Pagliari, è una sfida fratricida per la salvezza
Giovanni guida il Perugia, Dino la Virtus Lanciano: comunicazioni sospese
Una famiglia divisa, quella dei Pagliari. Due fratelli contro nell’ultima giornata del girone B della 1ª divisione: Dino (il più grande) allenatore del Lanciano e Giovanni del Perugia; domenica si affronteranno al Curi, in palio la salvezza. Ai frentani serve un pari, agli umbri una vittoria. A meno che non arrivi qualche buona notizia dagli altri campi. Solo così quella che appare come una sfida fratricida si potrà trasformare in un pomeriggio di festa. Nel frattempo, eccoli l’uno contro l’altro.
Come state preparando la partita di domenica?
Giovanni Pagliari (Perugia): «Per vincerla, noi non abbiamo alternative».
Dino Pagliari (V. Lanciano): «Come le altre, con accortezza e intelligenza. A noi serve un punto per completare l’opera».
Quando vi siete sentiti l’ultima volta?
Giovanni: «Domenica. E gli umori erano contrapposti come può ben immaginare».
Dino: «Domenica sera e, conti alla mano, alla fine ha prevalso la rabbia».
Che cosa si prova a dover sfidare il fratello?
Giovanni: «Non è una bella sensazione, ma fa parte del gioco».
Dino: «Non gioco contro mio fratello, a me interessa prendere il punto. Tutto il resto non mi riguarda».
Vi sentite spesso al telefono?
Giovanni: «Anche tre-quattro volte al giorno. Ma, come potete ben immaginare, abbiamo interrotto le comunicazioni. Ci si rivede domenica».
Dino: «Certo, ma in questa settimana non abbiamo granché da dirci».
Chi è più bravo tra i due?
Giovanni: «Ognuno ha le sue idee, ci confrontiamo spesso facendo lo stesso mestiere. Lui mi ha iniziato, calcisticamente parlando. Mi ha dato suggerimenti e consigli quando ho cominciato l’avventura in panchina».
Dino: «Vince chi ha la squadra migliore, gli allenatori contano solo fino a un certo punto».
Un pregio di suo fratello.
Giovanni: «Conosce il calcio come pochi ed è meticoloso nel lavoro».
Dino: «Ha carattere».
Si ricorda l’unico precedente in panchina?
Giovanni: «Io sì, una vittoria netta. Spero di bissarla domenica. Chissà se la ricorda “Dinone”...».
Dino: «Immagino la risposta di mio fratello. Però, gli dica che è acqua passata. Addirittura, dieci anni fa. E che comunque da tempo non ho più un atteggiamento di protezione nei suoi confronti».
In famiglia per chi faranno il tifo?
Giovanni: «Per tutti e due, sperando che alla fine della gara si possa festeggiare la salvezza di entrambi».
Dino: «I familiari si astengono da ogni commento».
Come pensa che giocherà suo fratello?
Giovanni: «Tutti dietro, cercando di sfruttare gli spazi che lasceremo. Farà come nelle ultime partite».
Dino: «Lo conosco bene, ma, così come è messo, non ha alternative: deve giocare per vincere».
Immaginavate di arrivare all’ultima partita a giocarvi la salvezza?
Giovanni: «Speravo di no, con tutto il cuore. Ma questa è la situazione e dobbiamo affrontarla».
Dino: «No, alla luce degli ultimi risultati della squadra assolutamente. Speravo di essere in salvo domenica, appena finita la partita.
Il Perugia era partito con ben altri obiettivi, la Virtus Lanciano a gennaio era messa male.
Giovanni: «Si sperava in un campionato di vertice, non è un mistero. Ma occorre guardare in faccia la realtà: penso che domenica l’ambiente si compatterà per trascinarci alla salvezza».
Dino: «Abbiamo otto squadre alla spalle, ma non siamo ancora salvi. La cosa mi dà fastidio. Tanto più che la squadra ultimamente sta facendo bene. 10 punti in 5 gare non è poca roba, a maggior ragione se si pensa che siamo nel finale di stagione».
