«Non crolla una città che sa volare»
L’incitamento di De Sanctis agli aquilani: siete fortissimi.
L’AQUILA. «Non può crollare una città che sa volare».
Morgan De Sanctis quasi grida nel microfono, ora che nell’auditorium della Finanza lo sentono almeno mille bambini, coi loro tecnici e accompagnatori. Si vede che si è preparato a questa visita. E che è rimasto molto impressionato da quello che ha visto. Quando lo chiamano a parlare, diventa lui il portavoce della pattuglia abruzzese in azzurro. L’intervento del portiere è il più appassionato di tutti. Prima scherza col compagno Grosso, poi parla col cuore. «Lasciate stare Fabio, che è pescarese. Io, invece, sono un abruzzese di montagna come voi», dice il calciatore nato a Guardiagrele. «Sono orgoglioso di essere abruzzese, ancor di più in una giornata come questa. Si dice che questo popolo sia forte e gentile: non può esserci definizione migliore, visto che voi state qui da sette mesi. Sono rimasto colpito da una frase che dice “Non può crollare una città che sa volare”. Viva L’Aquila, gli aquilani e l’Abruzzo».
Fabio Grosso, autore di applauditi duetti con il conduttore dell’incontro con il pubblico nella caserma della Finanza di Coppito, Pino Insegno, coadiuvato da Sara Tardelli, figlia dell’altro campione, Marco, aggiunge: «Anche se ero lontano da casa il giorno del terremoto, ho vissuto in qualche modo anch’io da vicino questo dramma. I miei amici e la mia famiglia a Pescara hanno avuto paura. L’entusiasmo della gente nel lavoro e la gioia e la felicità dei ragazzi rappresentano le basi per un futuro migliore. Vi auguro che possiate tornare ad avere tutte le soddisfazioni che avevate prima».
Ugualmente colpito dalla visita all’Aquila l’attaccante Giuseppe Rossi, la cui famiglia è originaria di Fraine, il paese dell’Alto Vastese dov’è nato il papà Fernando. «Non mi aspettavo di vedere quello che c’è qui intorno. Dal vero è un’altra cosa. Sono rimasto molto colpito da questa visita e, come gli altri compagni di squadra, sono vicino agli aquilani. Per me è stata un’esperienza difficile da dimenticare».
Morgan De Sanctis quasi grida nel microfono, ora che nell’auditorium della Finanza lo sentono almeno mille bambini, coi loro tecnici e accompagnatori. Si vede che si è preparato a questa visita. E che è rimasto molto impressionato da quello che ha visto. Quando lo chiamano a parlare, diventa lui il portavoce della pattuglia abruzzese in azzurro. L’intervento del portiere è il più appassionato di tutti. Prima scherza col compagno Grosso, poi parla col cuore. «Lasciate stare Fabio, che è pescarese. Io, invece, sono un abruzzese di montagna come voi», dice il calciatore nato a Guardiagrele. «Sono orgoglioso di essere abruzzese, ancor di più in una giornata come questa. Si dice che questo popolo sia forte e gentile: non può esserci definizione migliore, visto che voi state qui da sette mesi. Sono rimasto colpito da una frase che dice “Non può crollare una città che sa volare”. Viva L’Aquila, gli aquilani e l’Abruzzo».
Fabio Grosso, autore di applauditi duetti con il conduttore dell’incontro con il pubblico nella caserma della Finanza di Coppito, Pino Insegno, coadiuvato da Sara Tardelli, figlia dell’altro campione, Marco, aggiunge: «Anche se ero lontano da casa il giorno del terremoto, ho vissuto in qualche modo anch’io da vicino questo dramma. I miei amici e la mia famiglia a Pescara hanno avuto paura. L’entusiasmo della gente nel lavoro e la gioia e la felicità dei ragazzi rappresentano le basi per un futuro migliore. Vi auguro che possiate tornare ad avere tutte le soddisfazioni che avevate prima».
Ugualmente colpito dalla visita all’Aquila l’attaccante Giuseppe Rossi, la cui famiglia è originaria di Fraine, il paese dell’Alto Vastese dov’è nato il papà Fernando. «Non mi aspettavo di vedere quello che c’è qui intorno. Dal vero è un’altra cosa. Sono rimasto molto colpito da questa visita e, come gli altri compagni di squadra, sono vicino agli aquilani. Per me è stata un’esperienza difficile da dimenticare».