il campione
Verratti a testa alta: pronto per guidare la nuova Italia
Il centrocampista pescarese del Psg: «Non ho mai giocato in serie A, ma con Ibra si cresce Però non datemi troppa responsabilità, di uomo-squadra per ora c’è soltanto Messi»
FIRENZE. Entusiasta all'idea di diventare il simbolo del cambio generazionale dell'Italia, ma pure consapevole che da qui a sostituire Andrea Pirlo ancora ce ne corre: Marco Verratti, 22 anni, da Manoppello, paese del Volto Santo e, ora, del simbolo del calcio abruzzese nel mondo.
Con una caratteristica che ha dell’incredibile: è l'unico giocatore del gruppo azzurro – e forse della storia azzurra – a non aver mai disputato neppure una partita di Serie A, perché da protagonista della promozione dalla serie B alla A del Pescara di Zeman 2011/2012, è passato direttamente sul palcoscenico mondiale, al Paris Saint Germain. Per le società italiane costava troppo: circa 12 milioni di euro, con i bonus!
«A parole è facile sostituire un campione come Pirlo, nei fatti è difficilissimo», sospira il giovane centrocampista del Psg, dal ritiro di Coverciano, «comunque ben vengano questo tipo di pressioni e questi esami di maturità, sto iniziando a capire quello che vuole da me Conte, dal punto di vista tattico il migliore allenatore che abbia mai avuto, e sento la sua fiducia. Questo è importante e cercherò di fare meglio possibile». Sa bene, Verratti, che l'assenza contemporanea di Pirlo e De Rossi rappresenta una grandissima chance per lui nel match con la Bulgaria contro cui il ct medita di affidargli le redini del gioco azzurro: «Sono contento se mi verrà data opportunità però, a meno di non essere Messi, non è mai un singolo a prendere per mano una squadra».
Come dire, non addossatemi tutta la responsabilità: «In Italia se un giovane sbaglia due gare la terza poi non la gioca. Ecco perché se ti viene data un'occasione la devi sfruttare subito al meglio. Io simbolo del ringiovanimento di questa Nazionale? Sarebbe bello, vorrebbe dire che sto facendo bene. Però so che la mia carriera è ancora all'inizio, devo migliorare in tante cose, normale quindi partire dietro quando in Nazionale ci sono Pirlo e De Rossi, mi devo guadagnare ancora il posto. Anche se, quando vengo qui, mi sento un giocatore importante. Magari un giorno Conte ci proverà insieme, io e Andrea: a centrocampo io posso coprire più ruoli, nel Psg l'anno scorso giocavamo a due nel mezzo, quest'anno sono più mezzala alta».
In Francia Verratti è approdato dopo la promozione in A col Pescara di Zeman, senza disputare finora una sola gara nel massimo campionato italiano: «Vero, però la cosa non mi pesa, se così fosse significherebbe che a Parigi non sto bene invece ho avuto la fortuna di andare in un grande club dove da tre anni faccio la Champions e dove gioco con grandissimi campioni come Ibrahimovic, e questo mi permette di crescere e migliorare ogni giorno a livello di gioco ma anche mentale».
Ciò non gli impedisce di pensare che prima o poi potrebbe tornare in Italia («Dovendo scegliere preferisco guardare in tv sempre le gare del campionato italiano, anche se ha qualche problematica è sempre bello da vedere») e le voci sempre insistenti di un interesse nei suoi confronti di diverse società, su tutti Juventus e Fiorentina, non lo lasciano indifferente: «È motivo di orgoglio, ma il mio pensiero ora è tutto per il Psg, lì sto benissimo. Per costruire un grande futuro serve un grande presente». Sabato vedremo il campione abruzzese in campo contro la Bulgaria, quarta a 4 punti tra le squadre del girone H (l'Italia è in testa insieme alla Croazia a 10 punti).