Serie B
Parla D'Aversa: «Io, il Parma e quei biglietti ai miei amici pescaresi»
L'allenatore sabato sfida la squadra della sua città: «Zeman un maestro, ma voglio vincere. Mio figlio ama il Delfino, ma questa volta tiferà per me...»
PESCARA. È nato a Stoccarda, ma è un pescarese doc. È cresciuto a pochi passi dallo stadio Adriatico «in via Elettra, dietro la curva Sud». Tiene a precisare Roberto D’Aversa, il 42enne allenatore del Parma che sabato affronterà il “suo” Pescara da avversario, contro il quale non ha mai vinto. D’Aversa, sabato che partita sarà?
«Spero bella. Si incontreranno due squadre che hanno lo stesso sistema di gioco, anche se i rispettivi interpreti hanno caratteristiche diverse».
Ceravolo è pronto al rientro?
«Si sta allenando e potrebbe tornare a disposizione».
Quanto ha inciso l’assenza di un bomber come lui nel cammino del Parma?
«Molto. È un giocatore importante e rappresenta una valida alternativa a Calaiò».
Rispetto alla sua ultima esperienza a Lanciano, che serie B ha ritrovato?
«Molto equilibrata. E’ quasi impossibile fare un pronostico».
A casa, sabato, i suoi familiari faranno il tifo per il Parma?
«Certamente. Anche mio figlio Simone, visto che è un tifoso del Pescara. L’anno scorso, prima del mio arrivo qui, lo portavo a vedere tutte le partite all’Adriatico. Stavolta, però, farà il tifo per il papà e per il Parma».
Simone sulle orme di papà?
«Non lo so, spero di no (ride, ndr). Ha 9 anni e gioca nelle giovanili del Parma, ma non so se da grande farà il calciatore. L’importante è che si diverta. Per esempio l’altro mio figlio, Francesco, ama la pesca e il nuoto e non ho mai fatto pressioni per fargli scoprire il mondo del calcio».
Alcuni suoi amici pescaresi sabato saranno al Tardini?
«Qualcuno potrebbe arrivare».
Le hanno già chiesto i biglietti?
«No. Se vogliono i tagliandi omaggio devono tifare Parma, altrimenti possono rimanere a casa».
Dei biancazzurri che idea si è fatto?
«A me il Pescara piace. Ho notato, però, che i biancazzurri sono più equilibrati nelle gare in trasferta. A mio avviso è una squadra forte, con un centrocampo e un pacchetto offensivo molto importante. Ci sono giovani interessanti, come i vari Capone, Kanoutè e Del Sole, ma anche un gruppo di esperti che può aiutare parecchio la crescita dei ragazzi».
Dove potrà arrivare?
«Secondo me fino in fondo, può giocarsi la promozione, ma sui giovani non bisogna mettere pressione, come potrebbe accadere invece in una piazza come Pescara».
Il suo Parma possiamo collocarlo tra le prime 5 del campionato?
«Non mi faccia la solita domanda. Ho sempre detto che ci sono squadre che arrivano dalla A, come Palermo, Empoli e Pescara, che hanno una marcia in più rispetto alle altre considerando il paracadute. Subito dopo colloco Frosinone e Bari. Dopo queste c’è il Parma, che, come il Perugia, potrà giocarsi le sue carte».
Parliamo di Zeman. Le piace come allenatore?
«È un maestro del bel gioco e non solo. Anche io adotto il 4-3-3 e qualcosa ho studiato, specie se parliamo dello sviluppo del gioco in attacco».
Sabato quale biancazzurro vorrebbe togliere al Delfino?
«Non rispondo (ride, ndr). L’ultima volta che ho fatto il nome di un calciatore, poi mi ha fatto gol».
A chi si riferisce?
«A Melchiorri. Prima di un derby Lanciano-Pescara feci il suo nome e poi lui segnò al 93’ il gol che permise al Delfino di pareggiare».
Un giorno le piacerebbe allenare il Pescara?
«Un giorno, forse, perché no? Sono legato alla mia città e alla squadra, ma sto bene a Parma».
La sua esperienza da calciatore, però, non andò benissimo. Vero?
«Era il campionato di B 2000-2001 e diciamo che non fu entusiasmante. C’era Delio Rossi in panchina, che poi fu esonerato dopo una decina di partite e al suo posto venne chiamato Galeone. La squadra era forte, ma nello spogliatoio non c’era quell’affiatamento giusto. A metà campionato, poi, andai alla Sampdoria e per me fu una sofferenza, perché da pescarese doc non sono riuscito a dare il massimo».
