Pescara, troppo facile a Bellaria
Buon test in vista del campionato. Artistico e Bonanni i marcatori.
BELLARIA. Facile, troppo facile, quasi irreale: appena un tempo per archiviare la pratica e poi concedersi ad un calcio accademico, risparmiando energie per l’inizio del campionato. Il Pescara fa un sol boccone del Bellaria con un pressing forsennato, colpendolo al quarto d’ora per poi affondarlo in chiusura di frazione. Cuccureddu fa le prove generali per il debutto di domenica contro il Rimini e vara il Pescara migliore. Quello che dovrebbe scattare ai nastri di partenza. Olivi e Mengoni (quest’ultimo preferito a Romito) prendono posizione centrale a protezione di Prisco, Zanon (che la spunta nel ballottaggio con Medda) va a presidiare la corsia di destra, Petterini si accolla la fascia opposta. Zizzari si sistema tra le linee, nella zona franca della trequarti, per supportare la prima punta Artistico e liberare lo sfogo dei laterali alti di centrocampo Carboni e Bonanni. In mediana, però, che la formazione di Cuccureddu costruisce le proprie fortune: Tognozzi è un moto perpetuo, morde le caviglie e toglie il respiro ai dirimpettai del Bellaria; Dettori si occupa invece della fase di costruzione.
Il Bellaria è squadra forte, dai valori tecnici discreti. Eppure, nelle grinfie del Pescara, assume sembianze da sparring-partner. Pronti-via e il monologo biancoceleste prende il via: la nutrita retroguardia romagnola viene scalfita dalle fiondate di Carboni e Bonanni e al 15’ è già costretta a capitolare: Artistico galleggia sul filo del fuorigioco, chiama e ottiene la verticalizzazione di Carboni e prima di calciare viene steso platealmente da Santarelli. Ci sarebbero tutti gli estremi per la massima punizione, ma l’arbitro è bravo, concede la regola del vantaggio e consente a Bonanni, in agguato in piena area, di infilare a porta praticamente sguarnita. Un minimo di reazione il Bellaria riesce a organizzarla facendo leva sugli inserimenti dei centrocampisti: il più dinamico è Brighi che al 24’ carica il destro da posizione decentrata senza inquadrare però lo specchio della porta. Il blocco difensivo abruzzese è di marmo e fa appena il solletico la punizione di Uccello (31’) che Prisco controlla con lo sguardo. Si esaurisce lo sfogo romagnolo e riprende vigore il Pescara.
Alla manovra ariosa e disinvolta partecipano i laterali difensivi. In maniera particolare Petterini (ecco perché Vitale da stacanovista è diventata un’alternativa, per quanto di lusso): l’ex Foligno affonda i colpi, si sovrappone a Bonanni, struttura così un asse sinistro da brividi. E al 38’, dopo aver guadagnato con scioltezza il fondo pennella al centro un cross da applausi: Artistico non deve far altro che ringraziare, coordinarsi di testa e appoggiare il pallone in fondo al sacco. Game, match: la pratica, a 52 minuti dalla chiusura delle ostilità, è già bella che archiviata. Il Pescara trascorre il resto della gara ad amministrare, crescere senza strafare né infierire sull’avversario con la missione chiara di salvaguardare le gambe. A spezzettare il monologo abruzzese ci si mettono poi pure i cambi: Zauli prova a dare ossigeno all’attacco, avanzando Elia e inserendo Lerda in luogo dell’opaco Cisterni.
Ma è un tentativo vano perché il Pescara, pur abbassando i ritmi, non ci sta a prendere gol, vuole che la serata sia perfetta. E allora la guardia dei titani arretrati diventa sontuosa, non c’è un solo varco libero per la manovra romagnola. E se non arriva il tris biancoceleste il merito è soltanto dell’ex Santarelli, che si allunga col guantone per neutralizzare una bella conclusione di Zizzari, l’unica e ultima emozione di un secondo tempo giocato (volutamente) a ritmi molto più bassi. Vince il Pescara, in maniera facile, troppo facile, quasi irreale.
Il Bellaria è squadra forte, dai valori tecnici discreti. Eppure, nelle grinfie del Pescara, assume sembianze da sparring-partner. Pronti-via e il monologo biancoceleste prende il via: la nutrita retroguardia romagnola viene scalfita dalle fiondate di Carboni e Bonanni e al 15’ è già costretta a capitolare: Artistico galleggia sul filo del fuorigioco, chiama e ottiene la verticalizzazione di Carboni e prima di calciare viene steso platealmente da Santarelli. Ci sarebbero tutti gli estremi per la massima punizione, ma l’arbitro è bravo, concede la regola del vantaggio e consente a Bonanni, in agguato in piena area, di infilare a porta praticamente sguarnita. Un minimo di reazione il Bellaria riesce a organizzarla facendo leva sugli inserimenti dei centrocampisti: il più dinamico è Brighi che al 24’ carica il destro da posizione decentrata senza inquadrare però lo specchio della porta. Il blocco difensivo abruzzese è di marmo e fa appena il solletico la punizione di Uccello (31’) che Prisco controlla con lo sguardo. Si esaurisce lo sfogo romagnolo e riprende vigore il Pescara.
Alla manovra ariosa e disinvolta partecipano i laterali difensivi. In maniera particolare Petterini (ecco perché Vitale da stacanovista è diventata un’alternativa, per quanto di lusso): l’ex Foligno affonda i colpi, si sovrappone a Bonanni, struttura così un asse sinistro da brividi. E al 38’, dopo aver guadagnato con scioltezza il fondo pennella al centro un cross da applausi: Artistico non deve far altro che ringraziare, coordinarsi di testa e appoggiare il pallone in fondo al sacco. Game, match: la pratica, a 52 minuti dalla chiusura delle ostilità, è già bella che archiviata. Il Pescara trascorre il resto della gara ad amministrare, crescere senza strafare né infierire sull’avversario con la missione chiara di salvaguardare le gambe. A spezzettare il monologo abruzzese ci si mettono poi pure i cambi: Zauli prova a dare ossigeno all’attacco, avanzando Elia e inserendo Lerda in luogo dell’opaco Cisterni.
Ma è un tentativo vano perché il Pescara, pur abbassando i ritmi, non ci sta a prendere gol, vuole che la serata sia perfetta. E allora la guardia dei titani arretrati diventa sontuosa, non c’è un solo varco libero per la manovra romagnola. E se non arriva il tris biancoceleste il merito è soltanto dell’ex Santarelli, che si allunga col guantone per neutralizzare una bella conclusione di Zizzari, l’unica e ultima emozione di un secondo tempo giocato (volutamente) a ritmi molto più bassi. Vince il Pescara, in maniera facile, troppo facile, quasi irreale.