Domenica avrete un orecchio alle radioline?
Giovanni: «Noi dobbiamo pensare a vincere, tutto il resto è noia».
Dino: «Le radioline servono per ascoltare la musica, noi dobbiamo prendere un punto».
Come state preparando la partita di domenica?
Giovanni Pagliari (Perugia): «Per vincerla, noi non abbiamo alternative».
Dino Pagliari (V. Lanciano): «Come le altre, con accortezza e intelligenza. A noi serve un punto per completare l’opera».
Quando vi siete sentiti l’ultima volta?
Giovanni: «Domenica. E gli umori erano contrapposti come può ben immaginare».
Dino: «Domenica sera e, conti alla mano, alla fine ha prevalso la rabbia».
Che cosa si prova a dover sfidare il fratello?
Giovanni: «Non è una bella sensazione, ma fa parte del gioco».
Dino: «Non gioco contro mio fratello, a me interessa prendere il punto. Tutto il resto non mi riguarda».
Vi sentite spesso al telefono?
Giovanni: «Anche tre-quattro volte al giorno. Ma, come potete ben immaginare, abbiamo interrotto le comunicazioni. Ci si rivede domenica».
Dino: «Certo, ma in questa settimana non abbiamo granché da dirci».
Chi è più bravo tra i due?
Giovanni: «Ognuno ha le sue idee, ci confrontiamo spesso facendo lo stesso mestiere. Lui mi ha iniziato, calcisticamente parlando. Mi ha dato suggerimenti e consigli quando ho cominciato l’avventura in panchina».
Dino: «Vince chi ha la squadra migliore, gli allenatori contano solo fino a un certo punto».
Un pregio di suo fratello.
Giovanni: «Conosce il calcio come pochi ed è meticoloso nel lavoro».
Dino: «Ha carattere».
Si ricorda l’unico precedente in panchina?
Giovanni: «Io sì, una vittoria netta. Spero di bissarla domenica. Chissà se la ricorda “Dinone”...».
Dino: «Immagino la risposta di mio fratello. Però, gli dica che è acqua passata. Addirittura, dieci anni fa. E che comunque da tempo non ho più un atteggiamento di protezione nei suoi confronti».
In famiglia per chi faranno il tifo?
Giovanni: «Per tutti e due, sperando che alla fine della gara si possa festeggiare la salvezza di entrambi».
Dino: «I familiari si astengono da ogni commento».
Come pensa che giocherà suo fratello?
Giovanni: «Tutti dietro, cercando di sfruttare gli spazi che lasceremo. Farà come nelle ultime partite».
Dino: «Lo conosco bene, ma, così come è messo, non ha alternative: deve giocare per vincere».
Immaginavate di arrivare all’ultima partita a giocarvi la salvezza?
Giovanni: «Speravo di no, con tutto il cuore. Ma questa è la situazione e dobbiamo affrontarla».
Dino: «No, alla luce degli ultimi risultati della squadra assolutamente. Speravo di essere in salvo domenica, appena finita la partita.
Il Perugia era partito con ben altri obiettivi, la Virtus Lanciano a gennaio era messa male.
Giovanni: «Si sperava in un campionato di vertice, non è un mistero. Ma occorre guardare in faccia la realtà: penso che domenica l’ambiente si compatterà per trascinarci alla salvezza».
Dino: «Abbiamo otto squadre alla spalle, ma non siamo ancora salvi. La cosa mi dà fastidio. Tanto più che la squadra ultimamente sta facendo bene. 10 punti in 5 gare non è poca roba, a maggior ragione se si pensa che siamo nel finale di stagione».
Domenica avrete un orecchio alle radioline?
Giovanni: «Noi dobbiamo pensare a vincere, tutto il resto è noia».
Dino: «Le radioline servono per ascoltare la musica, noi dobbiamo prendere un punto».