CALCIO SERIE B
Repetto: cuore e testa, questo il vero Pescara
Il ds: "Ad Ascoli mi sono emozionato, è la strada giusta"
PESCARA. «A fine partita al Del Duca sono rimasto a guardare il settore ospiti per dieci minuti e mi sono emozionato». A distanza di qualche giorno il direttore sportivo del Pescara Giorgio Repetto rivive i momenti conclusivi del derby di Ascoli, dove il Delfino è tornato a vincere dopo ben 31 anni. Serviva il colpaccio per ridare serenità a un ambiente depresso dopo le due sconfitte consecutive contro Cittadella e Crotone, e i biancazzurri sono stati bravi a rialzarsi. «Soprattutto il ko con il Crotone rischiava di lasciare qualche strascico», spiega il dirigente, «invece i ragazzi hanno reagito in modo egregio. E non parlo solo per il risultato, mi è piaciuto l’atteggiamento di un gruppo che mentalmente è stato sempre in partita con impegno, cuore e concentrazione. Qualche giorno prima della gara una delegazione di tifosi è venuta al Poggio degli Ulivi per ribadire la vicinanza ai calciatori e al tecnico. Ed è stato bellissimo ricambiare l’affetto con una prestazione convincente. L’essenza dello sport è in quei minuti finali di Ascoli, dove un giocatore viene ripagato dall’amore dei tifosi. Ovviamente, è stato bellissimo regalare un gioia ai pescaresi».
Il passaggio dal 4-3-3 al 3-5-1-1 ha dato i frutti sperati. «La squadra è stata brava a interpretare correttamente il nuovo sistema di gioco. Al di là del modulo, mi è piaciuto lo spirito con cui siamo scesi in campo. Un passo falso ci avrebbe avvicinato ai bassifondi della classifica, invece abbiamo portato a casa tre punti preziosi non facendoci condizionare dalla situazione. È questo l’atteggiamento giusto per raggiungere l’obiettivo». Dieci punti in sette gare rappresentano un bottino soddisfacente, ora il Pescara è a una sola lunghezza dalla zona play off. «Siamo in linea con i programmi. Abbiamo una media punti di poco inferiore a 1,5 a gara, andando avanti così non avremmo problemi a salvarci e potremmo inserirci tra le prime otto. Ma non è il caso di fare proclami, in B ci sono sette-otto corazzate e altre due-tre squadre in grado di conquistare un posto negli spareggi-promozione. È impossibile fare pronostici, il campionato è troppo equilibrato».
Si va avanti a fare spenti, anche se in cuor loro i biancazzurri sanno che i play off sono un traguardo possibile. Ad esempio Mirko Drudi è convinto che la squadra possa crescere. «Abbiamo molti margini di miglioramento», afferma l’ex difensore del Cittadella, «servirebbero due-tre vittorie di fila per accrescere la nostra autostima. Stiamo lavorando molto per cercare gli automatismi giusti del nuovo modulo e la sosta capita a puntino per riuscirci». Al Del Duca, per la prima volta il Delfino non ha preso gol. «È positivo aver mantenuto la porta inviolata, ma il merito non è solo dei difensori. Tutta la squadra ha collaborato alla fase di non possesso. Avanti con il 3-5-1-1? Deciderà l’allenatore, l’importante è giocare sempre con la stessa cattiveria agonistica mostrata ad Ascoli». Drudi ha debuttato in B nel lontano 2006-07 collezionando appena due presenze con il Cesena di Fabrizio Castori, poi un lungo girovagare in C (Santarcangelo, Forlì, Bassano, Lecce e Trapani tra le tante) prima di riassaporare la cadetteria nel torneo scorso con il Cittadella arrivando dalla serie A. A 32 anni cerca di recuperare il tempo perduto, forse a causa di una collocazione in campo non proprio corretta. «Sì, sono arrivato un po’ tardi. Ero un centrocampista centrale, poi ho iniziato a giocare in difesa. Ho fatto tanta gavetta e alla fine gli sforzi sono stati ripagati». Dopo la sosta, due turni casalinghi per il Pescara che sabato 19 ottobre sfiderà lo Spezia e il 26 affronterà il Benevento. «Pensiamo prima allo Spezia, è una buona squadra e servirà la massima attenzione».
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