Pescara spera nel giorno della svolta
Forse oggi la risposta dei Soglia la squadra sorride: Micco migliora
Potrebbe essere il giorno della svolta per il Pescara. Oppure l’ennesimo giorno impregnato di fiele. Oggi, secondo una versione mai ufficializzata, la famiglia Soglia rende noto se è disposta a entrare nel club biancazzurro. L’operazione, come sempre in questi casi, è andata avanti lungo un cono d’ombra. Ci ha lavorato a lungo Dario Mancini, il direttore generale della Caripe, banca che risulta creditore pignoratizio del Pescara. A fianco dei Soglia, semmai dovesse concretizzarsi l’evento, figurerà almeno un partner locale.
Se ci sarà il sì, e se Pincione e Co. non ricapitalizzeranno per il 27 settembre, il club passerà di mano attraverso un tecnicismo tutt’altro che semplice. Trattandosi del Pescara, è meglio chiudere gli occhi e incrociare le dita: da qui in poi, può succedere di tutto. Anche che un branco di lupi divori la società insieme a quel che rimane dell’appetitoso settore giovanile. Non si può neppure escludere che il vice presidente Di Giacomo cali l’asso sul tavolo e si liberi dell’ingombrante socio italoamericano.
Ovviamente, se non succederà nulla, solo un miracolo potrà evitare che i libri contabili vengano portati in tribunale. Il fallimento è una parola da esorcizzare. Ma non con l’acqua santa. Con i soldi. Qualcuno dovrà mettere nelle casse societarie quanto serve per superare la crisi creata dalla pessima gestione di Pincione. A proposito di Pincione, bisogna annotare che, per l’ennesima volta, il suo rientro in città è stato rinviato a data da destinarsi.
E’ partito il 4 luglio promettendo di ripresentarsi in tempi brevissimi con due milioni di euro. Lui non si è più visto. E i soldi? Dai, siamo seri... Dato che si parla di denari, bisogna annotare che il premio promesso ai calciatori per la vittoria contro la Sambendettese non è stato pagato. Secondo quanto appreso, si tratta solo di un ritardo resosi necessario per armonizzare quell’esborso con altri. Insomma, sarebbe stato inopportuno dare un extra ai calciatori quando i dipendenti sono quasi alla canna del gas.
Bene. Purché premio e stipendi non restino chiacchiere morte. La squadra, rinfrancata dal roboante 4-1 rifilato alla modesta Sambenedettese, si sta preparando per la sfida di Castellammare di Stabia, quinto appuntamento della C1-B. Micco ha superato i postumi di un affaticamento muscolare e, a meno di ricadute, sarà della partita. La Juve Stabia, classifica alla mano (ha due punti), non è granché, ma pensare a una passeggiata sarebbe un errore gravissimo, forse letale.
Ci vorrà tanta concentrazione e la giusta considerazione della posta in palio. Il Pescara ha bisogno di fare cassa perché è sotto la spada di Damocle della penalizzazione. Forse solo in autunno inoltrato si saprà quanto sono costate, a livello di classifica, le tante “pincionate” degli ultimi mesi. E chissà che non ci scappi qualche brutta sorpresa anche dalla confusa vicenda legata al Prato e al calciatore Paolucci. A proposito: che fine ha fatto quel centrocampista?
Se ci sarà il sì, e se Pincione e Co. non ricapitalizzeranno per il 27 settembre, il club passerà di mano attraverso un tecnicismo tutt’altro che semplice. Trattandosi del Pescara, è meglio chiudere gli occhi e incrociare le dita: da qui in poi, può succedere di tutto. Anche che un branco di lupi divori la società insieme a quel che rimane dell’appetitoso settore giovanile. Non si può neppure escludere che il vice presidente Di Giacomo cali l’asso sul tavolo e si liberi dell’ingombrante socio italoamericano.
Ovviamente, se non succederà nulla, solo un miracolo potrà evitare che i libri contabili vengano portati in tribunale. Il fallimento è una parola da esorcizzare. Ma non con l’acqua santa. Con i soldi. Qualcuno dovrà mettere nelle casse societarie quanto serve per superare la crisi creata dalla pessima gestione di Pincione. A proposito di Pincione, bisogna annotare che, per l’ennesima volta, il suo rientro in città è stato rinviato a data da destinarsi.
E’ partito il 4 luglio promettendo di ripresentarsi in tempi brevissimi con due milioni di euro. Lui non si è più visto. E i soldi? Dai, siamo seri... Dato che si parla di denari, bisogna annotare che il premio promesso ai calciatori per la vittoria contro la Sambendettese non è stato pagato. Secondo quanto appreso, si tratta solo di un ritardo resosi necessario per armonizzare quell’esborso con altri. Insomma, sarebbe stato inopportuno dare un extra ai calciatori quando i dipendenti sono quasi alla canna del gas.
Bene. Purché premio e stipendi non restino chiacchiere morte. La squadra, rinfrancata dal roboante 4-1 rifilato alla modesta Sambenedettese, si sta preparando per la sfida di Castellammare di Stabia, quinto appuntamento della C1-B. Micco ha superato i postumi di un affaticamento muscolare e, a meno di ricadute, sarà della partita. La Juve Stabia, classifica alla mano (ha due punti), non è granché, ma pensare a una passeggiata sarebbe un errore gravissimo, forse letale.
Ci vorrà tanta concentrazione e la giusta considerazione della posta in palio. Il Pescara ha bisogno di fare cassa perché è sotto la spada di Damocle della penalizzazione. Forse solo in autunno inoltrato si saprà quanto sono costate, a livello di classifica, le tante “pincionate” degli ultimi mesi. E chissà che non ci scappi qualche brutta sorpresa anche dalla confusa vicenda legata al Prato e al calciatore Paolucci. A proposito: che fine ha fatto quel centrocampista?