Senza reti la sfida degli azzurri L’Italia non brilla, pari senza gol
Giovane di Montesilvano invasore per amore di Cassano. Pazzini segna all’Olanda nel finale, poi ammette il tocco di mano. Grande fair play dell’attaccante Tiene bene la difesa Ma gli azzurri creano poche occasioni da rete Poca qualità in avanti
PESCARA. L’Italia non ha vinto, è rimasta a secco di gol un’altra volta. D’altronde, l’Olanda non è il Cipro. E certi problemi lì davanti restano. Ma il gesto nel finale sì che è stato da campioni del mondo. Quello al 37’ della ripresa, quando Pazzini la rete l’aveva segnata e l’arbitro e l’assistente avevano indicato il centrocampo. Tra le proteste degli olandesi ecco l’ammissione, suggerita dalla panchina, dell’attaccante doriano. “Sì, è vero, ho buttato dentro la palla con la mano”. Tanto di cappello.
Ma, probabilmente, Morganti, il quarto uomo a bordocampo, aveva già rivisto l’azione incriminata in tv. 0-0 senza bollicine, magari il pubblico di Pescara avrebbe meritato di più sul piano del gioco e delle emozioni. Benino, ma non bene questa Italia con sette-otto/undicesimi che dovrebbero essere considerati titolari. Prima di tutto la buona tenuta del pacchetto arretrato in una partita vera caratterizzata da entrate dure e da alcune ammonizioni. La muraglia composta da Cannavaro e Chiellini ha retto alla grande, rimbalzando prima Van Persie (uscito per infortunio all’inizio) e poi il milanista Huntelaar, più moscio che mai. Niente di che, per carità, visto che mancava gente del calibro di Robben e Sneijder. Ma i due azzurri sono stati tra i migliori in campo, regalando una sensazione di grande solidità. Qualche buona indicazione anche dai giovani. Candreva non ha entusiasmato, ma merita un’altra chance. Rossi, quando è entrato, ha dato dinamismo e imprevedibilità alla manovra. Lo stesso dicasi per il generoso Biondini a centrocampo. Per il resto, una serata senza bollicine. Non un’Italia da bocciare, perché comunque ha retto il confronto con l’Olanda, ma è rimasta irretita dal fraseggio in mezzo al campo degli orange. Non è stata capace di imporsi.
Tanto possesso palla, almeno nella prima ora di gioco, per la squadra di van Marwijk. Che poi sia andata a sbattere puntualmente contro il muro azzurro è un altro discorso, sta di fatto che ha tenuto in mano le redini della gara. L’Italia è stata frenata dai tanti errori a centrocampo che hanno condizionato le ripartenze di una squadra che ha scelto di aspettare l’avversario, senza provare a imporre un gioco che, evidentemente, latita. Non riesce a emergere. Non è un caso che l’Italia ultimamente segni con il contagocce. C’è qualcosa che non va nella rifinitura dell’azione d’attacco. Manca qualità negli ultimi venti metri. Gilardino sempre spalle alla porta, Palladino impalpabile e Camoranesi lezioso. E poi a centrocampo Pirlo accende la luce a intermittenza. A sette mesi dai Mondiali ci sono diverse cose da rivedere. E per difendere il titolo ci vorrà ben altro che una prestazione da 6 all’Adriatico-Cornacchia.
Quattro anni fa, prima di Germania 2006, gli azzurri vinsero ad Amsterdam, questa volta 0-0 in casa senza grandi emozioni. Alcune arrivano nel finale, quando le squadre si allungano, ed entra in campo Peppino Rossi. Si vede che ha voglia di mettersi in mostra e qualche scompiglio tra gli olandesi lo crea. Non basta, però, per sbloccare il risultato di una gara che ha segnato il ritorno degli azzurri a Pescara dopo sette anni (1-1 con la Turchia nel novembre del 2002).
