Stroppa, prima all’Adriatico con il Levante
Stasera l’esordio in casa della nuova squadra Celik subito in campo, spazio anche a Quintero
PESCARA. Ecco il nuovo Pescara, che somiglia ancora tanto al vecchio. Per la prima stagionale all’Adriatico, contro gli spagnoli del Levante (lo scorso anno protagonista della Liga, a debita distanza da Barca e Real, ovviamente), Stroppa inizierà con lo stesso modulo e 8 uomini della passata, trionfale stagione. L’undici iniziale dovrebbe infatti essere: Anania; Zanon, Romagnoli, Capuano, Balzano; Nielsen, Cascione, Colucci; Caprari, Abbruscato e Celik. Poi, spazio a tutti gli altri, a cominciare da Perin e Cosic, altri due osservati speciali, quindi Crescenzi, Terlizzi, Ragusa e Brugman e forse Quintero. «Al momento mi pare la cosa più sensata», spiega il tecnico, «il pacchetto di difesa gioca a memoria ed è già in discreta forma, in mezzo i migliori equilibri ce li garantisce proprio l’assetto a tre, come in attacco».
Una scelta che pare da un lato una sottolineatura della voglia di dare continuità a una filosofia di gioco che tante soddisfazioni ha dato alla piazza pescarese, nel recentissimo come nel più lontano passato. Ovvio che, anche su questo il tecnico è stato chiarissimo, sarebbe un grave errore «pensare di imitare il gioco di Zeman», in quanto «semplicemente inimitabile». Cosa si aspetta allora il tecnico da questa partita-passerella? Non tantissimo, sul piano tecnico, vista la grande differenza di condizione fra chi ha fatto il ritiro e gli ultimi arrivati, alcuni dei quali davvero molto lontani da una condizione fisica accettabile. «Vogliamo cominciare a verificare equilibri e tempi, gli inserimenti potranno essere solo graduali per consentire a tutti di guadagnare la forma fisica». Stroppa fa di necessità virtù, ma per come si sono messe le cose probabilmente di queste due amichevoli ravvicinate (venerdì c’è il Genoa) avrebbe fatto a meno per consentire in particolare a Quintero e Weiss di mettersi al passo con gli altri. Comunque, almeno per il primo stasera uno scampolo di partita ci dovrebbe stare (venerdì forse sarà assente per l’impegno in nazionale). Una ventina di minuti per consentire al pubblico dell’Adriatico di familiarizzare col “nuovo Verratti”. La sostituzione del “francese di Manoppello” resta la principale scommessa per il tecnico pescarese, che dovrà fare a meno anche di Bjarnason, anche ieri alle prese con un virus.
Giovani in carriera. Intanto, sull’erba del centro Vestina, si continua a sudare. Anche ieri doppia seduta, con una parte tecnica “nascosta” che naturalmente lascia un po’ di amaro in bocca ai numero fedelissimi che frequentano l’impianto e s ansiosi di scoprire i colpi migliori dei loro beniamini. Alcuni dei quali sono già nelle grazie per l’impegno che manifestano. Come l’ex Bari Crescenzi, che ha lasciato la Roma di Zeman per passare in biancazzurro. «Anche lo scorso anno con Luis Enrique potevo rimanere, ma scelsi di andare a Bari per fare esperienza, giocare di più. Adesso ci riprovo qui a Pescara. Lo so che dovrò dare il massimo per conquistare spazio ma lavorare non mi ha mai spaventato. Dove preferisco giocare? Mi trovo bene a sinistra ma calcio di destro quindi penso che andrà benissimo la fascia che... deciderà il mister». Certo un sogno nel cassetto ce l’ha: «Beh, da romanista, naturalmente mi piacerebbe vedermela con Totti ». E magari anche far passare un brutto pomeriggio al Pupone.
In difesa, di preferenza in mezzo ma anche a destra, gioca Uros Cosic, 19enne serbo che molti vedono come nuovo Vidic. «Io come Vidic?», si schernisce pensando al gigante dello United, «per ora mi basterebbe fare la metà di lui. Sono venuto in Italia perchè qui si gioca un calcio importante, con grandi campioni. Con i compagni mi trovo benissimo, comincio a capire anche la lingua». In verità dicono che hai già imparato alcune parolacce. «Ah quelle si sentono molto, ma io sono un bravo ragazzo, non dico parolacce». Non in italiano.
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