Tornando alla gara di sabato, cosa o chi dovrà temere il Pescara?
«La voglia di riscatto del Parma davanti al proprio pubblico. Vogliamo vincere».
Dopo la partita tornerà a Pescara?
«No, rimarrò a Parma. Tutta la famiglia è qui con me, la città ci piace molto e stiamo molto bene».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«Spero bella. Si incontreranno due squadre che hanno lo stesso sistema di gioco, anche se i rispettivi interpreti hanno caratteristiche diverse».
Ceravolo è pronto al rientro?
«Si sta allenando e potrebbe tornare a disposizione».
Quanto ha inciso l’assenza di un bomber come lui nel cammino del Parma?
«Molto. È un giocatore importante e rappresenta una valida alternativa a Calaiò».
Rispetto alla sua ultima esperienza a Lanciano, che serie B ha ritrovato?
«Molto equilibrata. E’ quasi impossibile fare un pronostico».
A casa, sabato, i suoi familiari faranno il tifo per il Parma?
«Certamente. Anche mio figlio Simone, visto che è un tifoso del Pescara. L’anno scorso, prima del mio arrivo qui, lo portavo a vedere tutte le partite all’Adriatico. Stavolta, però, farà il tifo per il papà e per il Parma».
Simone sulle orme di papà?
«Non lo so, spero di no (ride, ndr). Ha 9 anni e gioca nelle giovanili del Parma, ma non so se da grande farà il calciatore. L’importante è che si diverta. Per esempio l’altro mio figlio, Francesco, ama la pesca e il nuoto e non ho mai fatto pressioni per fargli scoprire il mondo del calcio».
Alcuni suoi amici pescaresi sabato saranno al Tardini?
«Qualcuno potrebbe arrivare».
Le hanno già chiesto i biglietti?
«No. Se vogliono i tagliandi omaggio devono tifare Parma, altrimenti possono rimanere a casa».
Dei biancazzurri che idea si è fatto?
«A me il Pescara piace. Ho notato, però, che i biancazzurri sono più equilibrati nelle gare in trasferta. A mio avviso è una squadra forte, con un centrocampo e un pacchetto offensivo molto importante. Ci sono giovani interessanti, come i vari Capone, Kanoutè e Del Sole, ma anche un gruppo di esperti che può aiutare parecchio la crescita dei ragazzi».
Dove potrà arrivare?
«Secondo me fino in fondo, può giocarsi la promozione, ma sui giovani non bisogna mettere pressione, come potrebbe accadere invece in una piazza come Pescara».
Il suo Parma possiamo collocarlo tra le prime 5 del campionato?
«Non mi faccia la solita domanda. Ho sempre detto che ci sono squadre che arrivano dalla A, come Palermo, Empoli e Pescara, che hanno una marcia in più rispetto alle altre considerando il paracadute. Subito dopo colloco Frosinone e Bari. Dopo queste c’è il Parma, che, come il Perugia, potrà giocarsi le sue carte».
Parliamo di Zeman. Le piace come allenatore?
«È un maestro del bel gioco e non solo. Anche io adotto il 4-3-3 e qualcosa ho studiato, specie se parliamo dello sviluppo del gioco in attacco».
Sabato quale biancazzurro vorrebbe togliere al Delfino?
«Non rispondo (ride, ndr). L’ultima volta che ho fatto il nome di un calciatore, poi mi ha fatto gol».
A chi si riferisce?
«A Melchiorri. Prima di un derby Lanciano-Pescara feci il suo nome e poi lui segnò al 93’ il gol che permise al Delfino di pareggiare».
Un giorno le piacerebbe allenare il Pescara?
«Un giorno, forse, perché no? Sono legato alla mia città e alla squadra, ma sto bene a Parma».
La sua esperienza da calciatore, però, non andò benissimo. Vero?
«Era il campionato di B 2000-2001 e diciamo che non fu entusiasmante. C’era Delio Rossi in panchina, che poi fu esonerato dopo una decina di partite e al suo posto venne chiamato Galeone. La squadra era forte, ma nello spogliatoio non c’era quell’affiatamento giusto. A metà campionato, poi, andai alla Sampdoria e per me fu una sofferenza, perché da pescarese doc non sono riuscito a dare il massimo».
Tornando alla gara di sabato, cosa o chi dovrà temere il Pescara?
«La voglia di riscatto del Parma davanti al proprio pubblico. Vogliamo vincere».
Dopo la partita tornerà a Pescara?
«No, rimarrò a Parma. Tutta la famiglia è qui con me, la città ci piace molto e stiamo molto bene».
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