Ortolano: centro federale e sede Figc entro febbraio
Il presidente confermato per il prossimo quadriennio olimpico illustra i progetti: «Cambierà il metodo di gestione, delegherò molto ai consiglieri del direttivo»
MONTESILVANO. Tutto come da copione. Daniele Ortolano, 67 anni, medico in pensione, è stato confermato a capo dei dilettanti abruzzesi. Candidato unico votato per alzata di mano nell’assemblea elettiva che si è svolta ieri a Montesilvano e alla quale hanno partecipato i rappresentanti di 276 società sulle 346 aventi diritto. Esito scontato anche per quanto riguarda i componenti del direttivo: sono stati eletti Gianfranco Di Carlo, Oreste Di Francesco, Roberto Iannuzzi, Gabriele Di Simone, Concezio Memmo, Gianluca Fusco e Franco Pettinari. Tre i volti nuovi rispetto al precedente direttivo: Gabriele Di Simone, Gianluca Fusco e Oreste Di Francesco. «Ci sarà un nuovo modello di gestione», ha annunciato Daniele Ortolano, «in base al quale delegherò molto lavoro ai consiglieri, ognuno dei quali si occuperà di argomenti ben precisi».
Sono stati eletti anche i delegati regionali del calcio a 5, Vittorio Salvatore che prende il posto di Alessandro Di Berardino (in corsa per un posto nel direttivo nazionale della Divisione), e del calcio femminile, Sandro Lupi. Il nuovo collegio revisori dei conti sarà composto da Francesco Di Pietro (presidente), Alessandro Cianfrone e Giovanni Mattutti (effettivi), Luciano Falcone e Lucio Mercogliano (supplenti). I delegati assembleari, invece, saranno Antonio Marini, Gianluca Pace, Gianluigi Ricchioni (effettivi), Giovanni Sorgi, Marino Sarra e Walter Pili (supplenti). All’assemblea di Montesilvano erano presenti Cosimo Sibilia, candidato alla presidenza della Lega Nazionale Dilettanti, e Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro.
All’assemblea di ieri si è arrivati dopo un mese di campagna elettorale alla quale ha preso parte anche Rudy D’Amico, escluso dalla competizione per la mancanza del numero minimo (80) di firme delle società a sostegno della candidatura. D’Amico ha fatto ricorso al collegio arbitrale del Coni chiedendo l’annullamento dell’assemblea che si è svolta ieri. Il collegio ha respinto la richiesta di sospensiva e nelle prossime settimane esaminerà il ricorso nel merito.
Durante l’assemblea ha parlato anche Antonio D’Attilio, il dirigente che si è schierato a sostegno di D’Amico, ribadendo i motivi che lo hanno portato al “divorzio” con Ortolano. «Volevo ricandidarmi», ha detto D’Attilio, «ma Ortolano ha deciso di no. Rivendico alcune lacune nella squadra del presidente: in primis non c’è rappresentanza di club delle categorie cosiddette minori. E mi riferisco alla Prima, alla Seconda e alla Terza categoria. Poi, c’è un deficit territoriale, nel senso che diverse aree (l’entroterra Pescarese, la Valle Peligna, la zona di Chieti e Francavilla) non sono rappresentate. Fermo restando, un discorso più generale che riguarda la crisi del calcio che affligge anche l’Abruzzo. Abbiamo perso circa 100 società negli ultimi anni. E su queste cose bisogna intervenire per risolvere i problemi».
Ortolano, durante il suo intervento, non ha risparmiato stoccate alla minoranza. «Per governare serve il consenso delle società», ha detto il dirigente pescarese a capo del comitato regionale della Figc dal 2002, «io ho raccolto 234 deleghe, ce n’erano altre 100 a disposizione. E per presentare una candidatura ne occorrono 80. Quindi, i margini per una sfida c’erano tutti. Ma bisogna avere il consenso per governare, non basta attaccare e basta». Fin qui la nota polemica. Poi, Ortolano ha parlato di futuro, dopo aver illustrato gli ultimi due bilanci del comitato. «I prossimi obiettivi sono la sede del comitato regionale, all’Aquila, nella quale contiamo di entrare verso febbraio e poi il centro federale territoriale di Silvi che dovrebbe essere finito per febbraio-marzo. Sarà la casa delle nostre rappresentative. Fermo restando che avvieremo un progetto per la valorizzazione del calcio femminile, incentivando il settore giovanile». Poi, argomenti più politici. «Questo comitato si prefigge di confermare i servizi alle società, di lavorare per rateizzare i costi di iscrizione e di abbattere i costi assicurativi, fermo restando le tutele. E poi lo snellimento della burocrazia è indispensabile, così come è ancor più di attualità l’esigenza di una legge quadro per le società dilettantistiche».
@roccocoletti1
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