Sebastiani blinda Zeman: «L’allenatore non si tocca» 

ll presidente: il boemo non è a rischio, abbiamo un programma da rispettare

PESCARA. Irrompe Daniele Sebastiani. Il presidente del Pescara si presenta alla conferenza stampa della vigilia sedendosi accanto a Zdenek Zeman. «Da qualche giorno si parla di un possibile cambio in panchina, di Zeman a rischio e via discorrendo», attacca il maggiore azionista del Delfino, «e allora sono venuto per chiarire una volta per tutte la mia posizione sull’allenatore. Alla fine della partita con lo Spezia ho detto che eravamo tutti in discussione: società, tecnico e calciatori. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità, ma Zeman non si tocca». Affermazioni perentorie che mettono a tacere le voci su un eventuale esonero. Un intervento chiarificatore che consente al boemo di affrontare con la massima serenità i prossimi impegni, a cominciare da quello di oggi pomeriggio (ore 15) contro la Ternana.
Dopo aver sgombrato il campo da equivoci, Sebastiani illustra le principali criticità che hanno rallentato il processo di crescita della squadra. «Zeman avrebbe voluto una rosa più ristretta e altri due giocatori che non siamo riusciti a portare a Pescara. Mi riferisco a Matteo Pessina e Zinho Vanheusden che non sono arrivati, ma non per demeriti nostri». Pessina, centrocampista di proprietà dell’Atalanta, ha preferito seguire Fabio Gallo allo Spezia, l’allenatore che lo ha lanciato nel Como, e Gianluca Andrissi, il direttore sportivo del club ligure che ha scoperto il centrocampista ai tempi del Monza. Per Vanheusden, invece, c’è stata l’opposizione dell’Inter che ha deciso di trattenerlo, poi il difensore si è procurato una grave infortunio (rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro). In ogni caso, al di là dei mancati arrivi di queste due pedine, il problema maggiore che Zeman ha dovuto fronteggiare riguarda l’alto numero di calciatori da allenare durante la settimana. Lo ribadisce lo stesso Zdenek. «Siamo troppi, lavorare con 31 giocatori è difficile. Se nel corso del mercato di gennaio riusciremo a ridurre l’organico la situazione potrebbe migliorare. Nonostante ciò, stiamo lavorando al massimo e speriamo di crescere».
Il presidente Sebastiani annuncia la volontà di soddisfare il tecnico. «Nel mercato invernale cercheremo di sfoltire la rosa», dice Sebastiani, «e magari migliorarla con qualche innesto. Questa squadra ha spesso dimostrato di poter essere protagonista in campo, poi purtroppo ha delle amnesie. Ma, ripeto, l'allenatore non è in discussione. Abbiamo un programma da rispettare, con una squadra molto giovane che ha bisogno di tempo. La società ha grande fiducia nei calciatori e nell'allenatore. Vogliamo arrivare il più avanti possibile».
Poi il presidente risponde ai tifosi che due giorni fa hanno posizionato uno striscione all’esterno del porto turistico sul quale c’era scritto: “Allo stadio non ci pensiamo se non sappiamo che fine facciamo. Sebastiani vattene”.
«Rimango basito quando vedo cose del genere. La dirigenza sa che fine farà e in che direzione si sta muovendo. I nostri obiettivi sono chiari a tutti, forse qualcuno non sente o non vuole sentire. Ad esempio, stasera (ieri sera, ndr) firmerò il contratto di acquisizione del Poggio degli Ulivi e finalmente il Pescara avrà un centro sportivo di proprietà».
In realtà, l’incontro per l’acquisto del Poggio da parte del Delfino è stato rinviato ai prossimi giorni, poiché i legali del club biancazzurro e del proprietario del centro sportivo, l’ex presidente del Pescara Peppe De Cecco, stanno definendo gli ultimi dettagli per chiudere la trattativa.
Panchina blindata. Dunque, Zeman incassa la fiducia della dirigenza e si concentra sul match con Ternana. «È una squadra molto aggressiva anche se non gioca con il baricentro alto. Ha cambiato tanti moduli e non so come ci affronterà. Sono concentrato su quello che dovremo fare in campo. Purtroppo nelle ultime gare abbiamo sempre giocato più dell’avversario, ma non abbiamo concretizzato. Siamo un po’ mancati in convinzione e applicazione. E queste cose non si comprano in farmacia, ma si raggiungono attraverso un lavoro continuo».
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