Tiro a volo e canottaggio danno l’argento all’Italia 

Stanco alla riscossa, gli azzurri sul podio per l’amico morto nel 2021

PARIGI. Niente oro. Due argenti rappresentano il bottino dell’Italia al termine della quarta giornata di gare alle Olimpiadi di Parigi. Ad alimentare il medagliere azzurro il canottaggio con il 4 di coppia e il tiro a volo con il trap femminile, mentre nei 1500 sl donne Simona Quadarella deve accontentarsi di una medaglia di legno. In totale 13 medaglie con l’obiettivo di migliorare le 40 conquistate a Tokyo.
Canottaggio per Pippo. Dedicata a Pippo. Al collo la medaglia d'argento. Tra le mani la sua bandiera. Gli occhi verso il cielo di Parigi. Tutto per salutare un compagno di squadra - Filippo, per tutti Pippo Mondelli, morto, a 27 anni, nel 2021 per un tumore - che aveva sempre creduto nel sogno olimpico del quattro di coppia, affascinante specialità del canottaggio. A Parigi 2024 Giacomo Gentili, Andrea Panizza, Luca Rambaldi e Luca Chiumento sono arrivati secondi. Oro all'inarrivabile Olanda, bronzo alla Polonia. «Ho finalmente vinto quella medaglia che dovevo vincere per Pippo. Non c'ero riuscito a Tokyo, ma oggi (ieri, ndc) ce l'ho fatta», l'emozione di Gentili racchiude il sentimento dei quattro azzurri. Tre anni fa, alle Olimpiadi giapponesi, tre mesi dopo la morte di Mondelli, il quadruplo maschile, quando era in lotta per conquistare una medaglia, perse la presa di un remo, rallentando per alcuni, decisivi attimi, che non permisero all'Italia di entrare in zona medaglia. Fu solo quinto posto. Tutta un'altra storia ieri nello stadio nautico di Vaires-sur-Marne, dove l'equipaggio italiano ha disputato una grande gara, facendo in alcuni momenti sperare di poter addirittura lottare per un oro che all'Italia manca da Sydney 2000. Ma il remo azzurro sta ravvivando la sua lunga tradizione. «Credo che», ha spiegato Rambaldi, «sia il massimo che potessimo ottenere». E poi: «Per i primi mille metri», è il racconto fatto da Chiumento, «la gara è stata perfetta, poi la Polonia è stata brava a rientrare, ma alla fine il finale per l'argento ci ha premiato. È una medaglia fantastica, indescrivibile, frutto del lavoro di squadra fatto in queste settimane». Negli ultimi 500 metri «abbiamo dato tutto, e ancora», è la gioia di Panizza, «non mi capacito del risultato. All'arrivo pensavo di essere terzo, ho chiuso gli occhi e quando li ho riaperti mi sono ritrovato secondo». «E così», ancora Rambaldi, «possiamo dedicare questa medaglia alla nostra bandiera, il tricolore che apparteneva a Pippo Mondelli. Questa medaglia è dedicata a lui, è stata una grande perdita e abbiamo coronato anche il suo sogno, e sono felice che qui ai Giochi ci sia anche sua sorella Elisa, sull'otto. Forse speravamo di regalare a lui e a tutti una medaglia più preziosa, ma va bene così».
Delusione Ceccon. Thomas Ceccon non si è qualificato per la finale olimpica dei 200 dorso. L'azzurro - medaglia d'oro nei 100 dorso - ha chiuso la sua semifinale al quarto posto, con il nono tempo totale, il primo degli esclusi dalla gara che assegna le medaglie.
La favola di Stanco. Nel giorno della prima medaglia d'oro del Guatemala nella storia delle Olimpiadi, arriva l’argento di Silvana Maria Stanco, azzurra nata in Svizzera perché suo padre Donato dopo il terremoto in Irpinia perse tutto e fu costretto ad emigrare. Lì è nata, a Winterthur, Silvana Maria che adesso piange di gioia nelle braccia della sorella Cristina, per quella medaglia così a lungo inseguita e finalmente ottenuta. Ha riscattato la delusione del 2016, quando fu lei a conquistare la carta olimpica per l'Italia, ma poi per i Giochi di Rio l'allora ct Albano Pera le preferì Jessica Rossi. Che c'era anche ieri, ma non è andata al di là del nono posto. Ma Rio 2016 fa pensare anche alla vincitrice di ieri, la 29enne guatemalteca Adriana Ruano Oliva, la “tiratrice di Dio” in quanto religiosissima, praticamente una versione al femminile di Giovanni Pellielo. All'Olimpiade carioca c'era anche lei, nei panni di assistente al settore tiro del comitato organizzatore. Chissà che effetto le ha fatto passare dal ruolo di volontaria a quello di campionessa olimpica, lei che nel frattempo ha gareggiato a Tokyo piazzandosi 26ª. Quest'anno, invece, in Coppa del mondo a Lonato del Garda è stata 21ª. Questo per dire che veniva considerata, a dir tanto, una outsider e invece ha compiuto l'impresa della vita perché, come ammette anche la Stanco, «Adriana era imbattibile». A spronare questa ex ginnasta costretta a lasciare lo sport preferito per un grave infortunio è stato anche il risultato ottenuto ieri, il bronzo, dal connazionale Jean Pierre Brol Cardenas nella gara maschile. La Stanco, invece, è andata avanti con il proprio passo, non perdendo mai la concentrazione, che è il suo segreto. Non sarà stata perfetta, ma, fin dall'ultima fase delle qualificazioni, si è capito che era in giornata e nella finale a sei non ha fatto altro che confermarsi, rimanendo fredda quando le altre cominciavano a sbagliare. «Un'emozione unica, una cosa fuori dal normale. Ancora non capisco bene cosa ho fatto, comunque posso dire che ho lottato su ogni piattello, poi quando siamo rimaste in tre e ho capito che avrei preso una medaglia mi sono “scaricata” anche se volevo ancora combattere». È un secondo posto che per l'azzurra è anche una rivincita sulla finale di Tokyo: «Fui quinta», ricorda, «e rimasi delusa. Mi dissi che non potevo rimanere così, e che dovevo lavorare su me stessa. L'ho fatto tanto, anche a livello mentale». La dedica è per la famiglia, in particolare il padre Donato che l'ha iniziata al tiro, e «per l'Italia, perché noi veniamo da una cultura del tiro importante e ora ho l'onore di aggiungere una medaglia a un palmarès impressionante».
Record nel nuoto. Il primatista del mondo, il cinese Zhanle Pan, migliora ancora una volta il suo record del mondo fermando il cronometro a 46”40 nella finale dei 100 stile libero maschili.
Fenomeno Marchand. Dopo la vittoria nei 200 farfalla, il fenomeno francese del nuoto Leon Marchand si è laureato campione olimpico anche nei 200 rana. Il pubblico in delirio per l'impresa del campione di casa.
Angelo Caradonna