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Teramo, tutti contro tutti anche davanti al Coni
Domani a Roma per difendersi dal Forlì che vuole il Diavolo (e il Savona) in D nella speranza di avere uno sconto per la presunta combine del Bacigalupo. Anche Campitelli ricorre al Coni contro l'inibizione
Appuntamento domani, a Roma, al Coni. Alle ore 17 inizierà l’esame dei ricorsi contro i verdetti di secondo grado dei processi sportivi che hanno caratterizzato l’estate degli scandali calcistici. E, con tutta probabilità, sarà l’ultima tappa del calvario del Teramo. Che stenta a trovare pace dopo il trionfo del 2 maggio scorso a Savona. Una giornata storica, vuoi per la serie B conquistata sul campo vuoi per la presunta combine che ha determinato la revoca della promozione e la penalizzazione di sei punti in classifica da scontare nel girone B di Lega Pro. Un campionato che il Teramo non ha ancora iniziato. Potrebbe farlo sabato al Bonolis. Indovinate contro chi? Contro il Savona, ironia della sorte. E si riproporrà, a campi invertiti, la partita della discordia, quella che, secondo i giudici di primo e di secondo grado della giustizia sportiva, è stata combinata per far vincere il Teramo 0-2. La stagione dei biancorossi non è ancora partita (anche) perché il Coni ha sospeso le partite di Teramo, Savona e Forlì dopo che quest’ultima società ha fatto ricorso. I romagnoli, in serie D, hanno chiesto il ripristino della sentenza di primo grado che aveva condannato Teramo e Savona alla retrocessione tra i dilettanti. Il Forlì è la seconda società avente diritto al ripescaggio in Lega Pro, la prima è il Gubbio che si è subito associato. Il Teramo ha anch’esso inoltrato ricorso. Il club biancorosso deve resistere all’attacco del Forlì e, nello stesso tempo, chiede una riduzione della pena. Il sogno è quello di riavere la serie B. Ma, a quanto pare, è destinato a restare tale visto che il Coni, a differenza di quanto fatto con il Forlì, ha bocciato la richiesta di bloccare in via cautelare le partite di serie B dell’Ascoli che ha preso il posto del Teramo alle luce del verdetto di secondo grado. Le valutazioni del Collegio arbitrale del Coni, presieduto dall’ex ministro Franco Frattini, non riguarderanno il merito delle inchieste, bensì saranno concentrati sugli aspetti procedurali e di legittimità dei processi. Una sorta di Cassazione della giustizia sportiva. Il Forlì, assistito anche dal professor Lubrano, punta sulla severità delle motivazioni di secondo grado che non trovano adeguato riscontro nelle sanzioni che, invece, sono state attenuate rispetto a quelle irrogate dal tribunale nazionale federale. La Corte federale d’appello ha punito la responsabilità diretta con la revoca del titolo di campione di Lega Pro, mentre il tribunale nazionale – in prima istanza – ha retrocesso il Teramo all’ultimo posto in classifica. Disparità di pene che sono oggetto del ricorso del Forlì.
Il Teramo attaccherà per difendersi, sperando di vedere dimezzata la penalizzazione in Lega Pro. Lo farà puntando l’indice accusatore sulle presunte incongruenze all’interno delle motivazioni del collegio giudicante presieduto da Gerardo Mastrandrea.
La discussione sarà piuttosto breve nel pomeriggio di domani. Gli avvocati hanno messo tutto per iscritto nei ricorsi e, davanti al presidente Frattini, si limiteranno a una sintesi. Poi, in tarda serata sarà reso noto il verdetto. Intanto anche il patron Luciano Campitelli ha impugnato la sentenza della Corte federale d'appello e ha proposto ricorso al Coni contro l'inibizione di tre anni e la multa di 100 mila euro.
Sensazioni? Rischia di restare deluso chi si aspetta una riforma radicale delle sentenze. Difficile anche che la squalifica (di tre anni) per illecito di Campitelli possa essere rivista. Però, desta curiosità un fatto: la sospensione (delle gare del Teramo e del Savona) in via cautelare chiesta dal Forlì è stata accolta, mentre quella del Teramo (delle gare dell’Ascoli) è stata bocciata. Perché?
@roccocoletti1
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