Valle Giovenco sconfitta e fischiata
Tris della Spal al Dei Marsi, prova deludente dei biancoverdi: ora è crisi.
AVEZZANO. Sconfitta e contestata. Una irriconoscibile e confusionaria Valle del Giovenco riceve tre sberle anche dalla Spal. Sei giorni dopo la disfatta del Bentegodi di Verona. Alla fine i tifosi se la prendono col tecnico Cappellacci, assediano per un’ora e mezza gli ingressi dello stadio e la società ordina il silenzio stampa. Accade così che quella preannunciata come la gara della rinascita per dimenticare una settimana di tensioni - iniziate col 5-1 di Verona e culminate con la faccenda Spinesi - si trasforma in un incubo che dura ben oltre i 90’, chiuso fuori lo stadio dagli implacabili cori dei tifosi all’indirizzo di Cappellacci. E pensare che i pronostici della vigilia davano i ferraresi della Spal in piena crisi, reduci dal tonfo interno ad opera del Pescara e con un allenatore ormai a un passo dall’esonero. Perché una sconfitta al Dei Marsi di Avezzano sarebbe costata la panchina ad Aldo Dolcetti.
Pronosciti infranti: altro che squadra in crisi. I biancazzurri fanno un figurone al cospetto di una Valle del Giovenco che si rimpicciolisce quasi subito. Per i biancoverdi si tratta della terza sconfitta casalinga, la più cocente della gestione Cappellacci. E il solo punto conquistato nelle ultime tre giornate - 1-1 nel derby con la Virtus Lanciano - fa scivolare De Angelis e compagni verso la zona caldissima di una corta classifica. La dirigenza biancoverde impone il silenzio stampa (incomprensibile) ma conferma la piena fiducia al tecnico di Tortoreto. Come del resto avevano fatto in settimana il presidente Sabatino Stornelli e l’ex patron Angeloni, rientrato ufficialmente in società. Il Cappellacci anti-Spal presenta diverse novità nel 4-4-1-1 di partenza. Soprattutto a centrocampo dove trovano spazio il rientrante Giordano, reduce da un infortunio al ginocchio, Censori e il brasiliano Cesar.
Quest’ultimo all’esordio allo stadio dei Marsi. In attacco Berra (altro rientro) gioca qualche metro più indietro del greco Choutos. Cruciani si accomoda in panchina. Franciel e Laboragine vanno in tribuna. La Spal propone invece un 4-3-3 di esperienza e robustezza. Dove non c’è posto per Bazzani (neanche in panca). I ferraresi, capitanati da Marco Zamboni, ex Juve, Napoli e Samp, non hanno mai perso lontano dall’Emilia (una vittoria e quattro pareggi, fino a ieri) e confermano le doti formato trasferta. Squadra da calcio moderno, corta e aggressiva, con un Cipriani (ex Nazionale U21) versione carrarmato. Della Valle del Giovenco si perdono le tracce dopo appena 4’, quando Censori sciupa una favorevolissima palla gol. La Spal alza baricentro e ritmo e trova il vantaggio con Schiavoni, libero di calciare con la complice dormita di mezza squadra biancoverde.
La Valle non dà segnali, sbaglia, sbanda e neanche l’atteso Cesar può nulla. Anzi, il giocatore dimostra tutta la sua precaria condizione atletica. E quando arriva il 2-0 propiziato da una madornale ingenuità di Giordano si intuisce che non sarà la giornata adatta per dimenticare Verona. Cappellacci sposta Berra sulla destra della linea mediana e piazza Censori a centrocampo. La luce non arriva. Altra mossa nella ripresa. Fuori Berra e dentro Bettini. Ma è la Spal a calare il tris con uno splendido tiro di Bracaletti. Per la Valle del Giovenco si fa buio totale e arrivano le prime contestazioni all’indirizzo di Cappellacci. Al 21’ le carte della disperazione hanno i nomi di Cruciani e Rebecchi, preferiti a Censori e Cesar. I biancoverdi cercano lo scatto d’orgoglio. Choutos ha un paio di chance per il gol della bandiera ma sono come le fiammate di cerini bagnati.
Pronosciti infranti: altro che squadra in crisi. I biancazzurri fanno un figurone al cospetto di una Valle del Giovenco che si rimpicciolisce quasi subito. Per i biancoverdi si tratta della terza sconfitta casalinga, la più cocente della gestione Cappellacci. E il solo punto conquistato nelle ultime tre giornate - 1-1 nel derby con la Virtus Lanciano - fa scivolare De Angelis e compagni verso la zona caldissima di una corta classifica. La dirigenza biancoverde impone il silenzio stampa (incomprensibile) ma conferma la piena fiducia al tecnico di Tortoreto. Come del resto avevano fatto in settimana il presidente Sabatino Stornelli e l’ex patron Angeloni, rientrato ufficialmente in società. Il Cappellacci anti-Spal presenta diverse novità nel 4-4-1-1 di partenza. Soprattutto a centrocampo dove trovano spazio il rientrante Giordano, reduce da un infortunio al ginocchio, Censori e il brasiliano Cesar.
Quest’ultimo all’esordio allo stadio dei Marsi. In attacco Berra (altro rientro) gioca qualche metro più indietro del greco Choutos. Cruciani si accomoda in panchina. Franciel e Laboragine vanno in tribuna. La Spal propone invece un 4-3-3 di esperienza e robustezza. Dove non c’è posto per Bazzani (neanche in panca). I ferraresi, capitanati da Marco Zamboni, ex Juve, Napoli e Samp, non hanno mai perso lontano dall’Emilia (una vittoria e quattro pareggi, fino a ieri) e confermano le doti formato trasferta. Squadra da calcio moderno, corta e aggressiva, con un Cipriani (ex Nazionale U21) versione carrarmato. Della Valle del Giovenco si perdono le tracce dopo appena 4’, quando Censori sciupa una favorevolissima palla gol. La Spal alza baricentro e ritmo e trova il vantaggio con Schiavoni, libero di calciare con la complice dormita di mezza squadra biancoverde.
La Valle non dà segnali, sbaglia, sbanda e neanche l’atteso Cesar può nulla. Anzi, il giocatore dimostra tutta la sua precaria condizione atletica. E quando arriva il 2-0 propiziato da una madornale ingenuità di Giordano si intuisce che non sarà la giornata adatta per dimenticare Verona. Cappellacci sposta Berra sulla destra della linea mediana e piazza Censori a centrocampo. La luce non arriva. Altra mossa nella ripresa. Fuori Berra e dentro Bettini. Ma è la Spal a calare il tris con uno splendido tiro di Bracaletti. Per la Valle del Giovenco si fa buio totale e arrivano le prime contestazioni all’indirizzo di Cappellacci. Al 21’ le carte della disperazione hanno i nomi di Cruciani e Rebecchi, preferiti a Censori e Cesar. I biancoverdi cercano lo scatto d’orgoglio. Choutos ha un paio di chance per il gol della bandiera ma sono come le fiammate di cerini bagnati.