Un intrigo internazionale, il Settebello ora rischia 

I problemi del capo della federazione (WA), lo spostamento della sede in Ungheria e l’errore tecnico

Uno scandalo. Italia-Ungheria di pallanuoto a Parigi con la vittoria dei magiari ai rigori e la conseguente qualificazione passerà alla storia come uno scandalo. Il gol annullato a Condemi, l’espulsione per un fallo inesistente aggravato dalla brutalità. Tutti hanno visto le immagini della sfida alle Olimpiadi. Tutti hanno ascoltato il ct Campagna gridare allo scandalo. Tutti hanno visto le lacrime degli azzurri, a partire dal capitano Francesco Di Fulvio, il 31enne pescarese tra i protagonisti del Settebello fino a quella gara sempre vittorioso. Ricorsi, polemiche e sospetti. Nulla è cambiato. Solo veleni. La protesta degli azzurri (spalle voltate alla giuria) contro la Spagna adesso potrebbe portare a provvedimenti disciplinari a carico dei giocatori. Per la serie: dopo il danno la beffa. È quello che teme il Settebello. Ci sono dei non detti in questa storia, delle allusioni che solo chi vive all’interno del movimento può capire. Ebbene basta mettere in fila alcuni fatti per fare due più due.
I guai del presidente. In primis occorre ricordare che il presidente della Fin (federazione italiana nuoto) Paolo Barelli (capogruppo di Forza Italia alla Camera) è stato oggetto di provvedimenti disciplinari a livello internazionale. Dire che è inviso è un eufemismo. Poi, la situazione a livello globale. Il presidente della federazione mondiale _ (ora si chiama World Aquatics (WA) _ è un kuwaitiano, Husain Al-Musallam. In coincidenza con la conclusione dei campionati mondiali di Doha, a febbraio, l’autorità sportiva del Kuwait ha chiesto l’apertura di un'indagine penale a carico di Husain Al-Musallam, presidente di World Aquatics per chiarire se sia vero che abbia assegnato appalti milionari con fondi pubblici ad una società di proprietà di sua moglie e dei suoi figli. Inoltre si vuole accertare se egli abbia provveduto a soddisfare esigenze familiari attingendo a conti dell’Oca, l’organismo olimpico asiatico da lui controllato in qualità di direttore generale. A distanza di qualche mese ecco la novità.
La sede internazionale. Dopo aver cambiato il nome da FINA a World Aquatics, la Federazione mondiale sta cercando una nuova casa. C’è in ballo un trasferimento della sede da Losanna (dal 1986), in Svizzera, a Budapest, in Ungheria, il regno di Orban. Il presidente di World Aquatics, Husain Al-Musallam, infatti, ha firmato «un memorandum d’intesa» con il governo ungherese con il quale «si impegna ad approfondire la cooperazione per il potenziale trasferimento a Budapest». Riepilogando: il presidente della federazione internazionale ha problemi giudiziari a casa, in Kuwait, e dopo qualche mese decide di spostare la sede da Losanna a Budapest, dove, magari, il presidente Orban gli darà anche un passaporto in cambio. Chissà. In Ungheria la pallanuoto è come il calcio in Italia e avere a Budapest la sede della federazione internazionale è motivo di vanto. L’Ungheria è uno dei paesi fondatori della Federazione internazionale di nuoto nel 1908. Recentemente Budapest ha mantenuto la sua presenza internazionale ospitando i campionati Mondiali di nuoto del 2017 e del 2022. La città ospiterà nuovamente i campionati Mondiali nel 2027 e i Mondiali di nuoto in vasca corta nel 2024. Tra la Duna Arena e lo Stadio Nazionale di Nuoto Alfred Hajos, Budapest dispone di numerose infrastrutture acquatiche. Mettendo insieme i fatti e le circostanze elencate ecco che i fatti di Parigi e, soprattutto, le proteste azzurre trovano una spiegazione. L’Italia vittima di un errore tecnico (nella pallanuoto ci sono precedenti di gare rigiocate per errore tecnico, ad esempio un anno fa negli States) chiede (invano) alla federazione internazionale giustizia a spese dell’Ungheria.
La politica, sportiva e non. E alla lunga il presidente del Coni Giovanni Malagò – in predicato di scalare posizioni nella gerarchia del Cio – prende le distanze dalla protesta del Settebello. E c’è il capo della Fin Paolo Barelli che si giocherà la poltrona nei prossimi mesi. Contro di lui si era candidato l’onorevole Rampelli (FDI), ma un errore in una PEC rischia di mandarlo fuorigioco. In questo contesto la squadra del Settebello rischia sanzioni disciplinari dopo aver visto sfumare i sacrifici di quattro anni. Messi insieme fatti, circostanze, illazioni e sospetti lo scandalo Italia-Ungheria di pallanuoto ha connotati un po’ più chiari.
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