Vincenzo Marinelli, presidente onorario del Pescara Calcio

Pescara, Marinelli: «Inaccettabili gli attacchi a Sebastiani»

Il presidente onorario del Delfino condanna con forza gli atti intimidatori: «La violenza non è tollerabile in nessun ambito della vita»

PESCARA. Il secondo attentato a casa Sebastiani ha turbato anche lui. Vincenzo Marinelli, presidente onorario del Delfino e storico dirigente biancazzurro, conosce l’ambiente pescarese da circa mezzo secolo. Se è vero, come sostengono gli inquirenti, che gli atti intimidatori hanno una matrice calcistica, è arrivata l’ora di dire basta. «Sono gesti di una violenza esagerata», attacca Marinelli, «un qualcosa di inimmaginabile e deleterio per la nostra città. Nessuno dice che non bisogna contestare l’operato della società che quest’anno ha commesso errori, però i limiti sono stati oltrepassati ed è arrivato il momento di fermarsi e ragionare su ciò che è accaduto».

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Marinelli conosce bene le dinamiche del mondo del pallone. E ha provato sulla sua pelle l’ira dei tifosi. In particolare, un episodio gli è rimasto impresso nella mente. «Quando finimmo in quarta serie nel 1972 un tifoso lanciò una bomba carta vicino alla mia macchina in via Balilla. Accadde dopo la sconfitta in trasferta a Trani che sancì la nostra retrocessione. Poi arrivò Tom Rosati e nel giro di due anni tornammo in serie B. A quei tempi e durante il lungo periodo in cui sono stato dirigente ho sempre messo al primo posto i conti, come hanno fatto e stanno facendo Sebastiani e gli altri soci. È vero che ai tifosi interessa il risultato sportivo, ma bisogna capire che non si può prescindere da un bilancio in ordine. E poi mi sembra che negli ultimi cinque anni, il Pescara abbia centrato due promozioni e disputato una finalissima play off. Qui non ci sono magnati che possono permettersi di investire milioni e milioni di euro. Allora, cosa dovrebbero fare, ad esempio, i tifosi del Bari o del Palermo, club più blasonati e città con un tessuto economico di gran lunga superiore al nostro?».
Marinelli prova a spiegare il fallimento sportivo dei biancazzurri negli ultimi due tornei di A. Addirittura, quest’anno il Pescara diventerà la peggiore squadra nella storia della massima serie. «Purtroppo in A è difficile competere con un iniquo sistema di ripartizione delle risorse. Tale aspetto è fondamentale per capire le difficoltà delle piccole società. Quando c’ero io, il 50% dei diritti televisivi veniva distribuito in modo equo. Nonostante ciò, avevamo grandi problemi nella costruzione di una rosa competitiva, figuriamoci adesso che la forbice tra le big e le altre si è allargata. Il Pescara non può permettersi di scomparire come è successo ad altre società. Ci sono imprenditori locali che non hanno alcuna intenzione di mettere a rischio la continuità del club. Sicuramente sono stati commessi tanti sbagli, però i primi ad essere dispiaciuti siamo noi. Abbiamo pianto per questa squadra, però dobbiamo ricordarci che si tratta di un gioco».
Sebastiani ha ribadito che non si farà intimidire: resterà in sella anche in futuro. «C’è un brutto clima anche allo stadio. Tutte quelle parole nei suoi confronti sono ingenerose. Se andasse via sarei curioso di vedere quali risultati riuscirà ad ottenere chi lo sostituirà. In ogni caso, conosco Daniele e sono certo che non lascerà il club da perdente. Magari in futuro se ne andrà dopo aver vinto ancora una volta. È giovane, ha fatto tanto per il Pescara e il suo obiettivo è quello di rendere la struttura societaria sempre più forte. Ripeto, chi paga il biglietto può criticare, magari contestando le scelte di mercato oppure disertando lo stadio. Ma la violenza non è tollerabile in nessun ambito della vita, figuriamoci nello sport. Al primo posto deve esserci sempre l’educazione».
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