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Scambio Vitale-Biso, il Pescara ci ripensa
Accordo con il Frosinone, poi il dietrofront. Censori: sarà un Giulianova d’assalto.
Per Andrea Censori (nella foto) si tratta di un ritorno a Pescara. In questa stagione ci ha già giocato il 13 settembre scorso con la maglia della Valle del Giovenco. Vittoria biancazzurra, 1-0. Domenica ci riproverà indossando quella del Giulianova. Il 21enne centrocampista di Sant’Egidio alla Vibrata, dopo tre anni, ha lasciato la Marsica una ventina di giorni fa. L’approccio con i colori giallorossi è stato buono: quattro punti di due gare.
Censori, si è subito ambientato.
«Non poteva esserci miglior partenza, per quanto mi riguarda».
Perché ha lasciato la Valle del Giovenco?
«Perché non avevo più spazio. Dopo l’esonero di Cappellacci, il nuovo allenatore sin dal primo allenamento mi ha messo da parte. Ho aspettato la prima settimana e la seconda, poi ho chiesto di essere ceduto».
“Pagava” il fatto di essere un uomo di Cappellacci?
«Non lo so, ma questi sono discorsi che non capisco. E’ il campo che parla. Se vali giochi, altrimenti stai fuori. Non penso che Cappellacci faccia la formazione a seconda delle simpatie».
A 16 anni capitano della Santegidiese in Eccellenza, a 21 anni in Prima divisione.
«Spero di salire ancora. Ci sono storie di calciatori che sono arrivati al grande calcio a 28-29 anni. Io non intendo perdere la speranza. D’altronde l’obiettivo del Giulianova è quello di valorizzare i giovani, oltre a conquistare la salvezza».
Chi l’ha sorpreso più degli altri nel Giulianova?
«Migliore e Vinetot sono forti. Ma hanno grandi qualità anche Melchiorri e Campagnacci. Ma se una squadra come il Giulianova sta disputando un bel campionato vuol dire che tutti i giocatori sono di valore. E poi, permettetemi, l’allenatore Bitetto è in gamba. Sa valorizzare il materiale tecnico e umano».
Domenica la sfida di Pescara.
«Stimolante. I biancazzurri vorrano dare continuità al successo di Avezzano. Ma troverà un Giulianova determinato a vendere cara la pelle. E poi ci sarà tanta gente, si giocherà su un campo grande e bello. Noi, purtroppo, con il Fadini siamo messi male. E’ impossibile fare due passaggi di fila. Non vuole essere un alibi (il Giulianova non vince in casa dal 15 novembre scorso, 1-0 alla Reggiana, ndr), per carità. Ma è la verità. Pensare di giocare all’Adriatico-Cornacchia mi alletta perché immagino possa essere una bella partita».
Sorpreso dalla crisi della Valle del Giovenco?
«Un po’ sì. In tre anni mai avute tante difficoltà come adesso. Strano, perché alle spalle c’è una grande società».
Censori, si è subito ambientato.
«Non poteva esserci miglior partenza, per quanto mi riguarda».
Perché ha lasciato la Valle del Giovenco?
«Perché non avevo più spazio. Dopo l’esonero di Cappellacci, il nuovo allenatore sin dal primo allenamento mi ha messo da parte. Ho aspettato la prima settimana e la seconda, poi ho chiesto di essere ceduto».
“Pagava” il fatto di essere un uomo di Cappellacci?
«Non lo so, ma questi sono discorsi che non capisco. E’ il campo che parla. Se vali giochi, altrimenti stai fuori. Non penso che Cappellacci faccia la formazione a seconda delle simpatie».
A 16 anni capitano della Santegidiese in Eccellenza, a 21 anni in Prima divisione.
«Spero di salire ancora. Ci sono storie di calciatori che sono arrivati al grande calcio a 28-29 anni. Io non intendo perdere la speranza. D’altronde l’obiettivo del Giulianova è quello di valorizzare i giovani, oltre a conquistare la salvezza».
Chi l’ha sorpreso più degli altri nel Giulianova?
«Migliore e Vinetot sono forti. Ma hanno grandi qualità anche Melchiorri e Campagnacci. Ma se una squadra come il Giulianova sta disputando un bel campionato vuol dire che tutti i giocatori sono di valore. E poi, permettetemi, l’allenatore Bitetto è in gamba. Sa valorizzare il materiale tecnico e umano».
Domenica la sfida di Pescara.
«Stimolante. I biancazzurri vorrano dare continuità al successo di Avezzano. Ma troverà un Giulianova determinato a vendere cara la pelle. E poi ci sarà tanta gente, si giocherà su un campo grande e bello. Noi, purtroppo, con il Fadini siamo messi male. E’ impossibile fare due passaggi di fila. Non vuole essere un alibi (il Giulianova non vince in casa dal 15 novembre scorso, 1-0 alla Reggiana, ndr), per carità. Ma è la verità. Pensare di giocare all’Adriatico-Cornacchia mi alletta perché immagino possa essere una bella partita».
Sorpreso dalla crisi della Valle del Giovenco?
«Un po’ sì. In tre anni mai avute tante difficoltà come adesso. Strano, perché alle spalle c’è una grande società».