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Verde è del Pescara: "Puntiamo al ritorno in A"

L’attaccante (napoletano) scuola Roma prelevato dal Frosinone: «Garcia, Montella e De Rossi sono i miei maestri»

PESCARA. Scovato da Bruno Conti, levigato da Vincenzo Montella, pupillo di Rudi Garcia. I suoi sponsor sono importanti, anzi, pesanti. “Daniele non si rende conto dei mezzi che ha”, disse monsieur Garcia, dopo l’esordio di Daniele Verde con la maglia giallorossa. Il 19enne attaccante è il primo colpo di mercato del Pescara. Fu seguito dai dirigenti biancazzurri già nella scorsa estate, ma alla fine Frosinone ebbe la meglio. In Ciociaria poco spazio, con appena 127’ all’attivo. A novembre i primi abboccamenti con la Roma, un mese fa il primo contatto con il suo agente, Pietro Chiodi, che, ieri pomeriggio, ha incontrato nella Capitale il presidente Daniele Sebastiani per definire gli ultimi dettagli. Verde arriva in prestito in riva all’Adriatico con obbligo di un altro anno di prestito in caso di promozione in serie A. Massimo Oddo ha scelto lui come alternativa ad Antonio Piccolo, che ha appena lasciato Lanciano per lo Spezia. «Pescara è una piazza importante», le prime parole di Verde in biancazzurro, prima di imboccare l’autostrada in direzione Pescara. «La squadra è competitiva e la società mi ha cercato con insistenza. Sono felice della scelta fatta. La serie A? Ci proveremo, la squadra è competitiva».

Il 19enne napoletano è il primo puntello del mercato invernale. Assomiglia a Manuel Iturbe. Non arriva al metro e settanta. Barba incolta, sguardo profondo e disinvoltura da 30enne, anche se all’anagrafe ne ha appena 19. Un cucciolo di mastino, ovviamente napoletano.

Verde, infatti, nasce sotto il Vesuvio il 20 giugno 1996, fino all’età di quattordici anni ha giocato nel Pigna Calcio, fin quando non è andato a vederlo di persona Bruno Conti, responsabile del settore giovanile della Roma, che abbagliato dalle qualità del ragazzo lo acquista immediatamente, soffiandolo alla Juventus. Battuta sul tempo la Vecchia Signora che addirittura licenziò il suo talent scout per non aver notato prima il piccolo giocoliere napoletano. Verde faceva il terzino, ma le sue attitudini avevano poco a che fare con la difesa e, un altro napoletano, Vincenzo Montella, gli ha cambiato il trend della carriera. Quando Montella allenava i Giovanissimi della Roma, infatti, trasformò Verde in esterno. Nel 4-3-3, nel 4-2-3-1, fa l'esterno alto ma può giocare anche da trequartista nel 4-3-1-2 adottato da Oddo a Pescara. Il primo anno in Primavera (nel 2014) non è fortunato e la Roma rischia di perderlo a parametro zero, ma poi ci mette una pezza l’allenatore dei giovani giallorossi Alberto De Rossi, che lo convince a restare puntando tutto su di lui, che lo ripaga con 11 gol tra campionato, Coppa Italia e Youth League (la Champions giovanile). Il resto è storia recente e nota: gli allenamenti in pianta stabile in prima squadra, il debutto e poi il debutto nella Roma di Garcia nello scorso campionato. «Garcia, Montella e De Rossi sono i miei maestri», racconta Verde. «Ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa che mi ha fatto arrivare fin qui». E’ nato nel difficile quartiere Traiano, a due passi dallo stadio San Paolo, dove hanno iniziato a tirare i primi calci al pallone anche Antonio Floro Flores, ora al Sassuolo, e l’ex biancazzurro Aniello Cutolo. A Pescara rivedrà qualche amico. «Conosco bene Mandragora, siamo entrambi di Napoli e abbiamo giocato assieme in Nazionale. Poi c’è Verre, che conosco fin dai tempi della Primavera della Roma, come Crescenzi e Caprari».

Sceglierà la maglia numero 7, lasciata libera dopo l’addio di Ante Vukusic. Un numero preso non per caso. «Cristiano Ronaldo e Neymar sono i miei idoli, è ho scelto il numero 7 in onore della stella del Real Madrid. Mi piacciono quei giocatori capaci di infiammare gli stadi, come loro due».

Oggi Verde sosterrà il primo allenamento con la squadra, che si ritroverà in mattinata al Poggio degli Ulivi. Con lui, Caprari e Lapadula, il Delfino ha pochi centimetri in attacco, ma tanto talento ed esplosività. La serie A non può attendere.

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