Una serata di festa. Qualche striscione per Cassano, qualche coro spesso a sottolineare le pause dell’Italia. Ma i fischi e gli insulti del Tardini di Parma sono solo un ricordo. Resta la goliardata del 22enne di Montesilvano, F.R., che dopo 5’ è entrato in mezzo al campo mostrando la maglietta azzurra di Superman con la scritta “Cassano in nazionale”. Ha attraversato il campo indisturbato, anche perché era entrato nello stadio come assistente dei disabili ed era a bordocampo a seguire la partita. Di colpo, lo show che gli è valso la denuncia da parte della polizia, oltre alla comparsata in televisione e le foto sui giornali.
Ma, probabilmente, Morganti, il quarto uomo a bordocampo, aveva già rivisto l’azione incriminata in tv. 0-0 senza bollicine, magari il pubblico di Pescara avrebbe meritato di più sul piano del gioco e delle emozioni. Benino, ma non bene questa Italia con sette-otto/undicesimi che dovrebbero essere considerati titolari. Prima di tutto la buona tenuta del pacchetto arretrato in una partita vera caratterizzata da entrate dure e da alcune ammonizioni. La muraglia composta da Cannavaro e Chiellini ha retto alla grande, rimbalzando prima Van Persie (uscito per infortunio all’inizio) e poi il milanista Huntelaar, più moscio che mai. Niente di che, per carità, visto che mancava gente del calibro di Robben e Sneijder. Ma i due azzurri sono stati tra i migliori in campo, regalando una sensazione di grande solidità. Qualche buona indicazione anche dai giovani. Candreva non ha entusiasmato, ma merita un’altra chance. Rossi, quando è entrato, ha dato dinamismo e imprevedibilità alla manovra. Lo stesso dicasi per il generoso Biondini a centrocampo. Per il resto, una serata senza bollicine. Non un’Italia da bocciare, perché comunque ha retto il confronto con l’Olanda, ma è rimasta irretita dal fraseggio in mezzo al campo degli orange. Non è stata capace di imporsi.
Tanto possesso palla, almeno nella prima ora di gioco, per la squadra di van Marwijk. Che poi sia andata a sbattere puntualmente contro il muro azzurro è un altro discorso, sta di fatto che ha tenuto in mano le redini della gara. L’Italia è stata frenata dai tanti errori a centrocampo che hanno condizionato le ripartenze di una squadra che ha scelto di aspettare l’avversario, senza provare a imporre un gioco che, evidentemente, latita. Non riesce a emergere. Non è un caso che l’Italia ultimamente segni con il contagocce. C’è qualcosa che non va nella rifinitura dell’azione d’attacco. Manca qualità negli ultimi venti metri. Gilardino sempre spalle alla porta, Palladino impalpabile e Camoranesi lezioso. E poi a centrocampo Pirlo accende la luce a intermittenza. A sette mesi dai Mondiali ci sono diverse cose da rivedere. E per difendere il titolo ci vorrà ben altro che una prestazione da 6 all’Adriatico-Cornacchia.
Quattro anni fa, prima di Germania 2006, gli azzurri vinsero ad Amsterdam, questa volta 0-0 in casa senza grandi emozioni. Alcune arrivano nel finale, quando le squadre si allungano, ed entra in campo Peppino Rossi. Si vede che ha voglia di mettersi in mostra e qualche scompiglio tra gli olandesi lo crea. Non basta, però, per sbloccare il risultato di una gara che ha segnato il ritorno degli azzurri a Pescara dopo sette anni (1-1 con la Turchia nel novembre del 2002).
Una serata di festa. Qualche striscione per Cassano, qualche coro spesso a sottolineare le pause dell’Italia. Ma i fischi e gli insulti del Tardini di Parma sono solo un ricordo. Resta la goliardata del 22enne di Montesilvano, F.R., che dopo 5’ è entrato in mezzo al campo mostrando la maglietta azzurra di Superman con la scritta “Cassano in nazionale”. Ha attraversato il campo indisturbato, anche perché era entrato nello stadio come assistente dei disabili ed era a bordocampo a seguire la partita. Di colpo, lo show che gli è valso la denuncia da parte della polizia, oltre alla comparsata in televisione e le foto sui giornali.