi a Pescara. All’inizio Cadè non mi considerava, al mio posto faceva giocare Santucci. Alla 4ª giornata contro l’Ascoli giocai titolare e le cose andarono bene». Il Pescara vince 2-1 dopo un avvio di torneo stentato (2 pareggi e una sconfitta). Nobili batte il calcio d’angolo per il primo gol di testa di Zucchini, poi realizza la seconda rete su rigore.
In ogni caso, le basi per la promozione in A vengono messe nel 1975. «Sì, anche se l’anno seguente la società rese più competitivo l’organico con alcuni rinforzi. Forse la svolta ci fu quando Cadè decise di arretrare Galbiati in difesa al posto di Di Somma che si era operato all’appendicite. Diciamo che quell’intervento chirurgico per noi fu salutare (ride, ndr)».
L’apoteosi a Bologna. «Meritammo la serie A. Quel giorno resta il più bello della mia carriera e porterò per sempre nel mio cuore quei momenti. Ricordo l’entusiasmo incredibile dei tifosi che salirono al Dall’Ara da tutti i paesi abruzzesi. Fu una festa per tutta la regione».(g.t.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Eppure, a pochi giorni dalla chiusura del calciomercato, la presenza in rosa del talento è incerta. La cessione di Nobili pare imminete e i tifosi mugugnano. «È la verità», racconta Nobili, «dovevo andare al Genova, ma poi rimasi a Pescara. All’inizio Cadè non mi considerava, al mio posto faceva giocare Santucci. Alla 4ª giornata contro l’Ascoli giocai titolare e le cose andarono bene». Il Pescara vince 2-1 dopo un avvio di torneo stentato (2 pareggi e una sconfitta). Nobili batte il calcio d’angolo per il primo gol di testa di Zucchini, poi realizza la seconda rete su rigore.
In ogni caso, le basi per la promozione in A vengono messe nel 1975. «Sì, anche se l’anno seguente la società rese più competitivo l’organico con alcuni rinforzi. Forse la svolta ci fu quando Cadè decise di arretrare Galbiati in difesa al posto di Di Somma che si era operato all’appendicite. Diciamo che quell’intervento chirurgico per noi fu salutare (ride, ndr)».
L’apoteosi a Bologna. «Meritammo la serie A. Quel giorno resta il più bello della mia carriera e porterò per sempre nel mio cuore quei momenti. Ricordo l’entusiasmo incredibile dei tifosi che salirono al Dall’Ara da tutti i paesi abruzzesi. Fu una festa per tutta la regione».(g.t.)
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